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SEMPLICE

Ornella riuscì a rimanere una persona semplice. Aveva imparato a cucinare i cibi della tradizione contadina, lavorare a maglia, accudire agli animali da cortile, ben poche cose si erano aggiunte una volta accettato il ruolo di donna contadina e quindi subalterna al capofamiglia.
Si era assunta la responsabilità di crescere i figli, della gestione della casa, pulizie, lavare i panni, cucinare, comprare i generi alimentari.
A malincuore aveva rinunciato ad allevare gli animali da cortile quando con la figlia si era trasferita nella nuova casa in paese. Era stato bello vivere all’aria aperta fino a quel momento, a contatto con galline, conigli, il suo mondo da sempre.
Provò ad allevare un coniglio nel garage. Il cattivo odore degli escrementi non era gradito al condominio. Il coniglio finì subito nel tegame e la gabbia nel fuoco della stufa.
Le attività di donna di casa erano già di modesto valore nella società contadina, fino a diventare scarsamente rilevanti nel periodo del boom economico.
I valori importanti in quegli anni erano attribuiti all’industria e alle fonti di reddito da essa generate, i lavori di casa ancora una volta relegati agli ultimi posti. Ornella, con la sua formazione culturale basata sulle tradizioni e buon senso si trovò di colpo “antica” e in contrasto con la le richieste della gioventù di una quarantina di anni fa.
Come uno schiacciasassi lei continuò il suo lento percorso. Del resto aveva dalla sua la formazione ricevuta e che per nulla al mondo avrebbe cambiato.
Non poteva tenere conto di valori attribuiti con regole nuove.
C’era un sorriso disegnato sulle bocche dei commensali quando annunciava di aver preparato il baccalà con fagioli. Come lei non lo sapeva fare nessuno ! Le sue prelibatezze erano sempre apprezzate. Svolgeva le stesse cose che aveva imparato oltre mezzo secolo prima, noncurante dell’innovazione. Le persone che la conoscevano sapevano di poter fare affidamento su di lei, c’era sempre un piatto caldo o un sorriso pronti.
L’importanza di esserci non è roba da poco !
Per essere sempre presente dovette inoltre rinunciare a tutto : i viaggi, la formazione, il lavoro fuori casa, tutto alfine di poter offrire quel servizio che sapeva svolgere bene. La semplicità era nei suoi modi, la minestra di pane, i cantuccini o anche solo un piatto di pasta con il ragù di carne.
Non posso fare a meno di terminare questo breve racconto con le mie considerazioni, è una peculiarità che ormai credo conosciate.
Siamo affascinati dalle cose complicate, attirati come le mosche lo sono dalla merda.
Come se non bastasse quando abbiamo rapporti ordinari, normali, riusciamo a complicarli per cose futili.
Detto questo mi chiedo se possiamo provare a riscoprire il valore delle persone semplici.
Siete d’accordo con me che la presenza è davvero importante ?
Come le botteghe nei centri urbani che spesso svolgono un ruolo sociale.
Come i volontari nelle associazioni no-profit.
Come l’amico che ti conforta nei momenti bui.
Tutte queste cose non le valorizziamo, ma spesso ce ne accorgiamo solo quando vengono meno.
Conoscete persone semplici e al tempo stesso speciali ?
Provate ad immaginare se non ci fossero più !
Si tratta di esemplari in via di estinzione, fate attenzione!
Non dovete fargli capire che tifate per loro, vi potrebbero sgamare e complichereste loro la vita.
Siate i loro angeli custodi. Dategli importanza, vi aiuterà comunque a stare bene con voi stessi.


Archiviato in:Racconti, Riflessioni Tagged: Racconti, riflesssioni, Società civile

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