Sito dell’Autrice: http://www.catherine-fisher.com/
Serie Incarceron:
1. Incarceron, 2012
2. Sapphique, 2008 (USA)
Titolo: Incarceron. La prigione vivente
Autore: Catherine Fisher (Traduttore: S. Pisauri)
Serie: Serie Incarceron, vol.1
Edito da: Fazi (Collana: Lain)
Prezzo: 14.00€
Genere: Young Fantasy,
Pagine: 350 p.
Voto:
Trama: Incarceron è una prigione avvenieristica e invisibile, dove i discendenti dei prigionieri originari vivono in un mondo oscuro, scosso da rivalità e violenze. È un incrocio di inquietanti tecnologie, un edificio vivente, un Grande Fratello vendicativo e sempre in guardia, corredato di camere di tortura, sotterranei e passaggi segreti. In questo luogo, un giovane prigioniero, Finn, ha delle visioni sulla sua vita precedente e non riesce a convincersi di essere nato e cresciuto lì. Nel mondo esterno, Claudia, figlia del direttore di Incarceron, è intrappolata in un altro tipo di prigione – un universo tecnologico ma costruito con meticolosa cura affinché appaia come un’epoca antica – dove la attende un matrimonio combinato con un ricco playboy che lei odia. Ma arriverà un momento in cui Claudia e Finn, contemporaneamente, troveranno un oggetto, una chiave di cristallo, attraverso la quale potranno parlarsi. E allora sarà solo questione di tempo prima che i due mondi, finora separati dagli spessi muri di Incarceron, entrino in contatto…
Recensione
Reading Mind
Incarceron è uno di quei libri che mi ha lasciato perplessa all’inizio, per un motivo molto semplice: non riuscivo a capire dove volesse andare a parare. Abbiamo una ragazza promessa sposa al figlio della Regina, un matrimonio combinato presumibilmente infelice, e un ragazzo segregato all’interno di una prigione viva, che non ha ricordi del suo passato. Non esattamente lo scenario che mi aspettavo quando ho cominciato a leggere il libro, e devo dire che ho faticato un po’ all’inizio, perché la narrazione è lenta e serve tempo per entrare nel vivo della storia.
Tuttavia, man mano che andavo avanti, l’idea che sta’ alla base del libro mi ha affascinato completamente, pur continuando ad avere qualche riserva sulla storia. Una prigione viva, che ingloba i suoi abitanti, che ricicla qualsiasi cosa, che osserva tutto e tutti, ditemi voi se non è inquietante. All’interno di questa prigione c’è Finn, ragazzo appartenente a una banda di criminali, che sente di non appartenere a quell’ambiente violento e pieno di insidie. Dall’altra parte abbiamo invece Claudia, figlia del direttore di Incarceron, destinata a sposare l’insopportabile erede al trono, dopo che il fratello di quest’ultimo è morto anni prima. La situazione, cambia quando Claudia scopre una misteriosa chiave e Finn viene in possesso di un identico manufatto. I due ben presto scoprono che riescono a sentirsi, e persino a vedersi, tramite le loro due chiavi, e Claudia decide di aiutare Finn a uscire da Incarceron.
Qual è stato il mio problema più grande con questo libro? Non la storia, di per sé intrigante e molto originale, quanto piuttosto i personaggi. Sono interessanti, ben delineati, forti, descritti magnificamente, ma… non sono riuscita a stabilire una connessione con loro. Un peccato. Claudia è sicuramente una ragazza forte, intelligente, intraprendete e profondamente testarda, mentre Finn è un ragazzo tormentato da un passato che non ricorda e dalle azioni che si trova costretto a compiere, ma che non condivide. Keiro, il fratello di sangue di Finn, è, a mio avviso, il personaggio più contradditorio e intrigante, sempre in bilico tra la fedeltà all’amico e il voltafaccia. Anche il padre di Claudia, che usa la figlia per raggiungere il trono, è un personaggio alquanto complesso, e sicuramente nasconde molto di più di quanto si può vedere in questo primo libro. L’immagine della prigione vivente è sicuramente il punto forte del libro, e quella che più mi è piaciuta. Malvagia e inquietante, perfetta.
Per quanto riguarda la narrazione, il libro comincia alquanto lentamente e per le prime cinquanta pagine ho fatto fatica. Ci sono momenti di azione, ma non tanti quanti mi aspettavo, e il fatto che la storia proceda dai punti di vista alternati di Claudia e Finn, ci aiuta a ricostruire gli eventi che succedono in contemporanea. Vi sono degli intermezzi in cui vengono riportati degli estratti sulla storia mitologica di Incarceron e di colui che è riuscito a uscirne, ma a volte, questi mi hanno confuso. Di certo questo libro ha stimolato la mia curiosità e continuerò a leggerlo, anche se non rientra tra i miei preferiti.