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“C’è altra gente, più o meno i soliti fauni che s’incontrano in questi anni di rincoglionimento generale, però belli e vivibili né più né meno degli altri. Piuttosto non ci sono vecchi come ancora in molte osterie della bassa Reggio che li vedi coi loro toscani biascicati fino all’inverosimile e appiccicati all’angolo delle labbra che nemmeno uno sbadiglio sboccato riuscirebbe a far cadere, sempre pronti a ricordare e canticchiare, una volta avviati non si fermano più. Se ne stanno scomparendo anche loro insieme ai prezzi bassi, alle tovaglie di plastica, ai muri scrostati e caliginosi, però ci si può almeno appoggiare. Restano in pochi qua e là e quando li si incontra è un indefinibile trapasso d’esperienza che capita, un attimo di comunicazione, quella vera, persino ardente e si rimane poi lì tutta la notte a menarsela su e giù dagli anni, avanti e indietro nel tempo in una bella confusione che però è la storia viva e anche storianostra”.