Il mondo tecnologico oggi piangerà
la morte di Steve Jobs, forse la mente più geniale degli
ultimi decenni, artefice della rivoluzione degli anni 2000 che
ha cambiato la vita ed il modo di lavorare di milioni di persone,
ma anche protagonista del mondo finanziario, che ha guidato la
Apple a scalare le vette della capitalizzazione a Wall Street.
Intanto la confusione prende il sopravvento sui mercati, che continuano
a vivere alla giornata ed esprimono altissima volatilità
ed incertezza direzionale.
La negazione del segnale ribassista sui mercati americani ha galvanizzato
ieri le borse europee, che, dimenticando i cali del giorno precedente
ed i timori sui fallimenti e le crisi bancarie, hanno messo da
parte anche il declassamento del debito italiano e sono rimbalzate
impetuosamente. A mettere le ali ai listini hanno contribuito
le dichiarazioni della Merkel, che, con grande disinvoltura, ha
dichiarato di essere pronta a ricapitalizzare le banche tedesche
se fosse necessario.
E' il via ad un nuovo giro di salvataggi per le banche da parte
degli stati, ed assomiglia a quelle misure che nell'aprile del
2009 stimolarono il prodigioso recupero delle borse dopo il grande
crollo.
Allora si fece la scelta di salvare le banche americane piene
di titoli tossici invece che i titolari dei mutui subprime, che
vennero abbandonati e milioni di loro finirono ai bordi delle
strade americane a chiedere l'elemosina.
Ora la mia impressione è che la Merkel abbia deciso di
ripetere lo schema e salvare le banche tedesche piene di bond
greci mentre contemporaneamente si scarica la Grecia, alla quale
si continua a fare la morale, pretendendo l'impossibile e rinviando
all'infinito gli aiuti necessari.
Come sia finita nel 2009 lo abbiamo visto: solo un rinvio della
resa dei conti, un trasferimento del buco sui bilanci pubblici
che in questi mesi hanno fatto da zavorra alla crescita e richiesto
misure draconiane di risanamento che stanno trascinando le economie
occidentali nuovamente in recessione e gli stati europei meno
virtuosi (i PIGS) sull'orlo del fallimento.
Ora si tenta il bis: la Grecia brucia, il Portogallo, la Spagna
e l'Italia sono colpite dalla sfiducia dei creditori, ma si salvano
le banche tedesche, invitando addirittura a rivedere i trattati
per consentire al fondo ESFS di salvare non solo gli stati, ma
anche le banche europee, fingendo così di ignorare che
i debiti pubblici peggioreranno ulteriormente e che l'azzardo
morale salirà di un ulteriore livello.
Le borse festeggiano, poiché si concentrano soltanto sul
breve termine ed il salvataggio delle banche porrebbe fine allo
stillicidio di svalutazioni e di ricapitalizzazioni e verrebbe
pagato dalla collettività invece che dagli azionisti. E'
comprensibile che l'opinione pubblica tedesca, così sensibile
alle pubbliche virtù ed al proprio portafoglio, preferisca
far sacrifici per salvare le proprie banche piuttosto che per
finanziare i fannulloni greci o italiani. Però farebbe
bene a pretendere che anche le banche tedesche applicassero le
virtù che si pretendono dalla Grecia e dall'Italia. Anche
perché se si va avanti di questo passo, a forza di applicare
la politica dei due pesi e due misure, degli occhi ben aperti
sui PIGS e ben chiusi sulle discutibili pratiche delle banche
tedesche, tra poco salterà l'Europa.
Intanto in Italia, quando anche oggi arrivano altri downgrade
di Moody's su grandi imprese, banche ed enti locali, e seguono
quello di ieri sul debito sovrano, ci si occupa con grande impegno
di risolvere la vera emergenza che ci attanaglia: la legge bavaglio
contro le intercettazioni è in dirittura d'arrivo e sarà
approvata con voto di fiducia e la massima urgenza.
Potevamo aspettarci altro nel paese del Bunga-bunga?
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