Oggi è la classica giornata in cui avrei voluto essere un pittore.
Tornando verso casa in macchina, si stendevano davanti a me, oltre l’asfalto traslucido per i residui della pioggia, catene di neve; le ombre delle nuvole lasciavano di tanto in tanto uno spazio per il verde dell’erba, un verde irreale, come fosse stato dentro a un quadro di Van Gogh; e le case stagliavano i loro colori attorno, come una presenza di lucidità estrema nella mente cupa di un senescente.
Avrei voluto abbeverarmi alla fonte della bellezza, mentre sentivo sulle braccia il respiro gelido dell’aria, filtrare da una fessura non ben chiusa del mio finestrino.
Sensazioni. Come vibrazioni che fan sentire di essere vivo.
Oggi vorrei essere un pittore. Perché la parole bastano solo a sé stesse; per certe cose ci vuole la magia del colore.
Dublin time [18:18] – 3rd day (Photo credit: Un ragazzo chiamato Bi)