d’attraversare il mondo
un ponte dopo l’altro e ci si trova
a sorpassare giorni
ore baruffe ci si accorge che
non sono i continenti a scivolare
sulle colonie di lamellibranchi
se guardassimo bene
vedremmo mute
contorcersi snudandosi dall’alto
ninfe incoscienti d’essere crisalidi
immemori del volo prigioniere
dei propri cedimenti al corpo
al tatto
duro il risveglio sulle terre emerse
piastrelle ottogonali dei pianciti
negli interstizi di cemento grigio
nessuno sa che s’aprono gli spazi
di zone occulte
in cui ritrarsi e non tornare più