Magazine Diario personale

Senza sovrastrutture

Creato il 24 gennaio 2016 da Povna @povna

La nuova collega di Chimica, Marcy, colei che è arrivata in sostituzione di Mafalda (e uno dei pochi nuovi acquisti che pare in grado di fare lezione in maniera autonoma, normale e soddisfatta) la scorsa settimana ha avvisato che sarebbe stata malata per tutti e cinque i giorni. Poiché siamo già in periodo di pre-influenza, la notizia non ha destato troppa sorpresa o interesse, e tutte le sue classi hanno progredito serene nelle loro consuete attività.
Capita però che Asya, la sorella di Parvati, che abita, felicemente, e con profitto, la classe degli Extraterrestri, giovedì pomeriggio si rechi in ospedale per trovare la neo-nata cuginetta e che, una volta lì, senta fare dall’infermiera il nome della professoressa Marcy. La sua indole attenta la spinge a seguire la traccia, e scopre così che l’insegnante è ricoverata in ospedale. Il giorno dopo, mentre all’intervallo mostra alla ‘povna e ai compagni la foto della bimba nuova di zecca, racconta anche quello che ha scoperto. La ‘povna si preoccupa, raccomanda a Asya di portare tantissimi saluti alla collega, quando tornerà in ospedale di pomeriggio, poi la campana suona, la ‘povna vola dai Mowgli e della questione non capita di riparlare.
Ieri sera, di ritorno dalla ScuolAperta, la ‘povna apre finalmente il computer, aggiorna e-mail e notizie dal canale telematico; ed è dal gruppo dei classe degli Alieni che la raggiunge la scoperta, sotto forma di un messaggio pubblico di Marcy. Finalmente dimessa, Marcy ringrazia i ragazzi “per la forte emozione che mi avete provocato con il vostro pensiero. Gesti come il vostro” – aggiunge “fanno sembrare il dolore fisico e la debolezza più accettabili”. La ‘povna intuisce, e poi si informa. Quello che è successo, banalmente, è che, una volta scoperta la malattia della loro professoressa, gli Extraterrestri, in medias res, e senza consultarsi con gli insegnanti, né andare in giro a pettegolare la situazione di Marcy in altre classi, si sono attivati, hanno preso un foglio bianco, ne hanno fatto un bigliettino al volo, con gli auguri di pronta guarigione. Poi lo hanno affidato ad Asya, che, nel pomeriggio, lo ha portato all’insegnante, insieme a un fiore.
Al sentire questo racconto, la ‘povna sorride, ovviamente, come farebbe chiunque. Ma, ancora di più, riflette compiaciuta sulla natura autonoma, completamente priva di sovrastrutture e di dinamiche, aliena appunto, che caratterizza, da sempre, gli Extraterrestri. Classe variegata quante altre mai, per provenienze e appartenenze, loro accettano tutto, tranquillamente, con la serenità della naturalezza. Così Asya vi porta il suo velo, tutti i giorni, e nessuno lo trova strano, il Mio Amico fa battute “sui neri che dovrebbero essere bravi negli sport” (lui è abbastanza un brocco) e tutti ridono. I due nuovi sono stati accolti con un sorriso, senza tante domande. Eliot, da che hanno iniziato a postare foto della lavagna sul canale telematico, quando la ‘povna finisce di spiegare scatta e manda, senza parlare e senza interrompere, come se fosse ovvio. Persino un episodio nato da babbioneria, ma potenzialmente brutto, che avrebbe potuto minare l’attitudine amichevole di Precisetti, si è risolto in una stretta di mano e un chiarimento – “Può capitare, a posto” – e subito dimenticato.
La ‘povna, mentre racconta tutto questo a Mr. Higgs, riflette sull’indole singolare di questa classe, e si ripromette di guardarli nei prossimi mesi (che poi per lei saranno con loro gli ultimi) attentamente. Perché il rischio di tutta questa semplicità che loro mettono nella capacità di relazione con il mondo, lei lo sa, è che poi la loro intrinseca originalità e bellezza ne risulti, irrimediabilmente, sottovalutata.


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