Da tempo non capita più che per strada qualcuno ti chieda di fare una foto con la sua macchina fotografica, è comunque più raro che capiti. Adesso non c'è più bisogno di chiedere a qualche sconosciuto di fare una foto, adesso ci sono i cellulari che fanno le foto e con i cellulari si fanno i selfie e se c'è bisogno di fare una foto con una inquadratura più ampia ci sono i bastoni che sorreggono i cellulari per fare un selfie di gruppo.
Trovo tristi i selfie, li trovo tristi perché eliminano quell'imbarazzo di dover chiedere un favore ad uno sconosciuto, non prevedono alcun sorriso, nessun "grazie" detto in chissà quale lingua in cambio della cortesia. I selfie sono uno dei tanti esiti di una organizzazione sociale in cui la solitudine da condizione ontologica o sociale è diventata prescrizione etica.
Peccato! I selfie hanno portato via le occasioni di scambiare un sorriso con gli sconosciuti e hanno amplificato la monomaniacale esaltazione del sé. Considerando che non tutti hanno un'espressione intelligente come questa
è evidente che i selfie possono essere causa di figure imbarazzanti se da intima esigenza onanistica diventano irrefrenabile pulsione di orgasmare sui social network.
