È il traduttore in Francia della serie del commissario Montalbano, di Eraldo Baldini, Massimo Carlotto e molti altri giallisti nostrani (ma anche di Stephen King e Philip K.Dick). E conosce assai bene il nostro Paese…
Sul suo sito scrive: “Dall’età di 20 anni, le mie convinzioni mi collocano al crocevia di quello che oggi è definito il” libertario ” “ultra-sinistra “
Quadruppani si serve del genere noir per affrontare questioni che riguardano la società, per denunciare gli abusi del potere, l’inermità del cittadino, la reazione violenta degli Stati che a volte si pongono sullo stesso piano del terrorismo per contrastarlo.
Crocevia del romanzo è la stazione termale di Saturnia, in cui convergono le vite di una dozzina di persone, in cui si perpetrerà un tragico fatto di sangue, cultiminante in una triplice uccisione.
Questo fatto inspiegabile si scontra con un’altra indagine, riguardante le minacce di Al Qaeda nell’ambito di un incontro del G8. (A L’Aquila, ricordate). Quadruppani sguazza nel complicare le cose, per raccontarci questi anni di crisi, successivi allo scoppio del caso supbprime, al gonfiarsi ogni giorno di più un livello di una spirale speculativa che aleggiava e continua a vagare sulle nostre teste, incurante di quello che può provocare. Compare anche tutta l’attualità italiana, con i richiami ad un potere capace di manipolare le masse come altri avevano fatto decenni fa, fa capolino anche un certo signor Todos, finanziere, che fa pensare a Soros, e al di sotto di costoro restano i comuni cittadini, che a volte possono restare coinvolti e colpiti assai duramente dai proiettili vaganti della storia…
Français : Serge Quadruppani en novembre 2005 à New Delhi. (Photo credit: Wikipedia)
Serge Quadruppani, Saturne, Einaudi
Traduzione di Maruzza Loria
«Era estate. Sotto un cielo di tenere nebulosità, Domenico, Rita, Silvia e Riccardo partiti dal loro quartiere romano di Prati, Giovanna e Maria da quello di Testaccio, Frédérique e Roberto dall’aeroporto Leonardo da Vinci cosí come Cédric Rottheimer, e Jean Kopa da Ferrara percorrevano la campagna toscana. Tutti guidavano verso Saturnia, e tutti avevano imparato, alla nascita o dopo, una lingua in cui per dire di una cosa che è sicura, davvero sicura, si aggiunge: “Come la morte”».
Una strage senza apparente motivo, alle terme di Saturnia; un’inchiesta dalla quale si capisce subito che qualcosa non torna; un romanzo sull’Italia di oggi, sui suoi mostri e i suoi fantasmi, e insieme sulla finanza internazionale, scritto da un maestro del noir francese, forse l’unico autore straniero che possa parlare del nostro Paese con l’amore e la competenza dei migliori giallisti italiani.
Alle terme di Saturnia, luogo preferito di relax per gli alti papaveri della società romana, un uomo uccide a sangue freddo tre donne, apparentemente scelte a caso, e svanisce nel nulla. Alla vigilia del G8 dell’Aquila, la prima pista che gli inquirenti sembrano voler seguire è quella di al-Qaida, ma il commissario Simona Tavianello non è convinta. La rivendicazione sembra copiata da mille altre e, d’altro canto, perché delle indagini è stata incaricata lei, che lavora alla Direzione antimafia? E perché le piste sembrano aumentare di numero, portandola sempre piú vicina al cuore della finanza internazionale? Ostacolata da membri di quell’apparato giudiziario che ha sempre e fedelmente servito, al commissario non rimane che ricorrere a ogni aiuto possibile, anche non convenzionale, fino a creare una squadra decisamente anomala, fatta di investigatori privati, ragazzini smaniosi di vendetta, e – perché no? – di cani, gatti, conigli, asini…