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Sempre avanti, anche sotto le bombe.

Creato il 17 febbraio 2015 da Michele Orefice @morefice73

E’ passato un po di tempo, la polvere si e’ depositata , come fa’ su tutto. Un commento a quell’espressione del Papa che invitava a non essere conigli. Frase che ho visto in tv, non l’ho letta, non me l’hanno riferita ma l’ho vista con i miei occhi. Forse non ho capito bene la situazione , il paese in cui il Papa invitava a non essere conigli.
Sul momento ci sono rimasto male: attualmente abbiamo 4 figli terreni e una bimba in cielo. Ci sentiamo una famiglia numerosa, atipica. La gente , a volte, quando passiamo per strada ci contano e poi strabuzzano gli occhi. Come fossimo un fenomeno, un caso strano. Noi siamo innamorati dei bimbi, della vita che portano, dell’energia, del consumarsi nel vivere per loro, nel cercare di farli buoni cristiani.
La frase del Papa e’ stata ingigantita dai media come sono stati tenuti sotto la sabbia i vari distingue che ha fatto seguire e di tutti gli appelli che il Papa fa’ a sostegno della famiglia. I giornalisti gongolano quando possono far un torto, quando possono metter un po’ di zizzagna.
Come capo famiglia pero’ quella frase mi ha fatto pensare. Pensare se stiamo conducendo bene la nostra famiglia, se riusciremo a occuparci di ognuno dei nostri bimbi. Riguardo la nostra storia. Ci siamo sposati che non avevamo proprio una casa nostra e ce la siamo divisi con la mamma di Sara. La prima bimba, Sofia, nello stesso stato. Poi e’ arrivato Tancredi che stavamo facendo i lavori per dividere la casa di mia suocera in due. Poi Matilde, poi trasferimento in Germania mentre Sara aspettava Virginia…. Effettivamente non abbiamo mai aspettato di avere un po di tranquilita’, di essere “a posto”. Ci siamo sempre buttati, siamo sempre andati avanti quasi nella consapevolezza di essere protetti da qualcuno, come se sapessimo dove stavamo andando.

E cosi’ capita che ci sia in arrivo un altro bimbo… anzi , fatta l’ecografia del quarto mese, siamo certi che sta arrivando un’altra bimba! Io e Tancredi tifavamo un po’ per avere un maschietto, giusto un po’ per bilanciare le cose ma il Padre ha deciso in altro modo.

Mi sento quindi innamorato della vita e dei figli che Dio mi ha dato, non coniglio. Mi sento di voler condividere il pane che Dio mi da ogni giorno con i bimbi che mi ha dato e mi vorrà  dare. Perche’ avere paura? Perche’ fermarsi? Perche’ rinunciare al dono della vita che Lui ci ha fatto?

E se qualcuno ha un consiglio sul nome… ben venga, ne abbiamo gia’ usati tanti!


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