I contrastanti dati di fine trimestre dell’anno 2013 (usciti tra gennaio febbraio scorso), riferiti alla situazione economica Europea, non facevano presagire a nulla di buono nemmeno per quest’ anno. Eppure pare invece che, seppur ancora con troppa lentezza, si comincino ad intravedere dei miglioramenti.
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La prova certa sotto questo aspetto viene rappresentata dall’ andamento dell’ indicatore del sentiment economico dell’eurozona (come rappresentata dal grafico) che con gli ultimi dati disponibili ha confermato la continuazione al rialzo dell’economia europea nel suo complesso, addirittura con una più marcata accelerazione rispetto ai mesi precedenti.
Motivo per cui è plausibile attendersi un graduale incremento del pil nei prossimi mesi, anche grazie alla disponibilità della Bce che ha espressamente ribadito di essere sempre pronta ad intervenire con misure anche non convenzionali a sostegno dell’attuale fase di ripresa, qualora ce ne fosse bisogno.
Tuttavia risulta ovvio che qualunque evento esogeno negativo come quello rappresentato nell’ ultimo mese dalla crisi Russo-Ucraina, potrà in ogni momento far peggiorare tale situazione, in modo particolare se dovesse avere dei risvolti mondiali, ma che al momento con la diplomazia dei rappresentanti europei, in particolare di quelli tedeschi, si sta cercando in tutti i modi di calmierare, onde evitare gli effetti negativi.
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In questo clima, quello che ancora una volta risulta evidente, è la maggior crescita economica che continua a persistere per la sola Germania, poco intaccata anche da un cambio euro–dollaro che pare sempre più orientato ancora al rialzo con possibili strappi nei prossimi mesi verso l’ area 1,40 – 1,42, a discapito di alcuni paesi periferici ed in particolare per l’Italia.
E quindi, è anche per questo motivo che il neo eletto presidente del consiglio Matteo Renzi, sta lanciando un piano di sostegno per i consumi interni nel tentativo di compensare un eventuale peggioramento dei dati derivanti dal fronte delle vendite con l’estero, oltre ad incentivare le nuove assunzioni con il taglio del cuneo fiscale.
Ci resta infine il grosso problema del debito pubblico, sempre più ingigantito, ma sul quale l’Italia ha ribadito di fare tutti gli sforzi necessari per ridurlo quanto prima.E sarà allora compito poi del ministro Padoan, ex capo economista dell’Ocse, a far si che vengano via via attuate le riforme strutturali di cui il paese necessita, per garantire una maggiore competitività al paese, unica via per ridurre con serenità il peso del debito, ma con l’avvertimento che questa volta non c’è proprio più tempo e che potrebbe costarci a caro prezzo il suo eventuale fallimento.