Magazine Diario personale

Sepolti in casa: come tutto ebbe inizio

Da Micamichela @micamichela
Il primo passo verso la guarigione è ammettere di avere un problema.
Io ho un problema.
Mi attacco sentimentalmente alle cose e poi quando devo buttare qualcosa mi viene l'ansia. Non so se è perché sono poverella e ho paura di non poter comprare altro o magari sono carenze d'affetto compensate dalle cose. Spero sia la prima perché nel secondo caso fra qualche anno verranno a trovarmi quelli di "Sepolti in casa".
Ogni tanto mi prende il guizzo (guizzo? guizzo) di riordinare e buttare perché boh, mi sembra una cosa bella, una cosa che si fa quando si vuole ricominciare e io voglio ricominciare. Allora mi metto alla scrivania, apro i cassetti uno alla volta e tiro fuori tutto con in testa ben chiaro l'obiettivo di eliminare e poi... Poi mi perdo a guardare e ricordare e va a finire che rimetto tutto dentro com'era prima. E non parlo di cose importanti, come il diario di Titti delle medie pieno di dediche, i peluche che avevo quando avevo 2 anni o il Mio caro diario, ma di cose brutte e che non hanno senso.
Ora però basta, ho deciso di cambiare.
Ho già eliminato soprammobili che erano in camera mia solo perché c'erano sempre stati: bambole di porcellana e bottiglie piene d'acqua colorata che qualcuno ha deciso io dovessi collezionare. Però sono regali e sono costati soldi quindi a buttarli mi sento in colpa, quindi sono finite nell'armadio, non è una vera eliminazione ma è pur sempre qualcosa.
Quello che ho veramente buttato, l'ho fatto un po' alla volta: diari mezzi scritti e mezzi no, spillette da appendere ai vestiti (quelle del 2003 che imitavano la moda degli anni '80), portachiavi, bracciali rigidi e collane trash portate a casa da lavoro e mai messe.
La cosa che mi fa più ansia però sono i vestiti: fino a poco tempo fa il mio armadio era pieno, facevo fatica ad aprire i cassetti e spostare gli appendini per vedere meglio le cose era impossibile, non c'era posto.
Non è che io avessi tanti vestiti, è che non buttavo niente dai tempi delle superiori e avevo anche alcune cose delle medie. Adesso sono riuscita a liberare un pochino di spazio, ma se dovessi veramente buttare tutto quello che non porto e non mi piace più o non mi va più bene dovrei eliminare un'altra metà della roba. Per fortuna sono spinta dal progetto Michela diventa una persona grande in cui una grande parte riguarda me che smetto di vestirmi come una barbona quando sono in casa e come una 16enne in jeans e maglietta quando esco.
È che scegliere è difficile.
Voglio dire, prima dell'estate ho preso il giubbino in jeans delle medie, gli ho staccato il colletto e ho stracciato un po' la tela, ci ho attaccato delle borchie sulla parte sopra, l'ho portato tantissimo e dopo due mesi ne è uscito uno identico su Zara. Alla fine il pensiero è sempre quello, "non si sa mai". Due anni fa se me l'avessero detto non ci avrei creduto che avrei rimesso un giubbino in jeans, neanche morta. E allora potrebbe succedere di nuovo con altre cose, potrei dover ricomprare cose che avevo già.
Ho iniziato dalle cose più ovvie: maglioni bruttini "per stare a casa", pigiami vecchi, camicie bianche rovinate, t-shirt poco serie ma ormai piccole, jeans che mi stanno male.
Devo fare una parentesi su un paio di jeans in particolare: regalo dei 18 anni di mio fratello, Dondup con vita bassa e strappi sul davanti, portati talmente tanto che ho dovuto metterci una pezza sul cavallo perché gli strappi si erano allargati e mi si vedeva il culo. Ecco,  poco tempo fa ho perso qualche chilo e tutta contenta li ho rimessi: una traggedia. Ogni superficie riflettente mi diceva la stessa cosa: come hai fatto per anni a portare questi jeans senza renderti conto di come ti stanno dimmerda? Però non li ho buttati, li ho piegati, imbustati e messi via tra le cose a cui voglio bene, quelle che so benissimo non metterò mai più ma non posso buttare.
A scriverlo sì, ho eliminato un sacco di roba negli ultimi mesi e sembra sia stato facile, ma ognuna di queste cose è sostata sulla scrivania, sulla sedia, sul puff, dietro la porta per un tempo indefinito, finché non mi sono stufata.
E non ho ancora finito.
Ieri ho tirato fuori tre maglioni pesanti da eliminare: uno a righe nere e grigie che mi piacerebbe ancora, ma è in puro poliestere vergine e si è accorciato, uno viola a righe fucsia e uno grigio con davanti dei rombi rosa e fucsia.
ORA: uno è piccolo e ok, gli altri due sono viola e fucsia e rosa e a rombi e quando mai io potrò mai volere indossare di nuovo della roba viola e fucsia e rosa e a rombi? Mai, eppure anche stavolta non ce l'ho fatta a mettere tutto nella borsa da dare via, ma li ho solo spostati dal cassetto alla scrivania e oggi dalla scrivania all'armadio in corridoio.
Prima di sera ce la farò.
Magari domani.

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