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Ce la faranno a sopravvivere senza tramutarsi in un branco di Selvaggi?
Tecnicamente la risposta sarebbe “No”, poiché Selvaggi, i protagonisti di questo filmetto del ‘95 targato Vanzina, lo sono già ancor prima di salire sull’aereo.
A cominciare da Bebo, ferocissimo chirurgo estetico, razzista, impudente e dalla battuta facile, stereotipo della Milano da bere; passando per Mario, coatto romano (e romanista) ossessionato da Berlusconi; fino ad arrivare alla fotografa snob Carlina, che si butterà nelle braccia del povero animatore Jimmy solo per divertimento e passatempo.
Insomma, oggi parliamo di un film che, sono sicuro, avete visto tutti almeno una volta.
Naufraghi alla riscossa!
Io l’ho rivisto sul TuoTubo qualche giorno fa. In Italì lo ridanno spesso e volentieri – il più delle volte su Italia 1 -, e non vi nego che, quando e se avevo tempo, lo riguardavo sempre con piacere. Come con piacere me lo sono “sorbito” su Internèt.
Questo perché Selvaggi è un filmetto leggero, senza eccessive pretese, divertente e per nulla volgare, che prende a pretesto uno degli spunti narrativi più abusati della storia (il naufragio su un’isola di un gruppo di persone “civilizzate”) per raccontare “i soliti” vizi, le solite virtù, i soliti pregi e difetti degli italiani.
Non si contano davvero gli stereotipi e i clichè che permeano la pellicola e i suoi protagonisti – dal milanese al romano al terrone fortunato -, ma per lo meno il film di Vanzina non è ancora scaduto nel baratro dell’orrore in cui sprofonderà da lì a poco la “commedia popolare italiana”, con i vari cinepanettoni del trio del male Boldi-DeSica-Parenti.
Uno dei più bassi livelli dell'italico cinema
Selvaggi rappresenta il crepuscolo di quel filone di commedie leggerissime, con battute ormai (str)abusatissime perché ultranotissime, gag riciclate ma ancora godibili, che però non puntavano mai sulla parolaccia gratuita, sulla bestemmia o sulla sessualità spicciola per generare nello spettatore la risata facile.
Probabilmente è proprio il termine ultimo, assieme a filmetti quali Sognando la California e I mitici – Colpo Gobbo a Milano, prima del nulla cosmico in cui si è rintanata la commedia italiana mainstream.
Per carità, eccezioni e commedie gradevoli ce ne sono state: ma sono mosche bianche in un mare di mediocrità, soprattutto a vedere i titoli “comici” che hanno invaso le nostre sale cinematografiche dalla metà degli anni ‘90 ad oggi.
Lost, a Selvaggi, ja fa 'na pippa!
Col senno di poi, al confronto con certi aborti che sono seguiti negli anni immediatamente successivi, Selvaggi sembra quasi un piccolo capolavoro. Ezio Greggio bene o male “tiene ancora botta” (come diciamo a Napoli) con la parte dello yuppies altolocato benchè gli 80’s siano passati da un pezzo, Fassari che interpreta l’antiberlusconiano di ferro (quando ancora le case di produzione filmica berlusconiana permettevano critica e satira) è un personaggio cult, e Leo Gullotta è uno spassoso professore di geografia che tenta di emulare le gesta di Robinson Crusoe fallendo miseramente ogni volta.
Il finale anticlimatico, con i Selvaggi che si salvano grazie a una furbata per poi fare nuovamente naufragio, è una piccola chicca.
Soprattutto perché anticipa il ventennio politico che ci aspetta, con Berlusconi colpevole di portare sfiga al gruppo di italici compatrioti.
- sì, gira e rigira la colpa è sempre "sua" -
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