Questa storia fa pena, e questo sindaco (con la s minuscola) fa doppiamente pena, e il fatto che sia un sindaco del Partito Democratico fa triplamente pena.
La storia è semplice: alcuni genitori dei bambini delle elementari di Cavenago (MB) sono morosi, non pagano la retta della mensa (100 euro al mese!) e il sindaco decide che quel pasto non s'ha da dare.
Prospetta due soluzioni: o i bambini vanno a casa quando tutti gli amichetti vanno in mensa e poi tornano dopo pranzo, oppure, se proprio non ce la fanno, possono portarsi la schiscetta da casa e consumare con le mani il loro misero rancio mentre gli amichetti al loro fianco consumano primo, secondo e contorno nei piatti e con le posate del servizio di ristorazione.
Ma questo signore (che si definisce cattolico e socialista!!) ha mai guardato in fondo agli occhi dei bambini? Ha idea del trauma che subirebbero quelli che a mezzogiorno fossero costretti a salutare i compagni di banco dicendo "vado a casa perchè io non posso venire a mangiare con voi?". E non riesce a concepire l'infamante e vergognosa apartheid economica che infliggerebbe agli incolpevoli alunni?
Lui parla di mancanza di fondi, di morosità, di piano di rientro e di patto di stabilità.
Ma che accidenti vuole che ne sappiano i bimbi di queste cose e del perchè e del percome i loro genitori non possano o non vogliano pagare la mensa?
I bambini (almeno loro) hanno il diritto di mangiare in mensa, hanno il diritto di essere uguali agli altri, hanno il diritto di essere rispettati e di non essere umiliati e segregati.
E rincuorano le due maestre che cedono il loro pranzo; e rincuorano gli altri genitori che fanno la colletta; e rincuora la generosità di chi ripiana il debito.
Però i diritti sono diritti punto e basta, non possono essere lasciati in balia del buon cuore di questo o di quello.
Dove prendere i soldi? Ovunque caro sindaco, da qualsiasi altra voce di bilancio, da qualsiasi altro posto. Ovunque!
Il diritto all'uguaglianza dei bambini ha un prezzo inestimabile, anzi, non ce l'ha proprio.