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Reato di negazionismo. Commissione Giustizia lo blocca

Creato il 17 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
La Commissione Giustizia, con 5 voti contrari, rimanda il reato di negazionismo alla discussione in Senato. Polemiche da parte del Pd.

Photo credit: Sailko / Wikipedia / CC BY-SA 3.0.

Piccolo stop sul fronte del reato di negazionismo. In Senato è giunto il Ddl che prevede l’introduzione del nuovo reato, che prevede una pena da uno a cinque anni per chiunque “nega l’esistenza di crimini di guerra o di genocidio o contro l’umanità”. Nonostante le pressioni del presidente Grasso, complice anche l’accelerazione chiesta dal presidente Napolitano, il testo non viene approvato senza passare direttamente dall’aula. Di norma la commissione Giustizia avrebbe potuto licenziarlo senza ulteriori rallentamenti, ma il no di 5 senatori della commissione ha bloccato l’accelerazione, rimandando tutto in aula. I 5 no sono stati dei senatori del Movimento Cinque Stelle Enrico Cappelletti, Mario Giarrusso, Maurizio Buccarella e Paola Taverna e del senatore eletto nelle fila del Pd ma passato al gruppo misto come socialista Enrico Buemi. L’accelerazione sul reato negazionismo viene quindi a mancare e  il presidente della commissione Francesco Nitto Palma si prepara a mettere tutto in mano al presidente Piero Grasso per convocare la seduta in Aula. Grasso parla di “occasione perduta”, mentre dal Pd si alzano voci contro il Movimento Cinque Stelle e contro lo stesso “alleato” Buemi. Il capogruppo Pd al Senato Zanda e la presidente della commissione affari istituzionali Finocchiaro parlano senza mezzi termini di “furia devastatrice” del Movimento Cinque Stelle. Zanda attacca anche Buemi: “non mi stupisce che la furia devastatrice dei Cinque Stelle si abbatta anche su provvedimenti di civiltà come il negazionismo dell’Olocausto, ma che il senatore Buemi, che si dice socialista, è iscritto al gruppo delle Autonomie ed è stato eletto nelle file del Pd, impedisca l’approcazione del provvedimento sul negazionismo votando assieme ai Cinque stelle, questo mi sorprende moltissimo”.  Si difendono i diretti interessati, minimizzando la faccenda e parlando di “vizi di forma”. La senatrice Taverna del Movimento Cinque Stelle spiega le motivazioni: “vogliamo il rispetto della sovranità del Parlamento, vogliamo informare e rendere i cittadini partecipi: per questo abbiamo detto no alla deliberante e vogliamo che si vada a discutere in Aula. Mi sono offerta di portare in capigruppo la proposta di discutere il provvedimento in Aula anche domani”. La scelta dei Cinque Stelle ha sorpreso ancora di più anche perché due senatori del gruppo sono anche firmatari del testo originario della legge. Anche il senatore Buemi non si dice contrario al provvedimento: “non ci ho ripensato, ho solo chiesto il rispetto delle regole parlamentari. Oggi la deliberante è stata convocata in contemporanea all’aula alle 13 e 45 per le 14 e 30, ovvero 45 minuti prima dell’orario di seduta. Il presidente Grasso e il presidente Nitto Palma se hanno urgenza convochino a fine Aula la commissione anche con gli stessi tempi di preavviso. Il presidente Grasso mi dia il dono dell’ubiquità, ovviamente anche agli altri membri della Commissione giustizia e potremmo soddisfare le sue esigenze, anche durante il dibattito parlamentare dell’aula. Per il momento abbiamo tutta la nottata a disposizione, chiaramente sempre a fine Aula”.


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