Serena Moschetto sul set di "Ballando il silenzio"

Creato il 18 ottobre 2013 da Harimag

Oggi Harimag ha intervistato Serena Moschetto, diplomata all’Harim Accademia Euromediterranea e reduce da quello che definisce un “film-lampo”. Fino alla scorsa settimana, infatti, la nostra Serena ha lavorato come assistente costumista sul set cinematografico del film “Ballando il silenzio”, un lungometraggio sul disagio della follia girato a Messina e provincia.

“E’ un film drammatico, molto tosto, reso ancor più particolare dall’inserimento di numerose scene di tango che coinvolgono la ballerina protagonista, interpretata da una bravissima Marina Suma.” 

Impreziosito da musiche meravigliose, il film vede la partecipazione delle coppie di ballerini di tango Marcelo Alvarez e Sabrina Amato, e Tania Bambaci e Manuel Peròn, che danzano e recitano insieme ad attrici del calibro di Fioretta Mari e Sandra Milo.

(Nella foto: Serena Costa, Serena Moschetto, Sandra Milo, Gabriella Sorti)

“I primi di agosto sono stata contattata dalla presidentessa del CAM, il Centro Artistico del Mediterraneo, Francesca Barbera.” ci racconta Serena. “Non avevo mai avuto l’occasione di collaborare con loro ma questa volta il progetto mi è sembrato così affascinante che ho deciso di accettare subito.”

E così, la Moschetto si è ritrovata catapultata in un mondo che non conosceva, il settore cinematografico, occupandosi di vestire gli attori e le comparse del film e, nella fase precedente alle riprese, di reperire i vestiti di scena. “Non l’avevo mai fatto e l’ho trovato un po’ complicato e impegnativo: bisogna studiare bene la sceneggiatura ma soprattutto far sì che il modo di vestire dei personaggi corrisponda alla loro psicologia oltre che al loro fisico e al contesto. Alla fine, però, grazie agli incontri con la costumista Gabriella Sorti, sono riuscita a costruire l’abbigliamento sul carattere e sono davvero soddisfatta del risultato ottenuto”. 

(Serena Moschetto e Tania Bambaci)

Mostrandoci le fotografie scattate in quei giorni, la nostra fashion designer ci parla di quanto si sia trovata bene con tutti, dalla produzione al regista e i cameraman, della gente interessante, squisita ed umile che ha conosciuto, e dell’armonia che regnava sul set, nonostante i tempi stretti, la scaletta da rispettare, la stanchezza e gli inevitabili imprevisti. 

“Le riprese sono durate 12 giorni e sono stati davvero molto intensi: abbiamo lavorato circa 21 ore al giorno; mi svegliavo alle 6 e andavo a letto alle 4 del mattino. Avrò dormito circa 14 ore in totale ma una volta arrivati ai saluti ero davvero dispiaciuta che fosse finito tutto!” ci confida e ci racconta uno degli episodi che ricorda con maggior trasporto: “Stavamo girando la scena di un funerale a Montagnareale. Nel pomeriggio avremmo dovuto vestire 15 comparse e molte di loro erano venute con vestiti prestati da amici e parenti. Proprio quel giorno la sarta di scena non era con noi sul set, ma io e la costumista eravamo tranquille: avevamo a disposizione la macchina da cucire. Dopo poche modifiche, però, la macchina si è rotta. Panico! Cosa facciamo adesso? Ebbene, sudando freddo, abbiamo cucito in un’ora 4/5 vestiti... a mano!” 

Ride, e aggiunge: “Ora ricordo tutto con il sorriso ma dovevi vederci in quel momento! Per fortuna però ce l’abbiamo fatta, siamo sopravvissute, e io mi sono detta: brava Serena, non hai fallito!”.

(lo staff a lavoro durante le riprese del film)

Un bel passo avanti per chi sostiene che, fino a poco tempo fa, si bloccava spesso per paura di sbagliare. “Superare queste difficoltà da una carica inimmaginabile. Adesso mi sento più forte e pronta ad affrontare tutte le sfide che mi si presenteranno dinanzi.”

Un argomento, quello del futuro, che la Moschetto affronta serenamente. “Sono stata contattata da molte aziende in questi mesi, ma quello che sogno è di diventare un giorno una stilista. Realizzare abiti è quello che voglio per me.” 

(lo staff al completo con Marina Suma)

Così, in attesa dell’occasione giusta, la Moschetto non esclude di mettersi nuovamente alla prova in un’esperienza del genere: “E’ una professione versatile, non stai mai ferma, e alleni le tue capacità di problem solving. Lo rifarei molto volentieri!”. Nel frattempo, collabora con la rivista Sicilia e Donna, mentre per un breve ma divertentissimo periodo è stata ospite del programma radiofonico Sangry show su Radio Flash, all'interno del quale ha curato la rubrica Satir Fashion.

Quando le chiediamo come mai, ecco cosa ci risponde: “Cerco di cogliere tutte le occasioni che possano farmi crescere e di fare tutte le esperienze più interessanti e inusuali che mi capitano. Per il mio sogno aspetto. Non ho fretta.”  

Quando si dice avere le idee chiare...


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