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Senegal / Identità e salute messa a rischio da una cosmetica truffaldina

Creato il 18 febbraio 2013 da Marianna06

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Giocando su le insoddisfazioni e i complessi di parecchie donne,  quasi sempre personcine fragili caratterialmente, l’industria della cosmetica cerca di fare più affari possibili (in soldoni) dappertutto.

E, com’è naturale che sia, è arrivata da tempo, anche in Africa, a raccontare le “sue” favole alle più credulone.

E pare che abbia avuto e abbia ancora per qualche tempo, se non si corre ai ripari, discrete possibilità di successo.

Le donne africane, e in questo caso particolare siamo in Senegal, bramano la pelle “bianca” come quella delle occidentali, che considerano sinonimo di autentica bellezza.

Così la”Khess Petch”, radicata su quella che è la potente lobby del settore, non se lo fa certo ripetere due volte, distribuendo in giro, nel Paese ,tutte le sue”miracolose” creme.

Sta di fatto, però, che questa volta, fortunatamente le aspettative non sono quelle attese.

Infatti, a mettere l’alt al deleterio “fenomeno” si è contrapposta, al momento, una capillare campagna pubblicitaria in tutti i luoghi possibili e immaginabili del Senegal da parte del collettivo “Nuul Kukk”. E cioè “Tutta nera” in lingua wolof.

E l’augurio è che riesca presto e bene nell’intento di frenare una penetrazione di mercato decisamente assai pericolosa per la salute  delle donne.

Le donne africane, specie le ragazze senegalesi, in genere sono bellissime così come Dio e la loro mamma le ha create e messe all’onore del mondo.

Hanno fascino da vendere alle occidentali.

Non hanno bisogno perciò , nella loro innata bellezza, di cambiamenti come può essere, appunto, la depigmentazione.

Soprattutto in quanto, l’uso prolungato di queste creme menzognere,che promettono miracoli nell’arco di quindici- venti giorni al massimo, bruciano solo la pelle.

E, cosa terribile, lasciano una quantità di vistosi segni indelebili sul corpo.

La campagna pubblicitaria del collettivo “Nuul Kukk” dovrebbe sortire successo non fosse altro perché massicciamente sostenuta da cantanti, stilisti e artisti in genere, senegalesi ma, soprattutto, da medici di fama internazionale.

Questi sanitari, dermatologi, hanno creato, anni addietro, l’Aiida e cioè l’Associazione internazionale d’informazione sulla depigmentazione artificiale.

 E, quindi, informano con competenza professionale su tutti i danni ad essa connessi.

Danni che possono riguardare non solo la pelle ma la salute fisica e psichica in senso lato.

Il fatto è che l’acquisto di questo genere di prodotti cosmetici può avvenire, e spesso avviene  fuori controllo legale.

Pertanto l’obiettivo da perseguire ,e senza girarci troppo intorno, è quello essenzialmente di rafforzare l’autostima delle potenziali acquirenti. E diffondere il"messaggio".

Non c'è altro.

La vanità, infatti, è "femmina".

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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Inviato il 19 febbraio a 10:34

senza dimenticarci che anche le donne toubab ne fanno di tutti i colori: operazioni chirurgiche, liposuzioni, labbra alla africana, lampade ( cancerogene) per abbronzarsi e avere la pelle marroneecc ecc

Da Miria R. Thiaw
Inviato il 18 febbraio a 20:18

Marianna, quando spieghiamo il pericolo che comporta l'uso di queste creme alcune sorridono, speriamo che recepiscano comunque il messaggio.