Doveva essere il giorno del via libera per l’Aula, e invece è stato un nulla di fatto, in commissione Giustizia al Senato, sul disegno di legge per la responsabilità civile dei magistrati, che introduce l’obbligo di rivalsa da parte dello Stato nei confronti del giudice chiamato a risarcire il danno (estendendo l’ipotesi anche al danno non patrimoniale), e abolisce la cosiddetta udienza filtro. La proposta di rinvio – al 15 luglio – è stata avanzata dal relatore, il socialista Enrico Buemi, che ha chiesto più tempo per cercare di sciogliere i nodi più intricati, a partire da quanto prelevare dallo stipendio del magistrato per il risarcimento. Sul punto le divisioni sono anche all’interno della maggioranza, tra chi vorrebbe lasciare la norma attualmente in vigore – di un terzo dell’annualità dello stipendio – e chi, come lo stesso Buemi, vorrebbe invece aumentarla almeno alla metà.
A suscitare perplessità è anche l’emendamento, presentato dallo stesso relatore, che impone ai magistrati l’obbligo di attenersi all’interpretazione delle Sezioni unite della Cassazione. In caso contrario, dovrebbero motivarne il perché. Tutti i gruppi sembrano comunque voler trovare un accordo.
Con l’approvazione del disegno di legge il Governo mira anche al superamento della norma sulla responsabilità diretta dei magistrati, contenuta nella legge comunitaria. Il testo, voluto dalla Lega e approvato alla Camera con voto segreto, accorda alla parte il diritto di rivalersi sul giudice, senza passare per lo Stato. Un intervento in materia va fatto, spiega il vice ministro Enrico Costa. La risposta giusta va data però in una legge organica e non in un emendamento nella legge comunitaria. Emendamento che, scommette Costa, verrà stralciato.
MC