Sono in fuga da terre e da tempi
dove fanno scempio del mio nome
e fanno scempi nel mio nome.
Ho affrontato traversate
che non riusciresti a misurare
e superato mari che mai
riusciresti a pattugliare.
Ho dato tutto ciò che possedevo
per arrivare da te.
Mio è il mare, ma ho pagato
un caro prezzo per attraversarlo
e giungere sulle tue rive.
Mi hai raccolto
stremato e quasi morto.
Pensi di avermi salvato.
E sei nel giusto.
Perché per vivere
ho bisogno di essere accolto.
Ora mi chiedi il nome.
Forse per accogliermi,
forse per respingermi.
Dubiti che possa mentirti.
Io non ho un nome.
Il mio nome è
Sono quello che sono.
Ho consegnato a te il potere di dare
un nome a tutto ciò che vive.
Ti consegno anche il potere
di dare un nome a me.
Il mio nome io lo imparerò da te.
Io sarò quello che tu vorrai io sia.
Non ti ruberò la terra,
non prenderò giovenchi dai tuoi recinti,
non ambisco ai tuoi tesori di metallo
o di pietra.
Non combatterò con te
né contro di te.
Ti chiedo solo di stare con te,
di ricevere da te un nome
come un figlio dal padre e dalla madre.
Per poter essere Io-con-te
fino alla fine dei giorni.
M.Matté
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)