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Serenity (di Joss Whedon, 2005)

Creato il 16 gennaio 2013 da Frank_romantico @Combinazione_C
Serenity (di Joss Whedon, 2005)
Ricordo che nel 2002 non era facile seguire serie in lingua originale non ancora distribuite su suolo italico. Forse non era facile solo per me, non ricordo, ma di certo non era usanza comune e probabilmente lo facevano solo gli appassionanti. Probabilmente. Non ricordo, all'epoca avevo diciannove anni e guardavo ciò che passavano in tivù, probabilmente guardavo ancora prodotti come Buffy e Angel e non sapevo neanche cosa fosse Firefly. Non sarebbe stato comunque semplice: la serie è durata giusto il tempo di quattordici episodi, in pratica una stagione, poi è stata soppressa. Ho nominato Buffy e Angel non a caso, visto che stiamo parlando di Joss Whedon. Chi è? Chi è? I Vendicatori, Quella Casa nel Bosco, Waterworld, Alien - La clonazione? Vi ricordano qualcosa? Alcuni di questi film li ha diretti, altri li ha solo scritti o co-scritti. Firefly è stato un insuccesso tra i pochi (Dollhouse), un altro prodotto incompreso, tanto poco considerato da critica e produttori quanto osannato dai fan. Forse è stato per questo, forse perché una propria creatura non si abbandona così, solo perché non ti danno i soldi e i mezzi per accudirla, che Whedon decise nel 2005 di mettersi dietro la macchina da presa per la prima volta e girare Serenity.
La Serenity è una nave spaziale di mercenari, un equipaggio che accetta qualsiasi lavoro compresi quelli meno legali. A capitanare la nave c'è Malcolm Reynolds, reduce della guerra galattica, e tra i suoi abitanti ci sono River e Simon Tam, fuggiaschi dall'Alleanza. 
Serenity è un iper mega episodio finale ma anche un lungometraggio fantascientifico. Un film con una propria dignità individuale ma, allo stesso tempo, inseribile in un determinato contesto che gli permette di acquisire profondità e compiutezza. In pratica va bene sia che lo si veda come prodotto a se stante, sia che lo si guardi dopo i quattordici episodi della serie regolare. Firefly. Il suo regista e ideatore, Joss Whedon, è un colto e geniale conoscitore della cultura pop, dei generi e soprattutto della serie B. Proprio per questo Serenity è un B movie a tutti gli effetti, costato pochi dollari, legato ai topoi del cinema di genere e con evidenti sottotesti politico/sociali.  Lo stesso regista ha definito la sua opera un film sulla libertà che ovviamente (ricordiamoci che è uscito nel 2005) non si dimentica di riferirsi a situazioni politiche e globali dell'epoca: siamo in piena seconda guerra del Golfo, l'apice del colonialismo made in U.S.A. e della politica estera aggressiva di Bush Junior. Del resto le similitudini tra Alleanza e Stati Uniti sono evidenti, come le critiche alle continue intromissioni della super potenza mondiale nelle politiche interne di altri stati, giustificate da un processo di globalizzazione atto a diffondere gli ideali egemoni. In altre parole un processo di normalizzazione che per Whedon non fa altro che privare individui e popoli della propria libertà identità culturale. 
Serenity (di Joss Whedon, 2005)
Non che tutto si limiti a questo. Non che ci sia sempre bisogno di leggere un film (in maniera) politicamente (scorretta). Sicuramente la maggior parte della gente l'avrà visto per quello che è: un opera che si rifà alla tradizione ma che la contamina con una modernità anni 2000, con un'azione coreografata e effetti speciali che nonostante i limiti di budget non hanno nulla da invidiare a produzioni ben più costose o blasonate. Il tutto senza gli stilemi tipici dell'epoca, quei rallenty di matrixiana memoria o l'estetica videoclippara alla Michael Bay. Non che si possa quindi definire Serenity un salto nel passato. Più che altro è da apprezzare il tentativo di continuità con in genere, la fotografia polverosa alla space-western (chi ha pensato a Fantasmi da Marte?) e quella dark patinata alla Blade Runner. Ci sono le sparatorie tipiche del genere e le arti marziali coreografate come fossero una danza. Assedi con cannibali pirati spaziali folli e una ribellione alla Star Wars. C'è il vecchio e il nuovo. La retorica dei grandi sentimenti e il sarcasmo della presa in giro. Perché Whedon prende in giro tutti, chiunque, persino se stesso. Gioca con i cliché e quando sembra non esserci speranza ti deride con uno stile fresco fresco. Forse con Serenity era ancora acerbo, forse nel film erano state proiettate troppe aspettative e il fatto che si tratti della conclusione di una serie tv lo rende addirittura superficiale nella caratterizzazione dei personaggi e nella risoluzione di alcune problematiche. Niente che infici la visione, sempre godibile e mai noiosa. Se al cinema Serenity non fu il successo che ci si aspettava, la versione dvd riuscì lì dove quella cinematografica sembrava aver fallito. Del resto che la pellicola vale lo dimostrano i numerosi premi vinti e lo stato di cult a cui è assurta. Del resto bisognava aspettarselo, Whedon è un genio. E i geni rimangono geni, anche quando falliscono.
Serenity (di Joss Whedon, 2005)

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