Senza fine

Da Whitemary
Da piccola mi rifiutavo di guardare il telegiornale. Se lo schermo era acceso, scappavo (si, scappavo) in un'altra stanza. Avevo paura di sentire tutte le "cose brutte" che succedevano, avevo paura di sognarle di notte o di non riuscire ad addormentarmi. In questo momento sono sul divano a scrivere e la televisione è accesa. Sorrido a ripensarmi bambina e non posso fare a meno di riflettere. Probabilmente dovrei tornare a rifiutarmi di guardare le notizie. Tutta energia negativa, direbbero gli amanti dello zen. Mi ritrovo con una sensazione strada addosso, una sensazione non mia, ruvida e invadente. La necessità di essere sempre e comunque "informati", non permette di abbandonarsi all'ignoranza troppo a lungo. Sono conscia di essere l'emblema di chi non è mai abbastanza aggiornato, ma non riesco a decidermi: non so se abituarmi a quella strana e ruvida sensazione che mi causano le notizie di cataclismi e omicidi, o optare per un' "ignoranza rassicurante".Non è un rifiuto della realtà, è più un: "Ne prendo atto e mi dissocio". 
...non mi ricordo come proseguiva il ragionamento...mi sono persa nell'ultima scena di "127 ore".
B.

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