Il protagonista però realizza molto presto di aver idealizzato Angelina che comincia ad apparirgli un po' rozza, grossolana, quasi volgare. Eppure il distacco dalla donna diventa per lui più difficile del previsto in quanto nonostante le effettive mancanze di Angelina, la giovane riesce comunque a trasmettergli quella giovinezza che in lui è già sparita da tempo.
La situazione si complica però ulteriormente quando sia Angelina sia la sorella di Emilio, Amalia, si innamorano di Stefano Balli lasciando infine che il protagonista finisca nuovamente in solitudine e trincerato dietro la propria irriducibile senilità.
Analogamente a "Una vita", anche questo romanzo di Italo Svevo ha a che fare dopo tutto con un impiegato inetto che però vive e consuma la sua inettitudine lottando tra una spinta verso gli impulsi dell'eros e le convenzioni borghesi, tra vita, vitalità e senilità. Emilio infatti sente solo il fascino della trasgressione senza tuttavia riuscire a consumarla davvero, o per lo meno tentando di rinchiuderla entro confini convenzionalmente accettabili in una dimensione sicura e al riparo da rischi. L'attrazione repulsione di Emilio nei confronti di Angiolina ne sono un chiaro esempio, e se da un lato la giovane sembrerebbe spingerlo a viversi le emozioni e il richiamo delle pulsioni amorose, dall'altro egli rifiuta tali attrattive preferendo ripiegare verso scenari più sicuri e controllabili.
Nonostante egli provi comunque a lanciarsi e a vivere quella affascinante trasgressione, le sue scelte lo condannano ad un inevitabile fallimento eleggendolo inevitabilmente inetto alla stessa stregua di Alfonso Nitti, protagonista di "Una vita".