Oggi, infatti, si tiene a Roma un vertice tra i ministri di Lavoro ed Economia di Italia, Francia, Germania e Spagna, allo scopo di preparare il terreno per il Consiglio d'Europa, che si terrà a fine giugno, durante il quale, grazie alle pressioni dei Paesi sopra citati, verrà presentato un piano europeo di rilancio dell'occupazione, con annesso stanziamento di fondi. Un ottimo risultato, finalmente: non più parole, ma anche fatti (leggi: soldi).
Ancora non si conoscono tutti i dettagli della Youth Employment Initiative – questo il nome del progetto -, ma pare che preveda lo stanziamento di almeno sei miliardi di euro (circa 500 milioni andranno all'Italia), che partirà il primo gennaio 2014 e che rimarrà in vigore per tutto il biennio 2014-2015, per passare sotto verifica nel 2016, con la previsione di nuovi stanziamenti, in caso di risultati positivi.
Qui, però, sorge spontanea una domanda: il governo italiano come ha intenzione di spendere quei soldi? Per ora, l'unica risposta data da Letta e Giovannini è che si sta studiando un piano di sgravi fiscali per le assunzioni di under 35 con contratti stabili, cioè a tempo indeterminato. Ma dai, stai a vedere che, finalmente, qualcuno si è reso conto che la flessibilità/precarietà del mercato del lavoro, spacciata per anni come l'unico mezzo per garantire la crescita costante dell'economia, altro non è che una colossale fregatura. Aspettiamoci, quindi, l'ennesima riforma del lavoro.
Sarebbe, però, una sciocchezza, oltre che un'inutile perdita di tempo: a che serve una nuova legge sul lavoro, se posti di lavoro non ce ne sono? Prima di ideare nuove regole, infatti, serve creare le condizioni necessarie per la nascita di nuovi posti di lavoro, serve un piano industriale italiano, punto su cui, purtroppo, siamo molto carenti, visto che da anni, nel nostro Paese, non esiste una piano organico di sviluppo.
Ecco, quindi, quello di cui si dovrebbe occupare il governo, in attesa che arrivino i soldi (in fondo, manca ancora un bel po' a gennaio del 2014): Letta metta da parte qualunque altra cosa inutile (riforma della Costituzione, legge sulle intercettazioni e robaccia simile) e metta al lavoro tutto l'apparato statale per redigere un piano di riforma, serio e fattibile, dell'industria italiana.
Abbiamo le eccellenze da rafforzare (moda, cucina mediterranea, ecc.), abbiamo settori da riammodernare (turismo, siderurgia, ecc.), abbiamo nuovi campi da esplorare (internet, energie rinnovabili, ecc.), abbiamo le intelligenze da mettere in campo (quanti cervelli in fuga da riportre in patria…), mancano solo i soldi e un progetto serio. Letta ne sarà capace?
Danilo