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Inter: Quinto scudetto di fila, quarto conquistato sul campo. Ma il dominio entro i patrii confini, a causa dell'inusuale galoppata europea, ha seriamente rischiato d'interrompersi: mai, in questi quattro anni, l'Inter aveva ceduto la vetta della classifica nel girone di ritorno prima di vedersi scavalcare dalla Roma. Mourinho è stato bravo nel tenere a bada i suoi, abilissimi nell'approfittare della fame di Cassano&Pazzini. Voto 8
Roma: Partenza ad handicap con annesso addio di Spalletti e prematuro ridimensionamento degli obiettivi stagionali. Con l'approdo di Ranieri in panchina, dopo un avvio tutto sommato nella media, ecco il boom: 24 risultati utili di fila, prima del capitombolo contro la Sampdoria ad un soffio dal traguardo. Fosse arrivato il successo, si sarebbe trattato di un miracolo. È stata «solo» un'impresa. Voto 9
Milan: Leonardo è già il passato, ma al suo esordio in panchina il tecnico poliglotta s'è inventato un assai sfizioso 4-2-1-3, poi riveduto e corretto da Mourinho. Ai suoi ordini, Ronaldinho ha ritrovato il sorriso e Nesta un'apparente integrità fisica. Tutto sommato una discreta stagione per il Milan, cui l'Inter ha addirittura concesso l'occasione di un sorpasso a nove giornate dal termine. Voto 7
Sampdoria: Champions League, diciott'anni dopo. Da Vialli&Mancini a Cassano&Pazzini, con Delneri in panchina e Palombo in campo. Dopo un avvio straordinario, targato Mannini, la Samp pareva aver smarrito la strada. È stato sufficiente strigliare Cassano per ripartire alla volta del quarto posto, ottenuto con un po' di affanno ma tanto, tantissimo merito.Voto 8,5
Palermo: Doveva essere scudetto, almeno nei piani di Zenga. Così, ovviamente, non è stato, ma il più realista Delio Rossi s'è reso conto che c'era materiale umano a sufficienza per puntare al quarto posto. Straordinaria l'annata di Miccoli, ispirato da Pastore ed ispiratore a turno di Cavani ed Hernandez. Magari, sfruttando meglio lo «spareggio» con la Sampdoria... Stagione fantastica, comunque.Voto 8
Napoli: C'è voluto un tecnico di polso come Mazzarri per ottenere il massimo dalla squadra. Dopo un pessimo avvio, costato il posto a Donadoni e Marino, la squadra si è rimessa in carreggiata: ad un tratto, la Champions League pareva raggiungibile addirittura senza il bisogno dell'anticamera agostana. Alla fine è arrivato «solo» un posto in Europa League, ma alle pendici del Vesuvio nessuno ha il coraggio di lamentarsi. Voto 7,5
Juventus: Un disastro. Ferrara prima, Zaccheroni poi: hanno fallito entrambi. Una marea d'infortuni - oltre settanta -, i flop degli strapagati Diego e Melo, le 15 (quindici, mai così tante nella lunga e gloriosa storia di Madama) sconfitte, la frattura con la frangia più animalesca della tifoseria. Alla fine, il settimo posto obbligherà la Juventus ad un'anticipatissima preparazione estiva dalle sicure ripercussioni sul prossimo campionato: fare peggio era impossibile. Voto 4
Parma: Gradito ritorno nella massima serie, agli ordini di Guidolin gli emiliani hanno ottenuto un salvezza più che tranquilla, ritrovandosi ad un certo punto addirittura in lizza per il settimo posto. Così non è stato, pazienza: il presidente Ghirardi può comunque consolarsi con un'annata frizzante e ricca di soddisfazioni. Voto 7
Genoa: Che il doppio impegno sarebbe stato ostico si sapeva: stava alla dirigenza allestire una rosa competitiva. Così non è stato, anche a causa di alcuni errori di valutazione come la prematura cessione di Floccari o l'addio ad un Crespo che si era dimostrato ancora in grado di dire la sua a certi livelli. Un tranquillo posizionamento a metà classifica, impreziosito dalla doppia convocazione in azzurro di Bocchetti e Crìscito, vale bene la sufficienza. Voto 6
Bari: A tratti, la squadra più bella del campionato: nessun timore reverenziale sin dalle prime battute di una stagione che verrà ricordata a lungo dagli aficionados biancorossi. Tra scoperte - da Ranocchia a Bonucci, passando per Alvarez - e riscoperte - Almiron e Donati, che parevano destinati all'oblio -, condite dalle riconferme di Barreto e Gillet, la salvezza è arrivata con largo anticipo, consentendo un finale di stagione in bermuda e infradito. Voto 7
Fiorentina: Gli ottavi di finale - ma, non fosse stato per Ovrebo, staremmo parlando almeno di quarti - raggiunti in Champions League non sono sufficienti per giustificare quella che, anno del fallimento escluso, è stata la peggior stagione della Fiorentina in Serie A. Con la testa altrove ed un Mutu nuovamente squalificato per doping, non poteva che andare a finire così. Nonostante tutto, qualche piacevole sorpresa c'è stata: Babacar, ad esempio. Voto 5
Lazio: La Supercoppa Italiana conquistata in agosto aveva illuso tutti, tifosi e calciatori. Privato dei dissidenti Pandev e Ledesma, lo sfortunato Ballardini ha dovuto far le nozze coi fichi secchi, senza però riuscire nell'intento. C'è voluto Reja per risollevare le sorti della squadra, che guidata dal colpo invernale Floccari ha raggiunto una salvezza di cui in alcuni frangenti si è addirittura giunti a dubitare. Voto 4,5
Catania: Dopo un pessimo avvio di stagione, la svolta è arrivata con l'avvicendamento in panchina: via il debuttante Atzori, dentro Sinisa Mihajlovic. Il compito del tecnico serbo, ottimo sin dall'inizio, è stato indubbiamente facilitato dal fenomenale girone di ritorno disputato da Maxi Lopez, sbarcato in Sicilia a gennaio e capace di andare a rete in ben undici occasioni. Voto 7
Cagliari: Classico avvio claudicante per i sardi, controbilanciato come d'abitudine da una strepitosa parte centrale della stagione. Vera e propria macchina da calcio a tratti, la creatura di Allegri si è sciolta ai primi caldi, ormai appagata da una salvezza tanto tranquilla quanto meritata. Unico neo: la cacciata del tecnico toscano, parsa ingenerosa.Voto 7
Udinese: La rosa a disposizione pareva più adatta per sognare l'Europa League piuttosto che per tenersi a stento fuori dalla parte più temuta della graduatoria. In una stagione contrassegnata da un doppio esonero, l'unica nota lieta è rappresentata da Totò Di Natale: 29 gol e titolo di capocannoniere. Voto 5
Chievo: Salvezza sin troppo tranquilla per i clivensi, mai davvero in pericolo di far ritorno in Serie B. Mimmo Di Carlo ha riproposto un gioco innanzitutto efficace ed a tratti anche godibile, trovando gratificazione nei risultati. Eccezionale la stagione di Yepes, leader indiscusso della retroguardia gialloblu. Voto 6,5
Bologna: La salvezza, alla fine, è arrivata, ma più per demeriti altrui che meriti propri. L'insaziabile Di Vaio di un anno fa ha accusato il peso degli anni, costringendo Adailton agli straordinari. Fortuna che Colomba, subentrato a Papadopulo dopo nove giornata, è riuscito a limitare i danni. Voto 5,5
Atalanta: Un disastro, un vero e proprio disastro. A dispetto di una rosa da metà classifica, se non oltre, l'Atalanta si è ritrovata in lotta per non retrocedere sin dalle primissime battute del campionato. La colpa, in questo caso, non può che essere attribuita alla dirigenza: solo cambiando tre allenatori (Gregucci, poi Conte ed infine Mutti) si poteva trascinare in B una squadra in cui spiccano Tiribocchi e Valdes, Guarente e Ferreira Pinto, Manfredini e Barreto. Voto 4,5
Siena: Privatosi in estate di Portanova, Galloppa, Zuniga e Kharja, il Siena non aveva certo le carte in regola per puntare alla salvezza. Nonostante un disastroso girone d'andata, i bianconeri hanno trovato il modo di riscattarsi, almeno parzialmente, nella seconda parte della stagione. Con Malesani al timone si sono visti sprazzi di bel calcio sia al Franchi che in trasferta. Forse, con una difesa meno generosa nei confronti degli avversari, la salvezza non sarebbe stata un'utopia. Voto 5,5
Livorno: Quando si cedono le proprie stelle al miglior offerente e si affida la panchina ad un semiesordiente, le cose non possono che andare a finire male. Voto 3
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