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Semplificazioni per gli omeopatici. Non stiamo esagerando?

Creato il 11 settembre 2012 da Informasalus @informasalus
CATEGORIE: Omeopatia , Attualità
farmaci omeopatici
L’articolo 13 del Decreto Balduzzi riordina e regolamenta la registrazione dei prodotti omeopatici

Ultima settimana di agosto, primi giorni di settembre, periodo ancora estremamente caldo per la Sanità italiana, non solo per le elevate temperature atmosferiche , ma per il clima di perplessità che circonda la presentazione del Decreto sulla Sanità del Ministro Prof. Renato Balduzzi. Nelle intenzioni del Ministro, una piccola riforma sanitaria che intende modificare alcune abitudini in materia sanitaria.
Per quanto concerne la materia dell’Omeopatia si tratta senza ombra di dubbio di una riforma storica, epocale, attesa da produttori, pazienti e medici ormai da tempo immemore.
L’articolo 13 del Decreto su citato, finalmente riordina e regolamenta la registrazione dei prodotti omeopatici presenti sul mercato italiano a fare data dal 1995 . Di questa semplificazione si era già parlato lo scorso aprile quando tutte le parti in causa , in primis AIFA e Ministero, avevano raggiunto un accordo sulle semplificazioni da apportare Questi prodotti , anzi farmaci, fino ad oggi sono rimasti sul mercato italiano grazie ad una autorizzazione che il Ministero della Salute rinnovava periodicamente , autorizzazione che sarebbe scaduta nel 2015.
Se entro il 2015 non si fosse giunti ad una definizione sulla registrazione di questi farmaci, come peraltro richiesto chiaramente dal Decreto Legislativo 219/2006 ( Decreto che ha recepito la Direttiva Europea e che riordina il settore farmaceutico dei Paesi membri dell’Unione) , questi farmaci sarebbero scomparsi dal mercato con un inestimabile danno per il comparto produttivo oltre che per medici e pazienti che utilizzano le terapie omeopatiche.
Grazie a questo provvedimento migliaia di prodotti omeopatici passeranno al vaglio di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e potranno restare sul mercato con buona pace di pazienti, medici e della stessa AIFA che , grazie alle procedure che le aziende dovranno adottare per la registrazione, sarà in grado di garantire un elevato livello di sicurezza a tutela della salute pubblica.
Sembrerebbe che sia tutto a posto e che all’interno di questo quadro quasi idilliaco per il settore degli omeopatici non vi sia nessuna nota in disaccordo, che l’epoca della “tolleranza”- nell’accezione e nel significato che Pier Paolo Pasolini conferiva a questo termine, ovvero di sottile e subdola condanna peggiore di quella manifesta- verso i prodotti omeopatici sia giunta al capolinea. Invece non è così!! E che non sia così lo sanno molto bene i produttori del settore omeopatico.
L’articolo 13 del Decreto Balduzzi , quello che regolamenta i prodotti omeopatici ,infatti, ha certamente sancito il pieno “diritto” all’esistenza e alla permanenza di questi prodotti sul mercato attraverso le semplificazioni apportate alle procedure di registrazione, ma paradossalmente le semplificazioni cercate ed a cui si è giunti, rischiano di avere un effetto boomerang sull’intero settore.
Secondo quanto stabilisce un Decreto sempre in materia di salute dello scorso marzo, ad ogni farmaco presente sul mercato corrisponde il pagamento di una tariffa annuale stabilita nella misura di 1000 euro, quindi se tutti i prodotti omeopatici presenti ad oggi sul mercato , circa 31.000 , fossero registrati , oltre alla tariffa di registrazione, che dovrà essere stabilita con apposito Decreto del Ministro della Salute, si dovrebbe procedere al versamento annuale della “modica” cifra di 31 milioni di euro.
Si capisce senza ulteriori chiarimenti che per un settore il cui fatturato delle aziende è intorno ai 200 milioni di euro annui , la cifra richiesta è assolutamente sproporzionata e inverosimile.
In conclusione, se da un lato l’articolo 13 del Decreto Balduzzi semplifica le procedure per le aziende in materia di registrazione degli omeopatici e mira allo sviluppo ulteriore di questo settore che ,in contrasto con la crisi finanziaria in cui il nostro Paese si trova, ha sempre avuto solidità e incessante sviluppo , dall’altro lato in conseguenza di quel comma che lega al pagamento del diritto annuale nella misura di 1000 euro, rischia di vanificare , non solo le semplificazioni di cui sopra , ma qualunque anelito di crescita e sviluppo.
Molte delle aziende produttrici saranno, loro malgrado , costrette a riduzioni di personale ed in qualche caso anche alla definitiva chiusura. Io personalmente non credo che fosse questa l’intenzione iniziale e rimango profondamente convinto che a questa situazione si saprà porre il giusto rimedio.
Insomma , non penso che la semplificazione intesa dal Governo avesse come obiettivo la graduale scomparsa del settore Omeopatico!!



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