1*
astratta propensione osservo dunque accolgo
l’ignoto nel mio sguardo mia sospensione
eppure riesco devota ad amare nonostante il grigio e
in questa posa distratta io ti conosco
2*
tornare nei luoghi confidando nella costanza della memoria
che poi anche l’abbandono ha le sue debolezze
e il marrone è da sempre preludio di infiorescenza
ricordi le mattine di calda colazione?
3*
il letto è vivido insospettisce il suo sguardo indagatore
sono sempre rimasta quiil disfacimento non disturba
si accorge forse un utero di essere sterile?
o non è – ogni ovulazione – un’epifania!
4*
sono sempre rimasta qui compiaciuta di me
attendo dici? ho scritto qualcosa di
buono tra le venature dello scrittoio
perché non muoiano le assonanze
5*
tu decidi di non attraversare questo
luogoche pure ci trattiene
io sostengo l’impronta del mio corpo
che non molla l’idea del possibile
6*
non sapevo che la felicità fosse un esercizio
un allenamento alla ricostruzione
di uno spazio che non è vuoto ma disatteso
tu sei il mio esercizio di gioia
7*
guarda quanta luce che c’è! non basta forse?
le piante sono dentro e vive
non vedi come mi ornamentano?
l’uscio è semprestato aperto non so perché
8*
non ho coltivato quest’anno
la terra non ha ricevuto e neanche io
sembra tutto così vivo in questa fine d’inverno
forse la neve quanto sole
9*
il pavimento disperde tracce di vissuto
le piante preferiscono restaredentro
cosa temono? c’è così tanta luce e
il pensiero è sempre bastato a se stesso
10*
aiutami a definire questo spazio
ché non disfi l’illusione
io sono l’unica tua sensazione di
perdita reperibile
11*
seppure la luce insiste ad esercitare presenza
la sua ingenuità non ci confonde
e non ristrutturiamo e non demoliamo questa intimità
che deteriora senza distrazione
12*
il fuoco come se fosse fonte di calore
la legna l’hai accatastata prima di partire
l’accetta la sai usare!
non ce ne siamo mai andati
13*
per quanto la valigia sia solo un’idea di contenuti possibili
noi coltiviamo un’intimità irrisolta che non trattiene
e la forma ha disconosciuto gli oggetti
in incapacità di composizione
14*
l’esistere è abbandonato all’idea di spazio che
non dialoga perché nessuno patteggia con il vuoto
che pure spadroneggia lasciando lo sguardo
isolato sull’abisso del movimento
testo poetico di Sofia Demetrula Rosati: http://trattiessenziali.com/
su book fotografico – Dicotomie- di Cristina Rizzi Guelfi: http://cristinarizziguelfi.tumblr.com/