Magazine Diario personale

Sensazioni altalenanti…

Da Maurizio Lorenzi

Scrivere correttamente e comprensibilmente talvolta può essere davvero complicato. Leggere per credere, come io ho scritto per provare a comprendere.

testa a posto
Credo che la vita sia un’altalena. Anzi, non lo credo. Ne sono praticamente certo. Gli unici dubbi sono legati all’identità di chi la spinge in avanti, questa benedetta (!) altalena, a strattoni irregolari.

Qui si balla su e giù, di brutto. A volte su, verso l’azzurro della meraviglia, altre giù, direzione terreno umido ma a suo modo fertile. E’ un pò come un panino pesante nello stomaco, che non si decide ad andare nella direzione meno dannosa alla digestione: su e giù, senza tregua!

E mentre si balla senza slancio, ci si confronta, attimo dopo attimo, con se stessi e la voglia di “non sentirsi soli”. Oggi, più che mai, è così. Oggi, mese di marzo anno 2010, è proprio così. E’ la voglia di non sentirsi soli a dare l’assalto alla nostra anima.

Ma esiste, per davvero, la voglia di “non sentirsi soli“?

Quella che poi è una netta e strana voglia (o solo desiderio o magari paura) che ti assale negli attimi di smarrimento che rendono il nostro peregrinare mondano macchinoso e solo un pò più riflessivo del solito. Eppure lo dovremmo sapere che sono “solo periodi”, fasi della vita. Eppure ce lo dicono da una vita che ci sono periodi buoni e meno buoni e che bisogna accettare questo andirivieni di accadimenti. Eppure tendiamo a fregarcene di quello che ci dicono da una vita (o da due o persino da tre!). 

Di fatto, però, questi giorni si susseguono strani, veloci e lenti allo stesso tempo, legati e slegati tra di loro in maniera del tutto spiegabile dalla nostra interiorità combattuta e combattente (così come in maniera del tutto inspiegabile dall’interiorità altrui).

Combattuta e combattente. E magari sorridente.

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Eppure, in questi giorni a tratti silenti e rumorosi, giusto per non farci mancare nulla, si insinua anche anche quell’anomalo ”dovere amorevole” (nel senso più elevato del termine) di non esprimere sensazioni e sentimenti, per il bene di chi ci sta a cuore. Un bene puro, essenziale, di quelli che fanno respirare meglio, anzi, non meglio. Solo bene, insomma, come si deve.

Il silenzio a volte costa, eccome se costa. Non fa nulla che per certi versi sia necessario. Non cambia poi molto se è figlio della saggezza. Non modifica la sostanza del concetto. E’ tosta tenere botta, nonostante in amore sia tutto tremendamente lecito. Anche amare in silenzio. Amare per davvero, in silenzio.

Anche amare in silenzio, ognuno sulla sua strada.

Sensazioni altalenanti, in questi giorni. Di continuo, chissà fino a quando.

Amare in silenzio. Quando si ama oper davvero.

Lo so che lo sai.

Lo sai che lo so.

 


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