Con Tadić e Nikolić entrano nella corsa elettorale molti altri leader politici
Le prossime elezioni presidenziali in Serbia, che come sappiamo sono state indette per il 6 maggio, in contemporanea con quelle parlamentari, amministrative e regionali, potrebbero essere le elezioni con il piu' grande numero di candidati presidenziali dal 2000. Secondo gli annunci e gli attuali dati, la Serbia avra' 11 candidati alle presidenziali del 6 maggio. Cosi' a far parte nella corsa elettorale oltre ai due maggiori candidati, il presidente uscente e lider del Partito Democratico Boris Tadić e il suo principale sfidante, leader del Partito Serbo Progressivo, l'ex ultranazionalista radicale Tomislav Nikolić, ci saranno anche altri nomi di cui alcuni del tutto nuovi. Tra i candidati anche il leader liberal-democratico Čedomir Jovanović, l'attuale ministro degli interni e vicepremier. Leader dei socialisti Ivica Dačić, anche l'ex premier serbo e presidente del Partito Democratico Serbo Vojislav Koštunica. Ci saranno inoltre Vladan Glišić del movimento Dveri, poi Jadranka Šešelj, moglie dell'imputato dell'Aja e del leader degli ultranazionalisti radicali Vojislav Šešelj, Zoran Dragišić, presidente del Movimento di lavoratori e contadini e forse la piu' grande curiosita', il capo della comunita' islamica in Serbia, Muamer Zukorlić.
Secondo l'analista politico Dejan Vuk Stanković, scrive la Deutsche Welle tedesca, ci sono anche ragioni mediatiche e politiche per questa valanga di candidati presidenziali. Stanković afferma che si dovrebbe fare assolutamente una distinzione tra i candidati dei partiti rilevanti, vale a dire quelli che hanno la loro rappresentanza in parlamento e tutti gli altri. Da escluder qui Tadić e Nikolić, e' dell'opinione questo esperto politico serbo. Secondo Stanković, le candidature di Koštunica, Jadranka Šešelj e Čedo Jovanović vanno nella direzione di evitare il fenomeno di voto simetrico, evitare quindi che la maggior parte dei cittadini che voteranno per Tadić o Nikolić, al tempo stesso votino anche per i loro partiti politici il che sarebbe allora un grande danno per gli altri partiti che per quest ragione hanno presentato i propri candidati. Ci sono anche candidati che si presentano alle elezioni per la prima volta e secondo l'esperto politico serbo, tutti loro basano le speranze sull'insoddisfazione latente degli elettori con l'attuale élite politica in Serbia. Vladan Marjanović, redattore della rubrica di politica estera del giornale serbo NIN sottolinea che tutto questo, se e' vero, fa ritornare ai tempi delle elezioni durante il regime di Slobodan Milošević. Tutto questo parla di una evoluzione della scena politica serba ma in prassi non avra' effetto sui risultati finali delle elezioni, valuta Marjanović.
Il trend europeo del rafforzamento della destra e' visibile anche in Serbia e lo dimostrano le prossime elezioni, avverte Dejan Vuk Stanković e afferma che anche se molti ultranazionalisti europei restano minoranza e piuttosto parte del folcolore politico, in Serbia si tratta di circostanze economiche e sociali e questioni di stato irrisolte che rappresentano un terreno fertile per il rafforzamento della destra in Serbia. Stanković ritiene che "questi 10 a 15 percento di estremisti possono facilmente diventare molto piu' potenti e letali sulla scena politica finche' queste circostanze che accompagnano la loro retorica e posizione politica non vengano relativizzate e superate". Dall'altra parte, l'analista Vladan Marjanović e' dell'opinione che in Serbia non esiste il pericolo che emergano nuove e rilevanti forze della destra estremista.
Va precisato che il termine per la presentazione delle candidature presidenziali e' il 15 aprile mentre l'ordine dei candidati sulle liste verra' reso pubblico il prossimo 20 aprile.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale