Magazine Diario personale

Separare i sassi dalle lenticchie.

Creato il 01 gennaio 2014 da Cristiana

Ho scritto poco questi giorni, lavorato tanto e il poco tempo libero l’ho dedicato alla fase finale di editing del prossimo romanzo che uscirà nei primi mesi del 2014.

Ho letto tutto come sempre, nel mio ruolo strano di chi partecipa alla vita politica pur non lavorando in politica. Così so le cose leggendo i giornali, come tutti d’altronde. Parlo del Milleproroghe o delle Millemarchette. Insomma sono tra quelli che a tutti i livelli amministrativi detesta questa pratica di destinare fondi per attività di vario tipo che come è noto, a meno di eccezioni, vanno ad ingrassare le relazioni personali tra eletti e elettori, senza nessun controllo di cosa si faccia poi effettivamente con i soldi, i nostri soldi e di questi tempi per chi paga le tasse e si suda lo stipendio (per chi ce l’ha) comincia ad essere davvero fastidioso il pensiero che quei soldi non subiscano alcun controllo. Quindi io quella rabbia la capisco, è figlia di questo tempo, non appartiene a Grillo o qualche altro populista di passaggio si chiami Bossi o Berlusconi ruolo che anche loro, in modi diversi, hanno ricoperto in egual modo.

E’ da qualche giorno che voglio dire una cosa semplice su Grillo e il M5S. Non ammettere che la presenza del M5S sia una presenza di controllo e vigilanza sarebbe da idioti. E’ la loro prima volta, la loro missione di “cittadini inviati in parlamento” è alla prima prova, sono freschi del mandato che si sono autoimposti. Non sappiamo quanto durerà questa luna di miele tutta autoreferenziale, è umano che quel legame con il loro principio si annacqui prima poi. Ma oggi sono utili in un contesto dove per troppo tempo si è inciuciato, pur facendo finta di stare l’un contro l’altro armati.

Poi il M5S ci dovrà dimostrare di sapere anche distinguere. E costruire. Ecco il fatto è che continuo a percepire segnali che non mi piacciono, quei semi totalitari che spuntano nel campo della disperazione: irridere tutto, squassare tutto. Non c’è distinzione. Non c’è critica. Non c’è discernimento. E’ come trovare un sasso in una busta di lenticchie e buttare via tutte le lenticchie, senza quel lavoro faticoso e paziente che è la discriminazione, lenticchia per lenticchia. Isolare i sassi. Sono come uno sciame sismico che poi si tramuta in terremoto. Non accadrà forse. Speriamo. Però mai sottovalutare la storia.

Un episodio lo racconta bene Andrea Romano, qui.

Poi il cortocircuito di questo post, in cui Grillo decide che l’uomo dell’anno è il finto interprete del funerale di Mandela (che poi forse non era finto, ma non esattamente un professionista e in ogni caso una persona con dei problemi). Chiaro l’intento provocatorio e dissacratorio, Grillo e Casaleggio demoliscono ogni mito popolare affinché non resti nulla se non la speranza nel loro progetto di salvezza. E’ un progetto culturale lucidissimo, quasi più chiaro di quello della P2 di Licio Gelli. I miti sono l’oppio dei popoli e Grillo e Casaleggio li buttano giù, fanno spazio sui basamenti delle statue. Per erigerne altre.

Ecco cosa mi fa paura per il 2014. Non riuscire a separare i sassi dalle lenticchie, non avere la forza politica e sociale di raccontare al Paese le cose come stanno, ridare a tutti noi la cultura della complessità. Questo è un passaggio politico e sociale sostanziale delle dinamiche organizzate.

La democrazia è un esercizio difficile e faticoso che chi comanda tra troppo tempo e quando non accade il necessario ricambio (non generazionale, proprio il ricambio bipolare tra maggioranza e opposizione) tende ad usare per confondere le idee, per non spiegare meriti e responsabilità. Guardate che le larghe intese sono un abuso palese in questo senso: determinano una zona politica neutra, in cui non è possibile individuare la visione. Si procede a tentoni, si liquefà ogni idea di parte. Il totalitarismo taglia tutto con l’accetta, scaturisce quando la democrazia viene usata come una clava per non far funzionare le cose. Ecco noi dobbiamo tirare fuori dalla democrazia il meglio per evitare che il totalitarismo – come forma di pensiero che poi può divenire anche altro, come il secolo passato ci sbatte in faccia ogni giorno – divenga l’unica strada possibile.


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