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Senegal /Difficile Ramadan riguardante le differenti confraternite islamiche e per la calendarizzazione e anche per via del carovita effettivo

Creato il 22 giugno 2015 da Marianna06

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Il Ramadan, in Senegal, è spesso anche il mese del’incertezza. Paradossalmente, anche sulla data d’inizio del periodo sacro che i fedeli islamici dedicano al digiuno, nel paese dell’Africa occidentale, quest’anno, c’è disaccordo. Ognuna delle confraternite che sono uno dei tratti distintivi dell’Islam nel paese, infatti, fissa la data indipendentemente dalle altre.

Per molti, dunque, giovedì è stato il primo giorno di Ramadan, ma la commissione nazionale incaricata di osservare le fasi lunari (fenomeno da cui dipende la data d’inizio del mese) lo ha ufficialmente fissato a venerdì scorso. Una discrepanza che si ripercuoterà anche sull’importante festività di Eid-al-Fitr, che segna la fine del mese, ma su cui le autorità hanno deciso di non intervenire. Il Senegal, nonostante l’Islam sia la religione prevalente con il 94% dei fedeli, “è uno stato laico” ha affermato negli scorsi anni a questo proposito il presidente della repubblica Macky Sall.

In effetti, a preoccupare i cittadini in questo periodo sono più le questioni finanziarie che quelle cronologiche: il Ramadan è infatti anche un periodo di ingenti spese. Acquistare pesce, riso e datteri per la rottura del digiuno dopo il tramonto (ngoudou, in lingua wolof), infatti, rappresenta per molti un costo supplementare, con prezzi che, in alcuni casi, arrivano a raddoppiare. La spesa quotidiana dunque, può passare dai 2.500 ai 5.000 o anche 6.000 franchi (cioè da 4 a circa 9 euro).

A pesare sui bilanci familiari è anche la consuetudine del “sukerou kor”: la serie di regali che le donne debbono fare alla famiglia del marito in segno di cortesia. Almeno 20.000 franchi (30 euro) vengono impiegati da ogni donna – o dalla sua famiglia – per portare avanti questa tradizione, che tuttavia porta a volte anche all’indebitamento. Chi può, dunque, cerca di fare fronte ai costi del mese sacro muovendosi in anticipo: ad esempio, facendo provviste nelle settimane precedenti, in modo da non risentire dell’aumento dei prezzi.

                   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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