di Iannozzi Giuseppe
ricordando H.P. Lovecraft
A cinquanta anni non aveva ancora amato e non si era dato pensiero d’impelagarsi in una relazione amorosa. La sua vita scorreva lenta, senza scossoni: né il sesso né l’amore lo interessavano. Howard non aveva interesse per le donne, il sesso gli sembrava una cosa inutile e sporca: perché due persone sane di mente avrebbero dovuto provare il desiderio d’accoppiarsi? L’idea di due corpi congiunti in un amplesso procreativo lo faceva stomacare. I sentimenti non li considerava neanche: passione felicità tristezza non appartenevano alla sfera mentale della sua personalità. Obbediva perlopiù agli istinti primari, mangiare e bere con misura, vivere in tranquillità il più a lungo possibile. Non nutriva ambizioni sociali politiche artistiche. Quand’era molto giovane, poco più che un ventenne, aveva provato a dipingere: sulla tela aveva immortalato una colomba in volo, da sola in un immenso cielo blu asettico. La colomba era stata ritratta di schiena, per così dire, e persa in solitudine nell’immenso blu non suggeriva alcunché, impossibile dire se volasse incontro al sole, verso un tramonto o un’alba. Howard propose la tela a un critico, un amico, forse un amante della madre rimasta vedova in giovane età. La stroncatura fu inesorabile; tuttavia il giovane non se la prese affatto. Con freddezza assassina buttò tela pennelli e colori tra i rifiuti.
Howard arrivò ai cinquanta senza aver mai preso una multa o un rimprovero. Uomo di poche parole svolgeva il suo lavoro con precisione chirurgica ma non maniacale; impiegato in un ufficio grafico l’uomo studiava e disegnava biglietti d’auguri, e non di rado inventava lui stesso le forme augurali da abbinare alle immagini. Uomo integro, lontano dalla società seppur in essa inserito, non destava motivi di preoccupazione. Sù di lui mai una chiacchiera, e proprio in virtù della sua invisibilità sociale la gente gl’aveva risparmiato di dirlo gay o malato di mente. Howard agiva come un automa e non dando fastidio a nessuno nessuno si preoccupava di stabilire un qualche rapporto con lui o anche solo di conoscere la sua opinione in merito ai cambiamenti climatici.
Nella piccola cittadina di Providence l’uomo abitava in una villetta essenziale, tre camere e cucina: pochi i mobili, una sola sedia, un letto a una piazza, non un libro, non un diario né altro di simile, e nemmeno un apparecchio tv o un quotidiano. Finita la giornata lavorativa Howard tornava a casa, si metteva assiso sulla sedia e aspettava il crepuscolo, si preparava poi da mangiare e la sua serata la passava continuando a rimanere inchiodato alla sedia; poi verso le ventitre si alzava e con metodo si spogliava posando ogni capo d’abbigliamento sulla sedia. Una volta posata la testa sul cuscino tempo due minuti e già dormiva.
Ogni giorno uguale a quello precedente. Poi un bel dì di sole accade qualcosa. Howard si reca a raccogliere la posta dalla cassetta postale e la incontra. Una donna normale, né bella né brutta. Ma il cuore dell’uomo perde un colpo in petto. Forse due.
Lei è uguale a lui, e questo non può proprio sopportarlo. Anche lei è priva di sentimenti. Ma non c’è posto al mondo per una femmina così tanto uguale a lui. Per la prima volta in vita sua l’uomo prova rabbia, una rabbia che presto cangia in un freddo sentimento omicida. Prima che la donna possa anche solo pensare di dire un ma, il cinquantenne ha già stretto le sue mani intorno alla gola di lei che non oppone resistenza. Howard la fissa mentre diventa cianotica e la bocca le si spalanca in un muto spasmo. Sente la vita di lei fuggire verso il nulla assoluto, ma continua a stringere il collo del cadavere ancora e ancora. Le spezza il collo e finalmente lascia cadere a terra il corpo esanime. Unico testimone del delitto perpetrato un più che sorridente nano da giardino.
Del cadavere della donna non una traccia.
Dopo aver spezzato il collo alla sconosciuta perché nell’anima vuota e per questo troppo simile a lui, Howard rientrò in casa con in mano la posta, perlopiù pubblicità che avrebbe cestinato senza degnarla d’uno sguardo. Per il resto la sua giornata trascorse uguale a tutte le altre né più né meno.
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