Seminomade - Bangkok, Thailandia

Da Pulfabio

Dopo due anni di affitto ho lasciato il monolocale e sono tornato alla vita seminomadica che avevo intrapreso dieci anni fa. Ho depositato da un amico i pochi elettrodomestici che possiedo, ho impacchettato libri, dischi e qualche oggetto a cui sono affezionato per spedirli in Italia, ho fatto una selezione di vestiti, biancheria e accessori che riempisse due zaini - uno grande e uno piccolo - mi sono sbarazzato del resto e sono tornato al vecchio circuito piuttosto casuale tra stanze di alberghi, guest house, appartamenti di amici, conoscenti, ospiti sconosciuti o quasi e alloggi forniti dai clienti - quando ho un corso di formazione da insegnare, si intende. Gli abiti che uso per il lavoro li tengo in una borsa separata, che lascio in un deposito a pagamento tra un contratto e l’altro.Sono di nuovo svincolato, elemento labile, uccello in perenne migrazione, rampicante senza appiglio, umanoide preagricolo, vagone sganciato, scialuppa alla deriva. Dopo aver consegnato le chiavi e ritirato la caparra mi sono sentito come quando, per due volte, anzi due volte e mezza in passato (*), ho dato le dimissioni da un lavoro a tempo indeterminato, con in mano non un contratto con un’altra azienda ma un biglietto per un lungo viaggio. Come se avessi buttato fuori l'aria dopo aver tenuto il respiro a lungo, il petto finalmente rilassato e il cuore che poteva galleggiarvi soave e leggero, in totale libertà. Senza sapere che pensare quando mi si diceva che dovevo essere pazzo e io non provavo nulla. Certo il fatto di non avere una famiglia a carico conta molto. Se ce l’avessi non potrei permettermi questi colpi di scena, o di scemo. Ma il mondo è pieno di altri single come me, strozzati dal panico di restare senza lavoro, senza stabilità, senza prospettive, atterriti dallo spettro della precarietà, senza neppure una moglie o dei bimbi come pretesto. Sembra che invece io tutto ciò lo cerchi, alquanto inconsapevolmente, senza piani o strategie, non tanto per sfizio quanto per necessità. Da tempo non ho un lavoro stabile, spesso non ho proprio un lavoro, e quello con cui riesco a campare potrebbe sfuggirmi di mano da un momento all’altro. Le prospettive di pensionamento non so cosa siano. Ora per giunta non ho nemmeno un indirizzo. Questi che ho elencato sono comunque gli unici sintomi, per il resto mi sento bene. Di quale malanno soffro?
(*) La mezza volta si riferisce a quando a Singapore mi offrirono il prolungamento di un contratto che io avevo espressamente voluto fosse a tempo determinato. Cortesemente ringraziai e rifiutai.


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