L’ordinanza con cui il gip ha disposto il sequestro della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure parla di nesso di causalità tra le emissioni, le morti e le patologie. E la prova del disastro ambientale doloso con conseguenza sulla salute dei cittadini starebbe nella rarefazione dei licheni e nell’aumento delle malattie.
La Tirreno Power, in provincia di Savona (civonline.it)
La procura di Savona, che indaga sulle emissioni della centrale a carbone Tirreno Power, ha chiesto il sequestro dell’impianto. La richiesta è arrivata in seguito alle verifiche effettuate dai consulenti del Ministero dell’Ambiente e della Procura. Sarebbe emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall’Autorizzazione integrata ambientale e l’assenza del sistema di monitoraggio a camino. Sono due i filoni d’inchiesta per disastro ambientale e omicidio colposo e per la Procura la centrale avrebbe fatto dal 2000 al 2007 442 morti. Il gip ha disposto così il sequestro, mentre il giudice ha ordinato lo spegnimento dei due gruppi a carbone, anche se resta in funzione quello a gas non soggetto ad Aia. Inoltre, è stato nominato come custode giudiziario il direttore della centrale, Massimiliano Salvi. Per mettere a riposo i gruppi a carbone serviranno circa 20 ore: sei per completare lo spegnimento e altre 14-15 per smaltire il carbone all’interno dei gruppi. Tirreno Power è controllata al 50% da Gdf Suez, al 39% da Sorgenia, società del gruppo Cir che fa capo alla famiglia De Benedetti, al 5,5% Hera e al 5,5% Iren.
Tirreno Power “intende continuare ad operare nel pieno rispetto della legge, difendendo il suo diritto a fare impresa in modo responsabile, così come ha sempre fatto”. E’ quanto si legge in una nota dell’azienda, affermando che si concluderà stanotte lo spegnimento dell’unità alimentata a carbone VL3 della centrale di Vado Ligure. “Il provvedimento di sequestro è complesso, è allo studio dei tecnici e dei legali, che lo stanno valutando in tutte le sue implicazioni”.