Quando è capitato che qualcuno mi fissasse insistentemente ho sempre pensato che la causa fosse una pianta di rucola che spuntava impunemente incastrata tra i denti storti, o alla forfora nei capelli che come neve si posava sul cappotto nero ( adesso uso un ottimo antiforfora!), o ancora a causa dell'aver indossato una scarpa di un colore e l'altra di un altro, calze dimenticate nei jeans sfilati la sera precedente e che facevano capolino il giorno dopo dall'orlo dei pantaloni infilati il mattino di fretta e furia nella cabina armadio al buio o al brufolo bello pacioccoso causa ingerimento di chili di nutella spalmati su fette di pane morbido e croccante e mai perchè mio figlio potesse destare una tale e morbosa curiosità per il suo modo di camminare.
Così ieri , quando siamo andati a prendere il Patatino all'asilo ho fatto scendere dal passeggino il mio Polpettino e una manina a me ed una al fratellino ho provato a farlo camminare per i corridoi dell'asilo, belli ampi e lisci, tutti colorati, per farlo abituare a contesti diversi dal solito pavimento di casa.
Era evidente il suo problema di deambulazione ma ancora più evidenti erano gli sguardi delle nonne e delle mamme che dopo aver visto il mio Polpettino mi guardavano con aria sgomenta mista a pietà.
Anche quelle mamme sempre in prima fila, pronte a gridare i diritti di tutti, dei diversi, dei cani, dei gatti e delle formiche, pronti a gridare e denunciare di bigottismo chi la pensa diversamente da loro...paladine di una giustizia ....sulla carta...perchè all'atto pratico non hanno nessuna delicatezza nell'accettare che tuo figlio possa essere "diverso" dagli altri.
Capisco che qualcosa di "strano" possa saltare agli occhi...ma soffermarsi così morbosamente ed insistentemente è indelicato. E' incoerente...perchè tu, proprio tu che gridi al mondo che siamo tutti uguali, tu che gridi al mondo le ingiustizie che scaturiscono dalle discriminazioni, non accetti che mio figlio sia, possa essere diverso a tal punto dall'arrogarti la licenza di dispensare consigli non richiesti per "migliorarlo" per "omologarlo" per renderlo "uguale" agli altri.
Mio figlio NON è uguale agli altri. E' speciale, come è speciale il Patatino, come sono speciale io, come lo siamo tutti.
Ma è lontano il giorno in cui cervello e parola, parola e comportamenti avranno una coerenza. In cui vedere un bambino con un qualche handicap non faccia scattare la frase " però dai, non si vede tanto...migliorerà"... Perchè mio figlio deve migliorare, certo, ma per il suo benessere e non per evitare sguardi insidiosi, indiscreti e fastidiosi.
A queste persone lascio le loro battaglie fatte di aria fritta, fatte di trastullamenti mentali e ostentazioni di idee radical-chic dove fa figo gridare "diritti per tutti"ma che poi all'atto pratico se non sei come tutti ti guardano male.
Alla larga da noi queste ipocrisie.
Per me e per la mia famiglia riservo solo persone che sottolineano a voce la diversità ma che davanti al diverso spalancano braccia e cuore e riescono a chiudere gli occhi quando si accorgono quanto male fanno certi sguardi.
Evviva la diversità...NON SIAMO TUTTI UGUALI...per fortuna!