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“Senza titolo” di Hervé Tullet, Franco Cosimo Panini

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

senzatitolocopHervè Tullet, nei suoi libri, ci ha abituato all’interattività mossa puramente dalla fantasia.
I suoi albi si animano, le sue forme escono dalle pagine, si muovono, mutano con l’uso della sola immaginazione che, come una corrente, viaggia dall’autore al lettore mettendo in scena giochi sempre sorprendenti.

Un maestro nel campo, indubbiamente, e tutti i bambini che amano divertirsi con un libro, che vogliono fare della lettura un’esperienza attiva e partecipata dovrebbero conoscerlo.

Nel suo ultimo lavoro uscito poco tempo fa per la casa editrice Franco Cosimo Panini“Senza titolo” – Tullet diventa addirittura personaggio delle sue pagine, lasciando che i piccoli entrino nel processo creativo che porta alla composizione di un albo, che giochino con i protagonisti, con i disegni, perfino con la storia, in un racconto in divenire che si compone sotto le loro manine mentre sfogliano.

Un’idea originalissima e geniale e una realizzazione ricca di sorprese, ma allo stesso tempo fluida, scoppiettante e insieme compiuta e armoniosa.
Una storia non-storia che oltre ad essere piacevole e spassosa, spiega tra la righe cosa sia in effetti un libro, di cosa si componga – personaggi, trama, autore, titolo –  come si crei e, soprattutto, suggerisce che esso sia dotato di vita, che sia una creatura dinamica, vivace, a volte capricciosa, che capita che chi scrive e disegna si trovi ad andar dietro ai propri eroi di carta, che i racconti possano dipanarsi così, come per magia e che chi è dall’altra parte del foglio non abbia un ruolo subalterno ma di primo piano.
Il libro nasce e vive per ciascuno di noi, in un certo senso. E quale modo migliore per dirlo?

Inoltre il bambino lettore si diverte e gioca, ma allo stesso tempo può essere preso dal desiderio di partecipare all’albo, di colorarlo magari, di completarne alcune parti, oppure di dare lui una traccia ai vispi e buffi protagonisti, che paiono esistere anche al di fuori delle pagine.
Ed ecco che con un albo del genere la fantasia si esercita durante e dopo, perché tutto ciò che viene messo in scena, come fosse incantato, non si chiude sull’ultima facciata e può rimettersi in moto, ancora e ancora, per dare il via a nuove avventure.

Avete mai immaginato di sfogliare un libro non compiuto? Cosa potreste trovare?
I personaggi magari, ché quelli sono già stati pensati. Ma se si tratta di un illustrato forse nemmeno questi sono già finiti, è probabile che sorprenderli ancora scarabocchiati, tratteggiati, colorati appena o per nulla. E gli scenari non ci saranno ancora, così come la trama.
L’autore, quello sì, quello deve esserci per forza, ma magari è ancora preso dal suo flusso creativo, chiuso nel suo studio, un po’ arruffato, forse svogliato…

Una fatina, un porcellino, uno strano serpente con un occhio solo, un omino e un cagnolino stilizzati si accorgono d’improvviso che qualcuno ha aperto l’albo di cui sono protagonisti.

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Ma – allarme! – ha avuto l’ardire(o forse si è trattato di un disguido) di aprirlo anzitempo.
Se l’è trovato tra le mani quando ancora il lavoro non è compiuto – nemmeno il titolo c’è ancora!
Cosa fare se il lettore esigente – ma molto carino e simpatico – pare volere una storia seduta stante?
Semplice: bisogna ingegnarsi e se non ce la si fa da soli, pur avendo chiamato a raccolta perfino un cattivo spaventoso, è necessario che si vada a disturbare l’autore anche se  – ahimè- non ne sarà contento.

Ed ecco che anche Tullet stesso, nelle sembianza di una foto in primo piano che sormonta un corpo snello disegnato, entra a far parte del gruppo dei suoi eroi, curioso e bizzarro tanto quanto loro.

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E tra storie immaginate, luci accese e spente, interazioni con il lettore, piccoli colpi di scena, anche le pagine di un libro incompiuto andranno via via scemando fino ad arrivare alla conclusione, quando l’albo sarà chiuso e i personaggi, finalmente sereni, potranno tornate ai loro giochi.

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Un libro che con l’uso soltanto di carta, matita e colori riesce a creare un teatro, facendo sentire chi legge esattamente come se fosse su una poltrona davanti al palcoscenico, chiamato in causa come se anch’egli rientrasse – e in effetti è proprio così – nei meccanismi del racconto.
Un albo, quindi, non si compone solo di una trama e delle figure che la mettono in atto, ma è una creatura molto più complessa e magica, generata dalla fantasia dell’autore e da quella del lettore, dall’anima e il carattere dei protagonisti e dall’incontro, più o meno fruttuoso, tra tutte queste componenti.

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[L’opera, per struttura ed idea, ricorda un altro lavoro, di Mo Willems -  “Siamo in un libro!” edito da Il Castoro – nel quale un maialina peperina ed un simpatico elefante giocano con il lettore intessendo con esso la traccia del libro e invitandolo a partecipare.
Se siete interessati, invece, ad un altro geniale albo di Tullet, date un'occhiata a "Un libro".]

(età consigliata: dai 4 anni)

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