- Fantasmi a Firenze e Bari, a Roma si balla il liscio, il reality applicato al calcio -
E così è partito l’ennesimo Campionato della nostra vita. “Da quanto tempo!”, ci verrebbe da dire. Perché è vero che ci sono stati i Mondiali ed è vero che nel XXI secolo il prodotto calcio viene venduto in ogni periodo dell’anno, ma la Serie A rimane sempre la Serie A. In declino e con parecchi difetti, in realtà… e non esattamente da poco tempo.
Uno di questi è l’immediata sosta per le Nazionali, che ha quasi trasformato questo primo turno di Campionato nell’ultimo del precampionato, e che ha interrotto un coito (perdonate il termine) che aspettavamo dall’11 luglio.
Si parte dunque con il primo Campionato-reality della storia: telecamere negli spogliatoi, interviste pre, post gara, nell’intervallo e chi più ne ha più ne metta. “Eh, ma nell’NBA sai da quanto tempo ci sono queste cose?”. Come se “Bisteccone” Galeazzi che intervista Diego Armando nell’intervallo di Napoli – Milan fosse nato a Denver…
È il primo turno della massima serie italiana e già ci vengono forniti succulenti spunti: per esempio su come sia possibile, nel 2010, che gol come quello di Cavani vengano ancora convalidati. Fiorentina – Napoli non è Germania – Inghilterra, ottavo di finale della Coppa del Mondo, ma a fine anno vedremo quanto questo episodio influirà sul campionato dei viola. Novità per novità, avremmo fatto volentieri scambio tra le telecamere negli spogliatoi e la moviola in campo (o anche solo gli arbitri di porta). C’è chi ha anteposto l’avverbio “fortunatamente” alla considerazione “la Fiorentina è riuscita a pervenire al pareggio”, ma francamente ci chiediamo quale sia il senso dell’aggiunta.
È stato interessante vedere le due genovesi all’opera tra sabato pomeriggio e domenica sera: la prima, il Genoa, ha trovato dopo un anno altalenante i sostituti di Milito e Motta. Toni non è neanche la brutta figura di Milito, ma rispetto ai Floccari, ai Crespo e agli Acquafresca notati nello scorso Campionato è oro colato, anche se si è immediatamente bloccato. Miguel Veloso è invece un ottimo centrale di centrocampo, completo come il Thiago Motta di Barcelona: gli auguriamo di avere un’evoluzione di carriera più fortunata del brasiliano. Il derelitto Sporting Lisbona, senza i suoi gioielli Joao Moutinho (al Porto) e, appunto, Veloso, potete notare come abbia iniziato la sua stagione. Vittoria sudata, quella del Genoa, contro un’Udinese forse troppo testarda nel voler perseguire la propria politica di autosostentamento tramite i giovani.
A Marassi, invece, la Samp era chiamata ad una reazione d’orgoglio dopo l’atroce beffa dell’eliminazione dalla Champions: Cassano e Guberti (tra lui e Mannini c’è un oceano di distanza, con tutto il rispetto per il secondo) stendono la Lazio di Hernanes e Zarate. Non è da tutti i giorni vedere una squadra che a pochi giorni da una sanguinosa beffa si riscatta così prontamente. Per esempio ci viene in mente l’Helsingborg, Reggio Calabria e il consiglio di pigliare a calci nel culo allenatore e giocatori. Bei tempi…
Poche sorprese in Parma – Brescia, con un Giovinco – decisamente immaturo sotto molti punti di vista, ma dotato di una classe cristallina – , capace di prendere in mano una squadra che conosce da pochissimo tempo. Il Parma di Marino potrebbe essere una delle sorprese del Campionato, se dovesse ingranare veramente Bojinov, ricordiamo classe ’86. Ed occhio allo sfortunato Paonessa, chiamato alla definitiva esplosione dopo i tempi di Bologna e Vicenza.
Sorprendente invece il pareggio tra Palermo e Cagliari. La squadra di Rossi, forse appesantita dall’impegno in Slovenia (questo vuol dire sottovalutare il dover giocare in Slovenia… eh sì che noi italiani dovremmo saperne qualcosa) ha mancato di brillantezza ed ha sofferto l’assenza di Liverani, sostituito dal giovanissimo Kasami, acerbo campione del futuro.
L’Argentina C perde a Verona contro il Chievo di Pellissier e Moscardelli, classico giocatore da Serie B come altre decine di migliaia, ma che in A ci può stare tranquillamente. A 30 anni sigla il primo gol alla prima presenza, grazie anche alla difesa catanese. Giampaolo, tecnico preparato ma che in diversi anni di A ha dimostrato poco e nulla, non ha ancora trovato la quadratura del cerchio di una squadra che nelle ultime due stagioni ha avuto allenatori che ne hanno esaltato l’anarchica e spettacolare anima latina. Si è ballato il tango solo quando Ricchiuti ha siglato il gol forse meglio costruito della giornata, ma è troppo poco.
Venendo alle “grandi” la Newentus della triade Marotta-Paratici-Agnelli cade rovinosamente a Bari. Donati, ex rossonero, punisce la squadra, non il progetto. Almeno, non ancora. Sei nuovi acquisti nella formazione titolare, otto contando anche chi è entrato a partita in corso. La sensazione è che nell’economia dell’intero Campionato muoverà più Ibrahimovic da solo che gli otto juventini ieri scesi in campo. Il serbo Krasic – non confondetelo con Nedved – è un giocatore di livello incontestabile: Russian Premier League. A volte YouTube inganna… anche noi. Il Mondiale un po’ meno.
Otto volti nuovi su quattoridici e dieci italiani, sempre su quattordici. Il Made in Italy, in questo momento, non funziona un granché, almeno nel calcio. Agli svariati azzurri juventini protagonisti in Sud Africa si sono aggiunti Pepe e Bonucci. Questione di filosofia: vincere con gli stranieri o perdere con gli italiani? La Juve ha fatto la sua scelta, noi la avalliamo. Auguri a Borriello.
Il diesel giallorosso, tornando a sabato, si riconferma un diesel, manco fosse di Monaco o Wolfsburg. Il neopromosso Cesena conquista la palma di miglior neopromossa di giornata grazie ad una buona prestazione in casa dei lupacchiotti. Giuseppe Colucci – da non confondersi con il fabbro Leonardo Colucci – tiene benissimo il campo e a 30 anni, come il collega Moscardelli, sembra essere pronto alla sua vera avventura in Serie A attesa tutta la carriera. Nagatomo e Giaccherini piacevoli conferme dopo Mondiale e Serie B passata, così come Schelotto – anche qui, Matias Ezequiel e non Guillermo Barros – .
La squadra omonimi frena in ogni zona del campo i pretoriani di Ranieri guidati da Pizarro, ma troppo ancorati al campione (Totti) ed al fuoriclasse (De Rossi) romani. Vucinic e Menez, gli unici in grado di sostituire degnamente il Capitano romanista quando si tratta di inventare, non hanno brillato: onesto 0-0.
Serpentati tamarri dopo Crociati, il discorso cambia. 0-0 a Bologna. Solito gioco-non gioco di Specialona memoria e solito forcing nel secondo tempo per arrivare alla vittoria. Disordinatamente, senza capo né coda – al confronto della serpe – , i pericoli sono arrivati, sventati a volte dal sontuoso Esposito, altre dall’imbattibile Viviano. Partita offensivamente modesta del Bologna, pericoloso in avanti in un paio di occasioni – con la complicità di Lucio e Giulio Cesare – con lo sciagurato Gimenez. Benitez è un allenatore molto preparato dal punto di vista tecnico-tattico, ma un ambiente di schizzati ha bisogno secondo noi di una personalità diversa da quella del Sancho Panza nerazzurro, tra i tre allenatori simpatici del post Calciopoli decisamente il più sobrio. Questo aspetto pensiamo influirà in Europa, per il Campionato basterà che l’Ancelotti spagnolo ci metta del suo (vedi le ultime stagioni nella Merseyside).
Quarto anno di fila in cui l’Inter stecca alla prima in Campionato. Se Suma fosse il direttore di Inter Channel siamo certi che visti i precedenti godrebbe.