Il giro del triveneto, di martedì e mercoledì scorso, in cerca di legno che ancora non sta in filiera, ha avuto come epilogo, dopo un sopralluogo dalle parti di Spilimbergo, un pranzo a Sequals.
Sequals è il paese che ha dato i natali a Primo Carnera.
Primo Carnera è stato un pugile che negli anni trenta raggiunse il titolo mondiale dei pesi massimi.
Il mito nacque subito attorno alla sua eccezionale forza fisica e la sua alta statura.
Carnera nasce il 25 ottobre 1906. Alla nascita pesava circa 8 kg. Evento eccezionale ancora oggi, ma realmente straordinario in un periodo storico in cui la povertà, la fame e la disoccupazione erano problemi sociali molto più diffusi e drammatici di oggi.
In un'epoca in cui l'altezza media si aggirava sui 160 cm, Carnera era alto 197.5 centimetri, per 129 chili, e calzava il 52 di scarpe.
Carnera diventa un eroe nazionale, un uomo invincibile e ancor di più dopo aver conquistato il titolo mondiale, che incrementa la riproduzione di fumetti, manifesti e articoli che lo omaggiano come fosse una divinità.
Entriamo nel ristorante cantina "al Bottegon". Mi preparano al personaggio. Mi dicono, se ho capito bene, che sia il marito di una nipote di Carnera.
Lo salutiamo, sente il mio accento toscano e mi chiede di dove sono. – Di Pisa –, rispondo.
– La torre! –, esclama lui. Si allontana un attimo, e si sente iniziare una canzone di Gino Latilla degli anni '30, "Evviva la Torre di Pisa".
Evviva la Torre di Pisache pende, che pendema sempre sta su.Evviva la Torre di Pisache pende, che pendee mai non vien giú.
Il ristorante è tappezzato di foto di Primo Carnera, ma anche di Mussolini, ed altre foto più recenti, dal dubbio gusto.
Si mangia il San Daniele, ed uno squisito piatto di spaghetti al ragù.
A fine pranzo, spettacolino per i commensali. Il padrone del ristorante, si mette un cappellino con il fascio littorio, e fa la pantomima sulle parole del discorso di Mussolini di dichiarazione di guerra alla Francia e all'Inghilterra.
Poi anche alla proclamazione dell'Impero.
Non lo vedevo bene perché a me di spalle. Ma la vena autoironica con cui faceva il suo spettacolino, rendeva il tutto sufficientemente sopportabile....
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