In questo momento storico in cui in Italia si parla molto di unioni civili, famiglie di fatto o tradizionali, family day, adozioni, standard e modalità precostituite varie ed eventuali questo albo illustrato edito dalla splendida casa editrice Settenove mi è sembrato perfetto. “Selvaggia” di Emily Hughes (un’illustratrice pazzesca al suo primo libro) è una storia da leggere ai più piccoli per farli crescere nel rispetto delle libertà di ognuno se non arrecano danno agli altri, nel riconoscimento della diversità come valore e non come nemico da combattere, nel sano anticonformismo che può solo far essere più felici perché si asseconda la propria indole e non il volere della società che spesso non coincide col nostro. Ma una storia che più che mai adesso è anche perfetta per noi adulti troppo stretti a volte nella gabbia del conformismo e della regola del “si è sempre fatto così”.
Vi dico subito che questo albo è meraviglioso già dalla copertina dove campeggia una bambina con degli enormi occhioni sorridenti e un cespuglione di capelli verdi. Se lo vedete negli scaffali della libreria non potrete lasciarlo lì. Dovrete averlo perché è come se dicesse “prendimi!!”! Che storia racconta “Selvaggia”? Narra di una bambina cresciuta felice e serena nella foresta accudita da orsi, uccelli, volpi che le hanno insegnato a mangiare, a parlare, a fare le capriole e a giocare. Selvaggia è una bambina a cui non piacciono merletti, bei vestiti e cose preziose: è stata allevata in maniera semplice e spontanea, con tanto amore e rispetto della libertà. Che alla fine è quello che piace a tutti i bambini e quello di cui hanno bisogno davvero (oltre a qualche regola più che necessaria, siamo d’accordo).
Un giorno però la felicità di Selvaggia viene interrotta da due strani animali che fanno irruzione nella foresta e pretendono di farle cambiare vita perché quella che conduce non è corretta per i loro standard. Si tratta di due scienziati, un uomo e una donna, che la portano via con loro e cercano di cambiarla ed educarla ad abitudini, linguaggio, abiti e comportamenti ritenuti “civili” ed adatti ad una bambina. Cosa fa allora Selvaggia? Fugge via e torna nella sua vera casa, il suo vero habitat dove nonostante l’opinione degli altri lei si sente bene, capita, serena e libera di essere sé stessa. La coppia di scienziati la lascia andare dopo aver capito che bisogna rispettare la vera natura degli altri per renderli felici.
“Selvaggia” è quindi una storia che consiglierei a tutti perché insegna ad avere il coraggio (per niente facile e per niente scontato eh) di rispettare, accettare ed amare gli altri per quello che sono. Anche se questo va al di là dei nostri schemi mentali, delle nostre abitudini e di quello che crediamo sia giusto in assoluto. E insegna il coraggio di essere liberi di esprimerci e di vivere secondo i nostri schemi e secondo quello che crediamo sia più giusto per noi perché ci rende felici. Senza stereotipi e pregiudizi ma con un po’ di giusta ribellione alle regole, di anticonformismo e di accettazione della propria ed altrui diversità fuori dagli standard. Essere un po’ selvaggi fa bene a tutti e questo libro è un toccasana!