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Sergio Mattarella, l’asso nella manica dell’abile stratega

Creato il 31 gennaio 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Sergio Mattarella, lasso nella manica dellabile strategaÈ probabile che buona parte della nostra popolazione giovanile non abbia mai sentito parlare di Sergio Mattarella, eletto oggi Presidente della Repubblica. È probabile che anche qualche quarantenne lo conosca poco. Più famosa è forse la legge elettorale che porta il suo nome, il mattarellum, rimpianto a tratti dopo il porcellum e più volte invocato dai meno persuasi sulla bontà dell’Italicum. È probabile che molti giovani sappiano poco della storia della sua appartenenza politica, la Democrazia Cristiana, vecchia roba per ultra cinquantenni.

Sarà forse la sobrietà della sua vita che lo rende poco conosciuto alle nuove generazioni, sobrietà espressa anche nelle sue prime parole da Capo dello Stato "il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E' sufficiente questo”, sobrio come la panda grigia che lo ha condotto al Quirinale.

Eppure alcuni stralci della sua vita meriterebbero qualche ricordo in più nelle menti delle nuove generazioni, se non altro per non dimenticare alcuni passaggi fondamentali della storia del nostro paese. Nel 1980 suo fratello Piersanti, allora Presidente della Regione Sicilia,  viene ucciso dalla mafia mentre, dirà Pietro Grasso, “Stava provando a realizzare un nuovo progetto politico-amministrativo, un’autentica rivoluzione. Aveva turbato il sistema degli appalti pubblici”.

Nel 1990 Sergio Mattarella si dimette da Ministro della Pubblica Istruzione dopo la fiducia alla legge Mammì, quella che, fotografando l’esistente, legittimerà le  reti di Berlusconi. Un gesto forte motivato con un “Riteniamo che porre la fiducia per violare una direttiva comunitaria sia, in linea di principio, inammissibile…”. Un uomo con la schiena dritta si dirà più volte di Mattarella, forse anche per questo suo gesto e queste parole.

Un uomo su cui “non si poteva dire nulla”, che lo stratega Matteo Renzi con un’abile mossa alla Frank Underwood, ha tirato fuori dal cilindro riuscendo contemporaneamente a  spiazzare i suoi avversari politici e a ricompattare il suo partito facendo eleggere Mattarella con un’ampia maggioranza.

Forse i giovani si sarebbero aspettati qualcosa di diverso, forse una donna, o un nome più riconoscibile per la loro generazione, ma spesso le strategie politiche e le grandi novità non sono del tutto compatibili. Per adesso onore al merito e alla storia di quest’uomo.

Alessia Gervasi


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