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Serie A Tim: report della 3a giornata

Creato il 22 settembre 2010 da Gianclint

Serie A Tim: report della 3a giornata- Gli illusori 4-0, una bianconera al comando, le due facce della Capitale -

Cominciamo subito con i commenti alle partite, dal momento che di arbitri e moviole se ne parla già troppo in giro, molte volte a sproposito.

Partiamo dalla capolista – in solitario, se vogliamo essere pignoli e controllare la differenza reti – Cesena. Visto che siamo pignoli e abbiamo controllato la differenza reti, balza all’occhio un dato: il Cesena è l’unica squadra che finora non ha subito gol in questo Campionato. Niente male per chi ha al centro della retroguardia il disastroso Pellegrino (chiedere dalle parti di Bergamo perché “disastroso”). Certo, è anche vero che i cesenati sono stati avvantaggiati dal calendario, avendo incontrato nelle prime tre giornate Roma, Milan e Lecce…
Ad ogni modo onore ai bianconeri capolisti: chi si immaginava una squadra bianconera mattatrice del campionato, per ora, ha visto giusto. La partita ha detto poco, per chi non sia interessato alla Serie A per il gossip arbitrale, ma per il calcio. Il Cesena ha dimostrato di essere una vera squadra, a differenza dei salentini: forse catenacciara, soprattutto dopo l’espulsione di Colucci, ma di certo solida ed organizzatissima. Match winner Bogdani, non certo un fenomeno, ma un altro di quei calciatori rimasti sconosciuti per anni, nonostante buone stagioni alle spalle (e parliamo soprattutto della 2005/2006 a Verona).

Nell’anticipo di sabato si è assistito ad un bello spettacolo grazie a Fiorentina – Lazio. Viola che escono sconfitti dal campo soprattutto a causa dell’incapacità di Mihajlovic di trasmettere la propria mentalità ai suoi ragazzi (o viceversa, questo lo può sapere solo chi frequenta lo spogliatoio del Franchi): troviamo infatti pochissimi punti d’incontro tra il Catania dello scorso anno e la Fiorentina di questa stagione. Toscani in vantaggio grazie ad un rigore trasformato dal talento cristallino di Ljajic e procurato dall’ex romanista Cerci, un altro talento cristallino, ma che finora non ha trovato continuità. Ribaltano il punteggio in favore dei biancocelesti Ledesma e Kozak. Zarate ancora in panchina. Anche lui un talento straordinario, ma poco assecondato prima di tutto dalla sua testa, in secondo luogo dalle scelte della società in sede di mercato e dall’allenatore: pensiamo infatti che l’argentino dovrebbe giocare in avanti con qualcuno che parli la sua stessa lingua calcistica – come faceva Pandev – e non con i vari Floccari, Rocchi e Kozak… che, con tutto il rispetto, hanno calcisticamente poco da spartire con Zarate Kid.

Per una Roma che ride c’è una Roma che piange. I ragazzi di Ranieri avranno anche le palle, ma probabilmente non hanno la testa, in questo momento. Roma avanti con Borriello, che prova a farsi rimpiangere dai milanisti. Il secondo gol arriva con un’autorete di Rubin, ma sull’1-0 sono clamorose le due palle gol per il Bologna sciupate da Paponi. Gli emiliani si risvegliano grazie a Di Vaio, ex laziale come era ex romanista Cerci, che mette a segno prima un gol meraviglioso con la complicità del distratto Rosi, e poi la rete di rapina del pareggio.
I due volti di Roma non sono quelli di Roma e Lazio, ma anche quelli delle due trasferte romane del Bologna: prima sconfitta e sterile offensivamente, poi più concerta grazie al vecchio Di Vaio, forse l’unico insieme a Ramirez (il visto è arrivato e può giocare) in grado di accendere la luce là davanti.

I match più belli di giornata sono stati però due: Palermo – Inter e Sampdoria – Napoli, entrambi conclusi con la vittoria delle squadre ospiti. A Palermo si sono viste in campo due leggende di questo sport: una del presente, Samuel Eto’o, giocatore a cui ogni aggettivo sta stretto, una del futuro, Javier Pastore, semplicemente un marziano sceso sul pianeta Terra a insegnare il gioco del calcio. Il camerunense risolve da fuoriclasse una partita che si era messa male per i nerazzurri dopo la rete di Ilicic nel primo tempo. Prima un guizzo di una rapidità incredibile concluso con un rasoterra imprendibile per Sirigu (riscattatosi con due grandi interventi su Milito dopo l’errore in Estonia – Italia: detrattori del futuro miglior portiere italiano prendete nota, grazie), poi un appoggio facile facile dopo un’azione da manuale del gioco del calcio di Stankovic e Maicon permettono all’Inter di espugnare il Barbera. La missione è stata compiuta, ma per poco il fuoriclasse di Cordoba non rovinava i piani di Benitez: con assist, inserimenti e tiri pregevoli, El Flaco si è confermato una realtà e non un prospetto. Ed ha solo 21 anni. Per citare Federico Buffa, “questo qui finirà tipo al Barcellona per 60 milioni di Euro, non può restare al Palermo a lungo… ma che giocatore èèèèè???”. Il più forte ’89 del Mondo era Pato, secondo Galliani… non sappiamo se ora le sue sicurezze stiano traballando, le nostre di sicuro sì.

A Genova altra partita godibilissima con due squadre che hanno giocato a viso aperto tutto l’incontro senza paura di perdere: finisce 2-1 per i partenopei, ma fino alla mezz’ora della ripresa il risultato era fermo sullo 0-0. Della serie “come una partita senza gol può essere divertentissima”. Blucerchiati avanti con un rigore procurato da Pozzi e realizzato da L’Illuminato, ma che potevano passare già diversi minuti prima, quando il positivissimo Guberti (Prandelli, prenda nota, grazie) aveva colto la traversa con un tiro a giro spettacolare dopo un’altrettanto spettacolare azione personale. Gli undici di Mazzarri però prima con Gargano (traversa) avvisano Curci, poi con Hamsik e Cavani passano ai fatti: due reti e vittoria – a conti fatti meritata – portata alle falde del Vesuvio.

La Newentus rinasce ad Udine non tanto grazie a Krasic, Quagliarella, Del Piero, Marchisio e Bonucci, quanto grazie alla cabarettistica difesa dell’Udinese. 4-0 dal sapore del 4-0 del Milan al Lecce: non conosciamo moltissimi juventini, ma di quei pochi che conosciamo siamo curiosi di sapere il loro parere a riguardo. In ogni caso ottima partita dei tricolori di Delneri, con un Krasic in grande spolvero: per la prima volta riesce a conciliare la (poca) qualità di cui è in possesso con la (tantissima) quantità che ha dimostrato di possedere nella scorsa stagione. Bonucci goleador apre le marcature, seguito a ruota da Quagliarella (che non esulta), Marchisio (credevate davvero che il vero Marchisio fosse quello del Sudafrica?) e Iaquinta (che esulta, e per questo si piglia i fischi del Friuli. Atteggiamento odioso, secondo solo ai fischi del Franchi a Quagliarella durante Italia – Far Oer). Fossimo in Delneri, in ogni caso, penseremmo più alle tre pere prese in settimana dai polacchi, più che alle quattro rifilate ai birilli friulani. Lo diciamo per esperienza personale.

Partite anonime le ultime tre del lotto: Bari – Cagliari finisce 0-0. Secondo 0-0 in trasferta dopo quello di Palermo per il Cagliari di Bisoli, più equilibrato e meno spettacolare di quello di Allegri.
Chievo – Brescia si chiude 0-1 con rete di Diamanti, un giocatore che ha nel sangue la capacità di fare la differenza.
Parma – Genoa dice 1-1 con gli ospiti in vantaggio con il rigore del rientrante Toni e padroni di casa che pareggiano con la rete di Zaccardo. Quando due tridenti in una partita non producono automaticamente spettacolo.

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