È una delle ginnaste che non molla mai. Ha un ottimismo inguaribile che l’ha portata a stringere i denti e a ri-provarci due, tre, quattro volte. Il suo ginocchio sinistro l’ha messa ai box, ma mai ko. La rottura del crociato durante il riscaldamento alle parallele durante la tappa di serie A a Bari (marzo 2011), replicata poi con una distorsione a ottobre dello stesso anno durante l’allenamento al Centro Tecnico Federale. Ed esorcizza il tutto mettendo la foto dell’infortunio come immagine copertina su Facebook. 100 motivi l’avrebbero portata a mollare tutto. Lei ne ha trovati 101 per andare avanti. Ha compiuto diciannove anni il sei ottobre scorso e da una settimana, dopo un’interruzione durata praticamente un anno, è finalmente tornata a rivivere la palestra per tornata su quei livelli che l’hanno contraddistinta ai Mondiali di Londra 2009 e di Rotterdam 2010. È Serena Licchetta. Dal Salento. In esclusiva per Olimpiazzurra.
9 ottobre 2012: i medici ti fanno un regalo di compleanno in lievissimo ritardo: l’idoneità. Serena Licchetta può finalmente tornare ad allenarsi… Cosa hai provato quando hai appreso la notizia? Come sono stati questi ultimi mesi?
“Era il regalo che aspettavo: il più bello che potevo ricevere. Senza dimenticare ovviamente i numerosi auguri che ho ricevuti da tutti i miei fans e amici: sono stati qualcosa di davvero speciale, non me ne sono mai arrivati di così belli. Gli ultimi mesi diciamo che sono stati un po’ faticosi, ma grazie ai miei amici e ai miei familiari sono riuscita ad affrontarli nel modo più tranquillo (anche se in cuor mio esplodevo)”.
A distanza di sei mesi hai subito due infortuni, sempre al ginocchio sinistro. Sei riuscita a darti qualche spiegazione?
“Sì, ho subito questi due gravi infortuni. Ovviamente so per l’80% le cause di essi. Ringrazio l’equipe che mi ha operata entrambe le volte, i fisioterapisti e la Federazione Ginnastica d’Italia che ha contribuito nel mio recupero”.
Ora che sei a posto come riprendi gli allenamenti e dove soprattutto? E del tuo “personal trainer” Matteo Angioletti cosa ci dici?
“Ora sto FINALMENTE riprendendo gli allenamenti. Del mio personal trainer Matteo Angioletti!?! Dobbiamo sfidarci/allenarci in una seduta di potenziamento”.
Se ci aggiungiamo i problemi col metatarso a giugno 2009, siamo a tre infortuni importanti nel giro di due anni e mezzo. Ci spiegheresti le diversità tra loro e le diverse difficoltà che hai riscontrato nel superarli?
“I miei infortuni iniziano da lì, proprio da quei tre metatarsi rotti nel 2009. Poi anche la rottura del metatarso la settimana prima di partire per l’Europeo di Birmingham 2010. Poi il 2011 è inizio con l’incubo del crociato rotto (durante il riscaldamento alle parallele della tappa di Bari di serie A) e tra una rottura e l’altra ho avuto anche un problema al tricipide (abbastanza sfortunata? chiede ridendo, ndr). Per superare i problemi hai bisogno di determinati obiettivi, anche quando molte volte capita di accusare dolore! Soprattutto con il SORRISO, però, sono riuscita ad affrontare tutto: è sempre la miglior soluzione!!!”.
Ma come si fa a convivere con una serie così infinita di sfortune?
“La sfortuna non esiste e sinceramente neanche ci credo: c’è sempre un perché. L’unica cosa che mi son sempre chiesta è: “Perché capita sempre a me!?”.
Cosa spinge una ginnasta ad allenarsi con un tutore, a fare mesi di terapia, a soffrire?
“Semplice: gli obiettivi prefissati e soprattutto la voglia di fare, di sacrificarsi, di mettersi sempre in gioco e di superare i propri limiti. È bello avere la strada sempre spianata, senza aver avuto mai nessun problema serio, senza essere costretti a fermasi per forza! Ma di fronte ad una situazione tipo la mia in pochi resistono e continuano ad andare avanti!!!”.
Dici che la vita è come un gratta e vinci e che se perdi…devi ritentare. Hai pensato qualche volta di non ritentare e di abbandonare il “gioco”? È davvero così facile dire never back down?
“In molti mi fanno questa domanda. Se sono ancora qui c’è un motivo. Sì, credo sia proprio come un gratta e vinci: uno di quelli che ti dice “ritenta, sarai più fortunato”. Beh, never back down è il mio motto di sempre; senza ritentare che vita sarebbe?!”.
Mondiale di Londra 2009 e la finale alle parallele. Direi uno dei punti più alti della tua carriera. Come te lo ricordi?
“Come mi avevano scritto delle mie amiche “Sei l’ottava meraviglia del mondo”. È il momento più bello e anche inaspettato dato il livello mondiale! In finale ho sbagliato, ma ero consapevole di essere tra le migliori otto in quell’attrezzo: è un ricordo indescrivibile ma pieno di emozione”.
Poi un’eccellente replica l’anno successivo a Rotterdam con la squadra. Cosa vuol dire essere un team? Che differenze ci sono tra competere individualmente e farlo con altre?
“Beh sai di dover gareggiare per la squadra. Diciamo che si hanno più responsabilità”.
Se nel 2011 fosse filato tutto liscio saresti potuta andare a Londra?
“Se stavo bene avrei lavorato per Londra. Prima della seconda rottura stavo lavorando proprio per quell’obiettivo”.
Secondo te come si fa a far crescere una ginnasta? E tu personalmente come sei cresciuta?
“Con la giusta educazione e con il giusto rapporto con gli allenatori: l’uno deve e può fidarsi dell’altro in qualsiasi momento, anche quando c’è da lavorare e da faticare tantissimo”.
Il tuo attrezzo preferito sono le parallele. Come mai? Che elementi ti contraddistinguono?
“Sono le parallele perché… boh (ride, ndr). Mi piacciono anche se sono le più difficili: ::evidentemente mi piacciono le cose complicate”.
“Temi” invece la trave…
“È l’attrezzo che mi mi riesce meno bene, ma non la temo! Non temo mai niente”.
Andando sul tecnico. Come ti descriveresti? In cosa individui la tua particolarità?
“So di essere una lavoratrice e una che si impegna in ciò che fa (o almeno me lo dicono tanti tecnici)”.
Francesca Deagostini dice che adora il tuo ottimismo. Tu invece come descriveresti le tue compagne? Il tuo rapporto con Emily Armi è un ulteriore dimostrazione che le ginnaste possono essere amiche tra loro (Ilaria Bombelli, Giorgia Bombelli e Chiara Gandolfi insegnano).
“Mi piace andare d’accordo con tutti. Non ho problemi con gli altri, anche quando RIDERE può dar fastidio (la sua risata fragorosa fa capolino, ndr). Io ed Emily siamo praticamente sorelle acquisite e la nostra amicizia ci contraddistingue: sappiamo di poter contare una sull’altra. Giò, Chia e Ila sono le mie sghììì (in romanesco le mie belle, ganze ndr)”.
Secondo te cosa sarebbe l’artistica senza MTV e senza i fan club?
“Uno sport poco conosciuto, semplice. Il programma ha aiutato tanto a dar visualità a questo sport complicato e completo”.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
“Futuro?!? Ora penso al presente”.
E i tuoi sogni?
“Come tutti ho dei sogni, ma stavolta li terrò solo per me. V:)..ivo alla giornata sapendo, dentro di me, a cosa puntare”.
Le difficoltà di fare ginnastica al Sud sono note e arcinote…
“La risposta ideale sta nella mia filosofia: “Nel Salento c’è talento, non c’è movimento e c’è bisogno dello spostamento”. Non c’è bisogno di altre spiegazioni. Penso che alla fine valga un po’ per tanti settori”.
Quanto conta la femminilità in una ginnasta?
“Per essere una ginnasta devi avere i cosiddetti attributi (ride, ndr). La femminilità? Viene col tempo”.;)
C’è una frase, un pensiero che vorresti lasciarci?
“Vorrei ringraziare tutti coloro che mi seguono e mi sostengono sempre. Soprattutto la mia famiglia e mio fratello Giuseppe che tiene alto l’orgoglio del nostro Paese: è in missione militare in Afghanistan. Poi ovviamente tutti i miei fans e anche i miei nemici. E ovviamente: Never Give Up”.
(foto turnfoto)
OA | Stefano Villa