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Sera, 3 ottobre 2015

Creato il 03 ottobre 2015 da Amalia Temperini @kealia81

Ci sono giorni in cui vorresti dire tante cose. Trasformare tutto quello che hai dentro con qualcosa di più positivo. Oggi ho fatto una visita oculistica che mi ha spaventato un po’. Problemi risolvibili ma da monitorare in allarme. Sono stata un po’ senza poter vedere nulla per via delle goccine. Negli ultimi tempi rifletto molto in solitaria, elaboro un anno molto pesante che umanamente mi ha stravolto, permesso di sapere chi sono e dove voglio andare con più fermezza. Non so cosa succederà. Adesso è il secondo post che scrivo in data tre ottobre. Ho molta agitazione dentro che mi sconquasso le viscere. Sono stanca di pressare le persone che sono al mio fianco cercando di aiutarmi a comprendere le cose. Penso di essere abbastanza onesta con me stessa. A volte questo processo spinge alla ricerca di una verità che spesso non arriva. Una ricerca stancante, convinta e sospinta da un tempo che sembra non  voler passare mai. Mi rendo conto di aver amato una persona profondamente, mi sembra di averlo fatto ieri, nonostante i mesi di silenzio in cui non ci siamo mai visti, neppure per sbaglio. Non so se sia un bene o un male, ma il fato si è messo di mezzo in silenzio, quasi in standby. Mi chiedo spesso se le emozioni possano essere a senso unico. Da sola mi rispondo sia impossibile, le cose si fanno in due. Poi ho chiesto anche a una cara amica psicologa che mi ha rassicurato. Le sensazioni provate, soprattutto in profondità, sono vere e non univoche. Non mi sbaglio mai quando sento qualcosa nel profondo. Spesso mi succede coi progetti di lavoro se scritti da me. Mi ci butto dentro perché sento che è la strada giusta da imboccare e poi riescono, per magia riescono. Non so neppure darvi un motivo valido per stabilire su quale regola si inneschi questo processo, lo so e basta, non mi sbaglio. Sono le 20.20 di un sabato normale, autunnale. Tutto sommato mi sento meglio di prima da quando sto scrivendo. Ho paura per domani, poi l’altro. Se rimanessi bloccata però sarebbe peggio. Una totale castrazione. Vorrei dire tante cose ma potrei andare oltre la soglia della malinconia. Certe volte mi rendo conto che la mia empatia è  stata manipolata e  resa oggetto di proiezione. Trasformata in qualcosa che non mi appartiene, fatto per darmi colpe e scaricarmi addosso le irresponsabilità altrui solo perche’ ho avuto l’onestà di mettere dei punti fermi sulla mia vita e dire “no, questo non mi piace. Non lo faccio.” oppure “mi sono assunta una responsabilita’ e la porto a termine”. Il valore è concentrato nell’appartenenza del mio essere Amalia, pura e semplice identità umana vacante su questa terra. Per molti rimane difficile vivere in maniera assoluta, per me no. Oggi ci sono, domani no. Nel limite delle mie possibilità mi voglio rispettare. Quanto e’ difficile distanziarsi dalle simiglianze? Cerchiamo modelli comportamentali che ci hanno leso, macchiato, per riscattarci. Dovremmo imparare a perdonarci anche se a volte è difficile. Se ci sono errori, ho scritto e pubblicato da cellulare. Sono vicino al camino e guardo le fiamme lentamente salire giallastro.


Archiviato in:Amore, Buonasera, vita e incursioni, Vita quotiana Tagged: amore, life, pensieri, riflessione, sabato, sabato sera, sera, tu non ci sei, vita

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