Magazine Informazione regionale

Sempre più bancarellopoli. La storia assurda dei finti banchetti di libri, che ora ritornano

Creato il 12 gennaio 2016 da Romafaschifo
Sempre più bancarellopoli. La storia assurda dei finti banchetti di libri, che ora ritornano

Una città condannata ad essere bancarellopoli. A dispetto della civiltà, a dispetto della fiscalità, a dispetto dell'onestà, a dispetto della qualità, a dispetto della sicurezza, a dispetto del decoro e della dignità e a dispetto del commercio normale. Semplicemente normale. A Roma si arriverà al punto che tutti i negozi normali chiuderanno e il commercio si svolgerà solo in mezzo alla strada, su bancarelle più o meno autorizzate. Di più: si arriverà che nessuno più - non esistendo più una economia degna di questo nome - avrà la possibilità di acquistare alcunché e così i bancarellari venderanno agli altri bancarellari in una nuova economia pre-medievale che sarà studiata nelle università di mezzo mondo: "come un paese che era la quinta potenza industriale del pianeta potè ridursi ad un'economia di baratto", altro che crisi Argentina, siamo oltre.

Questi scenari ci vengono in testa quando guardiamo alla nuova assurda storia della bancarellopoli romana. Dopo aver scongiurato, per fortuna, per il secondo anno, la favela di Piazza Navona, ecco la spada di Damocle dei finti librai che invece di essere spazzati via come meriterebbero, si stanno per istituzionalizzare a vita.


Sempre più bancarellopoli. La storia assurda dei finti banchetti di libri, che ora ritornano

Sempre più bancarellopoli. La storia assurda dei finti banchetti di libri, che ora ritornano

Via delle Muratte, la strada più di ogni altra interessata da questo bando, con o senza bidonville. Come la preferite?

La storia è la solita del bancarellume romano, torbida e zozza. La racconta alla perfezione Carte in Regola in questo articolo. Nel 2001 (Veltronomics) c'è una manifestazione in centro di libri. Alla fine della manifestazione i banchi invece di sloggiare rimangono al loro posto (vi rendete conto???) e dopo 10 anni sono ancora lì. Ma visto che sono precari (e ti credo, stanno lì abusivamente da secoli!), Alemanno punta a stabilizzarli. Invece di multarli per aver sostato su suolo pubblico per 100 mesi senza dare in cambio nulla, si tenta di favorirli. E allora si inventa una sorta di bando - ovviamente fasullo, tanto vince chi ha maggiore esperienza "su piazza", ovvero gli occupanti abusivi di cui sopra - con una delibera del 2011. Ignazio Marino invece di spazzare via questa sciocchezza a partire dal 2013 la manda avanti (anche se nel frattempo le bancarelle almeno vengono smantellate, ed è qualcosa che con Alemanno col ciufolo) e così stancamente l'iter prosegue fino ai giorni nostri quando finalmente alcune associazioni si ribellano.

I presidenti di Municipio, chiamati in causa per la Conferenza dei Servizi, cosa fanno? Torquati, a Ponte Milvio, dice che questi rivenditori di paccottiglia, souvenir Made in China e stampe fotocopiatesono una straordinaria "opportunità cultrale", Alfonsi, al Primo Municipio, prima sponsorizza la cosa poi quando vede che le associazioni se ne accorgono fa finta di bloccarla. Ma, attenzione, non bloccarla per evitare che si faccia e per lasciare che le strade restino libere di zozzume, no, bloccarla per accertarsi che il bando si faccia bene, che l'assegnazione, una volta effettuata, sia inattaccabile e che non succeda come Piazza Navona. 
Noi invece speriamo in una Piazza Navona, e speriamo che il Commissario blocchi tutto anche qui. Poi speriamo che il nuovo sindaco spazzi via questa ennesima schifezza.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog