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Sentito al bar...e adesso cosa succede al motociclismo

Da Motociclistidatavola
Cari Tavolini, mentre ci avviciniamo ad Eicma fiduciosi e golosi ecco la seconda puntata del nostro “sentito al bar”. Ripeto velocemente quanto detto l'ultima volta: si tratta di pensieri liberi, da bar appunto, senza alcun valore e centrati sul mondo del motociclismo, specialmente quello sportivo. Sono pensieri così, per condividere un'opinione e aspettarne altre, tutte valide.La riflessione nasce nel post Valencia. Credo che quanto accaduto segni un confine, una di quelle linee che, una volta superate, è difficile tornare indietro. Non faremo qui valutazioni che trovate già fatte altrove e con più cognizione di causa. Tutti hanno detto la loro e ormai potete tranquillamente sposare una o l'altra teoria.Noi partiamo da una frase “sentita al bar” (nello specifico non proprio un bar ma un social), la frase iniziava con un “certo che una volta i piloti...”. Ecco non concludiamo neppure la frase perchè quello che ci interessa non è riflettere su come si comportavano una volta i piloti ma su chi erano i piloti una volta. Perchè prima bisogna provare a capire chi sono e poi pensiamo a cosa fanno o hanno fatto.La metto giù in modo diretto: la MotoGP è uno sport? Oppure è uno spettatolo, un circus? I motociclisti sono sportivi? Oppure sono lavoratori professionisti di uno spettacolo? La risposta non è bianco o nero, la risposta forse bisogna cercarla nelle sfumature.Sentito al bar...e adesso cosa succede al motociclismoPrendiamo una linea, da una parte mettiamo il wrestling come esempio di “non sport” e dall'altra mettiamo uno sport “nobile”, magari il rugby o l'atletica. E' chiaro che ci siamo ai due estremi, uno è uno show dove il risultato non conta, l'altro è uno sport dove il risultato è tutto. Bolt senza le medaglie d'oro non farebbe “l'arciere”, per capirci. Detto che anche i wrestler sono degli atleti esagerati, ma non competono “realmente”.Ecco, dove si pone il motociclismo? Il motociclismo è sport? Rossi e Marquez lottano per un anno e poi si dividono le royalties delle magliette, ha senso? E' giusto? E' pulito? Anni fa, ad una presentazione di un libro, sentii un ex calciatore dire “ai miei tempi eravamo 22 ragazzi per squadra, adesso sono 26 società per azioni per squadra”. Vero, anzi verissimo (poi l'ha detto Beccalossi che con quel sinistro lì può dire quel che vuole).I motociclisti cosa sono? Sono più atleti o sono più professionisti? La mia opinione da bar è che siano più professionisti e che i risultati contino molto ma che conti molto anche come fanno i professionisti. Ho a casa un compressore che sopra l'immagine di Capirossi (testimonial di quella marca) e ho davanti la faccia di Lorenzo che posa per la Sector. E' lampante che prima per Capirossi fare il testimonial era un “di più” mentre Lorenzo è un professionista circondato da professionisti. Quindi conta vincere, conta tantissimo anzi, ma conta anche essere Hayden ed essere americano per andare in Ducati, ad esempio. Ormai girano tanti soldi nella MotoGP ma i compensi dei piloti raddoppiano con gli sponsor. E avere gli sponsor è sempre meno avere un patacchino sulla tuta ed è sempre di più comportarsi da professionista anche fuori.C'è una leggenda, una storiella, che riguarda Michale Jordan: durante una riunione uno del suo staff (non ricordo che ruolo avesse) si presenta con un paio di Adidas, il giorno dopo MJ gli recapita a casa una fornitura di Nike sufficiente per tutta al vita. Adesso lo sportivo è questo, quello che nota tutto quello che gli gira attorno. Questo “sporca” lo sport? Per me no, almeno se la cosa è gestita. Se la nascondiamo sotto al mantello perchè un po' ci fa vergogna, perchè pensiamo che lo sport sia altro, allora finirà con avvelenare lo sport. Riprendo anche in questo post la NBA come esempio. Ovviamente, esempio non perfetto, solo per ragionare. La NBA ha trasformato uno sport, il basket, in uno show. I palazzetti americani sono sempre pieni, ho letto l'altro giorno che Miami ha festeggiato il 250 tutto esaurito consecutivo (e non è la sola e non è la migliore in questo).E a vedere il basket in USA ci vanno i tifosi, gli appassionati, i turisti (ormai andare a New York e non passare dalla Barclays Arena è quasi vietato, non cito neppure il Madison Square Garden...). Il Basket in America è uno show. I giocatori sono attori, ballerini, cantanti, manager, imprenditori e anche atleti. Firmano contratti imbarazzanti, spostano business (fate una ricerca e provate a scoprire quanti posti di lavoro ha creato LeBron quando è tornato a Cleveland, è imbarazzante, altro che obsAct.), fanno conti su conti.Poi però quella del basket maschile è la medaglia olimpica più scontata. Certo, ad Atene sono incappati in una brutta esperienza ma se vogliono vincere la medaglia olimpica non c'è verso, almeno non ancora. E dire che di giocatori non americani ce ne sono tanti anche in NBA e dire che alle olimpiadi si gioca con le “nostre” regole più che con le loro. Però ancora il loro livello non lo avviciniamo. In una partita secca tutto può succedere ma è chiaro che loro sono ancora i più forti. Nonostante da loro più che sport si possa parlare di show, nonostante i soldi, nonostante i contratti, nonostante tutto. Il tutto per dire cosa? Eccellenza sportiva e business possono convivere, devono però essere adeguati tutti gli attori. Ci vogliono manager di livello per poter gestire soldi, contratti e per poter supportare la crescita in modo che il business non venga spremuto ma che venga sviluppato. Il rischio di spremere per un decennio un logo ormai acquisito è molto grande. Invece ora c'è un prodotto che può funzionare, che può trasformarsi in eccellenza e può essere gestito aggiungendo professionismo senza togliere competizione. Il “nuovo” pilota, diverso da quello citato all'inizio del post, non ha per forza qualcosa in meno. Certo, si corre il rischio di avere ogni tanto dei piloti wrestler, che non sono lì per competere (la F1 ci ha fatto vedere ogni tanto qualche sedile di monoposto occupato per meriti geografici più che sportivi) ma se si fanno crescere i due aspetti, non li si nega e non li si nasconde, potremmo avere fra breve uno show spettacolare, che attira pubblico ma con un livello tecnico e di competizione senza paragoni, da top mondiale. Come succede in NBA, uno spettacolo che piace, che attira pubblico ma che non scalfisce il livello tecnico cui viene praticato (olimpiadi docet).Io spero che chi gestisce il business non si faccia deviare da questa direzione, perchè la risposta deve essere questa, possiamo portare il motociclismo al piano superiore attirando poi piloti veloci e preparati. Altrimenti fra qualche anno attireremo piloti “visibili” e poco più.
Ovviamente tutto questo l'ho sentito il bar, magari chi lo diceva era un po' alticcio, sapete, è arrivato il novello.

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