"Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male".
La preparazione dello zaino è un rito, qualcosa di personale, che a me piace fare lentamente, la sera prima di una escursione. Ogni volta che ci penso mi vengono in mente le parole di Renato Casarotto, così, mentre ci metto dentro quello che serve e quello che penso possa servire, mi passano davanti le escursioni passate e immagino la prossima. E’ una delle cose più belle dell’andare in montagna, perché sai dentro c’è la tua anima. Anche la fotografia occupa una piccola parte all’interno degli spazi dello zaino e all’interno dei cassetti della mia mente. So che un giorno, quando la mente tenderà a dimenticare contro la sua volontà, se avrò fatto bene le cose potrò darle sollievo riguardando tanti momenti e far si che la bellezza dell’andar per monti resti intorno a noi.Per la prima volta ho trasgredito e ho preparato lo zaino la mattina, di corsa, senza pensare, senza dedicargli la giusta attenzione e così nella fretta ho dimenticato di caricare la macchina fotografica….. e anche i guantoni pesanti. Peccato, dopo un breve sconforto, considerando la bellezza dei luoghi dove andremo, ripenso alle famose parole che non sono scritte a caso ………così mi consolo. Oggi in montagna saremo solo Marisa, io e i nostri zaini, carichi di quello che serve ……. Nel bene e nel male, noi stessi …….!!!Useremo i pixel del telefonino che non saranno il meglio ma comunque si riveleranno utili a impressionare alcuni momenti più belli. Per il resto saremo noi e la montagna e tutto sommato alla fine non è andata poi così male. A Sella Bistrizza ci son stato altre volte ma era da tempo che volevo salirci di inverno, specialmente dopo una recente nevicata.Vediamo un po’ come sarà il sentiero dal nuovo Rifugio Nordio in su, fin li è strada forestale battuta. Il nuovo gestore si da un gran da fare per rendere fruibile, anche d’inverno, questo angolo di montagna friulana al confine con l’Austria. Dopo il rifugio forse c’è da fare qualche sacrificio in più, ma forse anche no, a giudicare dalle numerose auto parcheggiate all’Osteria al Camoscio…....
Mentre saliamo lungo la strada forestale, affiancando i prati punteggiati di baite, per poi lasciarci trasportare lungo il nastro bianco inciso all’interno del bosco che ci accompagnerà al rifugio, possiamo approfittare della splendida giornata e cogliere preziose viste sulle vicine cime del Monte Cocco e Cima Bella e sui cari profili delle Alpi Giulie a fare da sfondo. Si sale comodi senza ciaspe fino al Nordio.
Da qui, in breve, si può raggiungere Sella Lom e attraverso il bosco raggiungere Sella Bistrizza oppure tirar su diritti verso quest’ultima attraverso il sentiero che costeggia alto il Rio Uqua. Buona la seconda……
Preceduti da un manipolo di coraggiosi allievi del Corso A1 del Cai di Cividale, casualmente sul posto per una uscita, imbocchiamo il sentiero che per un buon tratto si rivela ripido e faticoso per la neve fresca e per i numerosi alberi caduti . Ringraziamo per averci segnato la traccia ……..Raffiche di vento gelido si incanalano tra gli alberi sferzando, nel vano tentativo di farci desistere, poi dopo un po’, superato il tratto ripido, il vento rallenta la sua forza e i suoi sibili, lasciandoci assaporare il silenzio del bosco innevato mentre, con meno pendenza, procediamo lungo la morbida striscia bianca.
Improvvisamente la luce, come da una finestra che si apre, entra nel bosco, spalancando la vista al grande prato bianco che precede la sella e concentrando la nostra attenzione sulla neve, sulle tracce di animali altresì invisibili, sui grandi alberi bianchi di neve sospesa in attesa di cadere, sul cielo azzurro dipinto di nuvole. Il vento però oggi è ostinato e rompe il silenzio del momento con la sua voce e invece di fermarci un attimo a riposare, a cogliere il meglio della scena, ci costringe ad affrettarci verso la sella in cerca di un angolo dove poterci riparare un attimo. Sella Bistrizza, linea di confine, sarà la quota massima raggiunta oggi e lì tra sprazzi di cielo azzurro e onde di neve, da una parte l’occhio può correre libero verso le grandi rotte del nord e dall’altra venir attratto dalle punte degli alberi alti e innevati ad immaginare oltre, le vette rocciose e nascoste delle Alpi Giulie.
Il vento ha già deciso che oggi comanda lui e che bisogna dargli ascolto. Tutto ciò che di utile c’è nello zaino ( ho trovato un paio di guanti leggeri…..) , per coprirci dai colpi di sciabola sferzati, lo indossiamo e invece di procedere verso la Madonna della Neve cerchiamo la via del ritorno. Quattro scatti di numero con il telefonino, prima che le dita delle mani protestino, e via ripercorrendo con gli occhi la linea del prato. In pochi minuti il vento sollevando la neve ha cancellato le tracce ma il percorso è facile e scivoliamo nella improvvisa tempesta, al suono del freddo, attraverso una mappa che sembra cambiata, mentre il vento a tratti fortissimo ti svuota il respiro fintanto che non troviamo un po’ di riparo dentro il bosco. Pur avendo preannunciato le sue intenzioni, ci ha un po’ colti di sorpresa, facendo prima finta di essere andato via, per poi picchiarci indifesi all’aperto della Sella.
Il cielo da azzurro diventa grigio e il nostro arrivo al rifugio Nordio coincide con i primi fiocchi di una nevicata.
Il rifugio è caldo e accogliente, ci rinfranchiamo un po’ prima di scendere lungo la strada mentre un timido sole non riesce più a bucare le nuvole che cariche di inverno lasciano cadere piccoli fiocchi di neve che magicamente si attaccano ai nostri zaini ……….