Alla fine se si guarda la classifica sembra che non sia avvenuto nulla e che sia passata una domenica come tutte le altre ed, invece, è successo di tutto: Ibra espulso, che lascerà il Milan senza di lui per tre giornate; una Juventus incapace di approfittare dei passi falsi altrui e che ottiene il secondo pareggio consecutivo casalingo; l'Inter sempre più in caduta libera ed una Roma, che si riscopre competitiva e spettacolare; senza dimenticare il Palermo di Mutti, che sogna sul campo e con gli sceicchi.
Cominciamo il nostro riassunto della giornata appena trascorsa, partendo da uno dei big match di questo turno. All'Olimpico andava in scena un Roma-Inter fondamentale per entrambe le squadre, che cercavono risposte positive dopo un periodo difficile. Non c'è stata partita con i giallorossi padroni del campo fin dai primi minuti e che hanno demolito i nerazzurri con un pesantissimo 4-0. Una prestazione fantastica per gli uomini di Luis Enrique, che ottengono il primo successo contro una big e spegnendo le malelingue sulla vera forza dell'organico romanista. E' stata la partita di Fabio Borini, autore di una doppietta e diventato nel giro di poco tempo uno degli uomini chiave del tridente d'attacco dell'allenatore spagnolo. L'ex di Chelsea e Parma ha superato nelle gerarchie l'altro baby fenomeno Bojan non solo per i gol, ma anche per lo spirito che il bolognese ci mette nei 90 minuti, sacrificandosi anche nella copertura difensiva. Si starà stropicciando gli occhi Ciro Ferrara, selezionatore dell'Under21, di cui Borini è già una stella e uno di quei giocatori su cui l'allenatore campano fa affidamento per riportare gli azzurini ai fasti di un tempo.
Dopo il derby vinto e le sette vittorie consecutive si parlava di un Inter di nuovo da Scudetto e unica reale antagonista dello scontro Juve-Milan. In sole tre giornate tutto si è ribaltato e i nerazzurri rischiano non solo di non arrivare in Champions League, ma di essere addirittura fuori da qualsiasi competizione europea. La prestazione di ieri a Roma è stata imbarazzante: squadra, allenatore e società sono sotto l'occhio della critica. Claudio Ranieri sembra essere andato in confusione e anche la squadra risente dei dubbi del suo tecnico. Snejder da salvatore della patria è diventato un problema irrisolvibile per il tecnico romano: ieri l'olandese non c'era e il mister romano ha potuto schierare il suo marchio di fabbrica, il 4-4-2 senza un trequartista e con due punte come Pazzini e Milito pronte ad usufruire dei palloni che arrivano dalle fasce. Peccato che nel centrocampo nerazzurro sia mancata la luce, la fantasia, la classe, l'imprevidibilità di cui dispone il nazionale orange. I problemi non sono solo tattici , ma anche societari: inspiegabile la cessione di Thiago Motta per acquistare un Guarin infortunato e forse pronto a giocare per i primi di marzo.
L'altra grande partita della domenica si giocava a San Siro e metteva di fronte il Milan ed il Napoli. Un pareggio senza reti che verrà ricordato solamente per l'espulsione di Ibrahimovic. Il gigante svedese commette la clamorosa ingenuità di tirare uno schiaffo ad Aronica e di farsi espellere dal direttore di gara. Un gesto sconsiderato per l'attaccante rossonero, che notizia delle ultime ore è stato squalificato per tre giornate (il Milan ha detto che presenterà ricorso) e dovrà saltare lo scontro diretto con la Juventus. Una scena del genere la si era vista anche l'anno scorso, quando Ibra fu espulso per un pugno rifilato al difensore del Bari, Marco Rossi. Un gesto frutto del nervosismo, che regna padrone nella squadra rossonera e che non coinvolge solo i giocatori, ma anche chi siede in panchina. Massimiliano Allegri è sotto accusa e si imputa all'allenatore toscano l'incapacità di cambiare in corsa le scelte fatte e di non variare mai il suo credo tattico. Puntare ancora una volta su Emanuelson (ha giocato ancora fuori ruolo) sembra un atto di masochismo, pensando che in panchina c'era un El Shaarawi prontissimo ed in ottima forma. Ora con l'assenza di Ibra il tecnico rossonero sarà obbligato a rivedere qualcosa e a cambiare lo schieramento di una formazione sempre più Ibrahimovic dipendente.
Il Napoli può seriamente rammaricarsi per non essere uscito da Milano con i tre punti in tasca, non tanto per i numero di occasioni create (forse meno del Milan), ma per come si era messa la partita con i Campioni d'Italia ridotti in dieci uomini per più di una ventina di minuti. Gli azzurri non sono più la squadra scintillante e fanno fatica a velocizzare il gioco, risultanto prevedibili e facilmente fermabili. Il solo Lavezzi è l'unico capace di movimentare con lampi di classe la monotonia azzurra e se Cavani non fa più gol per la truppa di Mazzarri son dolori.
Chi realmente si sta mangiando le mani è Antonio Conte: la sua Juventus ha avuto la grandissima chance di allungare sulle dirette concorrenti al successo finale, ma incredibilmente è incappata nel secondo pareggio casalingo consecutivo. Questa volta a fermare la truppa bianconera ci ha pensato un arrembante Siena e l'arbitro, che non ha concesso un evidente rigore per fallo di mano di Vergassola, scatenando le ire della società torinese. Errore arbitrale a parte, il pareggio con la squadra toscana non nasconde la capacità della Juve di soffrire più del previsto contro le cosiddette piccole del nostro campionato. Una formazione quella dell'allenatore pugliese che va in difficoltà quando deve costruire il gioco, quando deve velocizzare la manovra e trovare gli spazi giusti, segno di una squadra dedita al contropiede fulmineo e alla pressione tutto campo. Nonostante tutto la "Vecchia Signora" è ancora imbattuta e questo è sicuramente un dato non da poco.
Ci sono due squdre che stanno vivendo un buon momento di forma, dopo un periodo in cui erano sprofondate in una profonda crisi: sto parlando del Palermo e della Fiorentina. I rosanero stanno ottendendo finalmente i frutti della cura Bortolo Mutti, allenatore esperto che ha saputo portare quell'equilibrio tattico che mancava in Sicilia. Il merito più grande dell'allenatore ex Bari è stato quello di rigenerare Fabrizio Miccoli, ancora in gol dopo la tripletta di San Siro. Il folletto leccese è in una forma smagliante e l'intesa con il partner d'attacco Budan è perfetta e sta regalando grandi gioie ai tifosi palermitani, galvanizzati anche dalla visita in settimana di alcuni sceicchi, che in conferenza stampa insieme al loro "amico" Zamparini hanno promesso di investire nella società siciliana circa 200 milioni di euro e di vincere lo Scudetto in tre anni. Utopia o realtà? Solo il tempo potrà fornirci le giuste risposte.
Un ex amatissimo a Palermo sta facendo molto bene in quel di Firenze: Delio Rossi sta ritrovando la sua Fiorentina e con l'inserimento più che positivo di Amauri i risultati cominciano anche ad arrivare. Il tecnico riminese ha dato le chiavi della sua squadra ha il talento superlativo di Stevan Jovetic ed il fantasista montenegrino sta ripagando la fiducia del suo allenatore trascinando i compagni alla vittoria come ieri con l'Udinese.
Chiudo il mio articolo parlando di due piccoli ma grandi attacanti, che in questa stagione stanno facendo benissimo e segnano gol strepitosi come i due di questa domenica: Rodrigo Palacio e Sebastian Giovinco sono le stelle rispettivamente di Genoa e Parma. Due funamboli del pallone, con un talento smisurato e con colpi di classe da campioni si stanno confermando ai massimi livelli e sono ormai pronti al definitivo salto di qualità: giocare ed essere decisivi anche in una grande piazza e squadra come possono essere l'Inter e la Juventus, che in varie occasioni si sono interessate a loro.
Andrea Ziglio