8 SETTEMBRE – E anche quest’anno è arrivato inesorabile il fatidico gong del 31 agosto, ultimo giorno di calcio mercato dove come da copione direttori sportivi e presidenti hanno cercato fino all’ultimo il colpo a sorpresa da regalare ai propri tifosi. Come ogni anno non sono certo mancate situazioni particolari o paradossali. Curioso, ad esempio, quanto capitato all’attaccante dell’Hellas Verona Sasa Bijelanovic: quando il suo trasferimento al Varese sembrava cosa fatta, l’improvviso rifiuto al trasferimento al Brescia da parte del biancorosso Martinetti, ha fatto saltare la girandola dei bomber costringendo il procuratore del giocatore croato a precipitarsi verso il box del Cittadella, con il quale l’accordo di massima era già stato raggiunto, arrivando con quei 30 secondi di ritardo che altro effetto non hanno avuto che quello lasciare senza squadra il povero Sasa (l’Hellas infatti l’aveva già escluso dalla lista dei giocatori “over”). Casi come questo purtroppo non rappresentano certo una novità: è risaputo infatti come i direttori sportivi aspettino sempre l’ultimo momento nella speranza di strappare l’acquisto ad effetto a condizioni magari migliori, dimenticando tuttavia che basta poco per mandare in fumo settimane di estenuanti trattative. Nonostante tutto è stato comunque un mercato frenetico ed avvincente dove soldi se ne sono visti girare gran pochi e la maggior parte delle trattative è convolata verso prestiti gratuiti, a volte “impreziositi”da un diritto di riscatto, anche se spesso della sola comproprietà.
Il campionato cadetto, “orfano” quest’anno di piazze importanti come Genova (sponda Samp) e Torino (sponda Toro) ha visto salire agli onori della cronaca Hellas Verona e Spezia. La prima, reduce dalla cocente eliminazione ai play off dello scorso anno, non senza code polemiche legate alla direzione di gara del discusso Massa di Novi Ligure, ha visto l’avvento alla presidenza dell’imprenditore carpigiano dell’abbigliamento Maurizio Setti che , reduce dalla poco felice esperienza in serie A con il Bologna, ha scelto la strada della cosiddetta
“rivoluzione”. Il nuovo diesse Sean Sogliano, voluto fortemente da Setti dopo l’esperienza di Varese costruito in Eccellenza e arrivato sino alle soglie della massima serie, ha tenuto solo i pezzi da novanta aggiungendo una quindicina di nuovi giocatori e consegnando di fatto al riconfermatissimo tecnico ravennate Andrea Mandorlini una delle rose più di qualità della cadetteria. Nomi come Cacciatore, Rivas, Carrozza, Moras, Bacinovic, sino ad arrivare a Cacia e Bojinov, fanno sicuramente dell’Hellas Verona una delle squadre maggiormente accreditate alla promozione in Serie A. A fianco degli scaligeri troviamo sicuramente lo Spezia, reduce dal “triplete” dello scorso anno (Campionato, Coppa e Supercoppa Italiana di Lega Pro) e guidato dall’ambizioso presidente Volpi, imprenditore nel settore della logistica petrolifera. La società ligure ha operato un’altrettanta rivoluzione dalla quale, come a Verona, è stato risparmiato solamente il tecnico Michele Serena. Spezia che non nasconde certo ambizioni di promozione e che ha dalla sua anche lo spirito garibaldino tipico della neopromossa che negli ultimi anni ha visto anche casi di doppia promozione (vedi Cesena nel 2010 e Novara nel 2011).Accanto alle due regine indiscusse del mercato, si accodano per definizione le retrocesse dalla massima serie Cesena e Novara ma non il Lecce, coinvolto suo malgrado nello scandalo del calcio scommesse e finito addirittura nell’inferno della Lega Pro, per la gioia del già retrocesso Vicenza, oggetto per la seconda volta nella sua storia di un inatteso quanto insperato ripescaggio che ha d’incanto ha cancellato la delusione della recente sfida play out con l’Empoli.
L’attaccante del Livorno Paulinho
Impossibile poi dimenticare il Padova che dopo il fallimentare epilogo dello scorso campionato, indicato da tutti come candidato alla promozione senza tuttavia raggiungere nemmeno l’obiettivo minimo dei play off, ha deciso grazie alla perseveranza del presidente Cestaro, di ritentare la scalata verso quella serie A che manca in terra patavina dai tempi di Nanu Galderisi e dello yankee Alexi Lalas.
Dietro a questa sfilza di pretendenti si nasconde sicuramente il classico outsider (Pro Vercelli, Ternana) oppure l’auspicata rinascita di qualche altra nobile decaduta (Reggina, Livorno, Brescia). In particolare segnaliamo il Livorno, guidato da un allenatore emergente come Nicola che fa sempre giocar bene le proprie squadre, e con una linea d’attacco composta da Dionisi, Siligardi e Paulinnho che sicuramente poche altre squadre hanno. E se patron Spinelli saprà resistere alle pressoché certe sirene nel prossimo mercato di gennaio, la squadra labronica saprà sicuramente far divertire il proprio pubblico e non solo. Un ultimo cenno lo riserviamo al Sassuolo. La compagine del presidente Squinzi, che deluso dai torti subiti lo scorso anno ha ridotto drasticamente il proprio impegno economico, sicuramente intende viaggiare a fari spenti ma il vantaggio assicurato da un nucleo forte e consolidato di giocatori, giusto mix di esperienza e qualità, completato da alcuni giovani emergenti, fanno senza dubbio della compagine emiliana una delle mine vaganti della stagione.
Eccoci quindi al campionato che ha già messo in archivio le prime due giornate dove le sorprese non sono sicuramente mancate. La carovana, sulla quale sono salite in extremis il ripescato Vicenza e il graziato in appello Grosseto, si è quindi messa in moto, ancora “monca” tuttavia per via delle penalizzazioni legate proprio al calcio scommesse. Alcune squadre hanno già azzerato il proprio handicap con due vittorie consecutive (vedi Bari e Varese ) mentre ad esempio il Grosseto, nonostante le resistenze del presidente Camilli alle insistenti offerte pervenute per il bomber Nando Sforzini, è rimasto ancora al palo.
Il bomber dell’Hellas Juanito Gomez
Alla seconda giornata, poi, è già andato in scena il più classico degli scontri diretti o big match che dir si voglia, tra le due massime pretendenti alla promozione, almeno secondo gli addetti ai lavori, ovvero Hellas Verona e Spezia. L’interessante sfida si è conclusa con un poco emozionante pareggio, suggellato da due penalty realizzati rispettivamente da Di Gennaro e Juanito Gomez. Al Bentegodi, come sugli altri campi, le squadre sono sembrate ancora in rodaggio, imballate e alla ricerca della forma migliore. Dovremo quindi attendere ancora qualche settimana prima di poter tirare le prime somme e magari vedere ahimè anche i primi avvicendamenti sulle panchine, del resto in Italia esiste da sempre la cultura del risultato da raggiungere il prima possibile, pochi presidenti hanno il pregio di saper aspettare..
Che dire, quindi, la parola passa ora inesorabilmente al rettangolo verde, unico e insindacabile giudice di tutto e di tutti… Buon divertimento e buon campionato….
Enrico Brigi