Titolo: Sembrava una felicità
Titolo originale: Dept. of Speculation
Autore: Jenny Offill
Traduttore: Francesca Novajra
Editore: NNE
Data di uscita:19 marzo 2015
Prezzo: 16 €
Genere: Romanzo
Pagine: 162 pp
Una giovane scrittrice e insegnante sogna l’affermazione intellettuale sulla scena letteraria – vuole diventare un «mostro d’arte» – , nella New York dei nostri giorni. Ma la vita è un’altra faccenda, e se anche aveva giurato a se stessa di non sposarsi mai e di non metter su famiglia, la nostra si innamora, e le cose cominciano a girare in tutto un altro modo. Il desiderio di realizzarsi professionalmente, di dedicarsi totalmente alla propria arte, si scontra con le gioie e i dolori della vita coniugale, con la distrazione dalla scrittura imposta dalle responsabilità famigliari.
L’eroina di Sembrava una felicità deve dunque lottare per trovare il difficile equilibrio su cui si regge un matrimonio e affrontare la scoperta che chi ci vive accanto non è esattamente come ce l’aspettavamo. Jenny Offill racconta il sentimento profondo che lega due persone e l’amore incondizionato per i figli con grandissima ironia – senza lasciar prevalere cinismo e disillusione – e con una prosa originalissima, molto vicina alla poesia. Brevi paragrafi con diverse citazioni, da Keats ai cosmonauti, da Kafka a Wittgenstein, danno origine ad una linea narrativa la cui forma fa pensare a Joan Didion e soprattutto a Mai ci eravamo annoiati di Renata Adler – anche se la protagonista del romanzo della Adler, Jen Fain, ha uno sguardo più amaro sulle cose – a cui la Offill aggiunge un tocco lirico unico, proprio come il suo modo di vedere il mondo: frammentato, scomposto e imprevedibile.
La Offill, attraverso la commovente storia d’amore al centro del romanzo, ci racconta come a volte le cose non vadano esattamente come avevamo previsto; nostro malgrado il dolore ci travolge,
lasciando ferite profonde. E magari scopriamo che è anche un po’ per colpa nostra, per mancanza di comunicazione, perché non sappiamo più ascoltare l’altro. Spesso però, quando ci si accorge di non comunicare più con chi ci vive accanto, è sempre troppo tardi.Così, nonostante il proposito giovanile di stare alla larga dalla sofferenza, la protagonista di Sembrava una felicità è costretta a doversi misurare con una crisi coniugale che le piomba addosso inaspettatamente.
La scrittura della Offill è frammentata proprio come lo è la vita moderna, in cui nulla è mai stabile, soprattutto sentimentalmente si fatica a trovare solidità, tutto può accadere. Il cuore umano è intermittente – concetto su cui Proust ha scritto pagine bellissime nella Recherche – e la scrittura dell’autrice racconta proprio questi spazi vuoti, tra l’innamoramento e la crisi, sentimenti perduti che, a volte, possiamo tentare di recuperare.
Bellissima la traduzione e la nota finale a cura della traduttrice Francesca Novajra.