Considerato che in un Saloon che si rispetti non si butta via niente, oggi regalerò un pò di spazio ad una piccola carrellata di opere senza troppi patemi abbandonate a loro stesse dal sottoscritto.
GLEE
Il primo serial a finire nel cestino senza neppure passare dalle bottigliate è stato Glee, a dire il vero ormai ben più di un anno fa: partito fortissimo con una prima parte della prima stagione da urlo - in tutti i sensi -, questo prodotto profondamente teen eppure clamorosamente accattivante grazie allo straordinario utilizzo della musica ha finito per inabissarsi in se stesso, assumento sempre più i connotati di una robetta da pomeriggio su MTV senza capo ne coda che non di un titolo che voglia assumersi il ruolo d'importanza non indifferente di traghettatore di adolescenti verso l'età adulta a ritmo di pezzi uno più bello dell'altro.
Perfino il charachter si Sue Sylvester, negli ultimi episodi che mi capitò di vedere, appariva spompato e totalmente privo della verve degli inizi, senza contare sceneggiature ormai scritte ad hoc sulle canzoni scelte per l'episodio in grado di cambiare personalità e destini dei personaggi da una puntata all'altra. Una vera e propria meteora cui non è servito a nulla il restyling tra la terza e la quarta stagione.
PERSON OF INTEREST
Scelto dai Ford tutti come se fosse una sorta di erede della grande tradizione action di proposte come 24, Person of interest, accolto con giubilo da tutti gli ex lostiani orfani del più grande serial di tutti i tempi, si è rivelato un fuoco di paglia fin dai primi episodi: implausibile, assolutamente privo di ironia, incapace di appassionare ed interpretato dagli impalpabili Michael Emerson - l'indimenticato Ben dell'isola dei naufraghi più famosi del piccolo schermo, che proprio sulla stessa isola pare aver lasciato tutto il suo carisma di villain - e Jim Caviezel - che avrà pure azzeccato il ruolo della vita con La sottile linea rossa, ma resta sempre il Gesù in stile Bruce Lee dell'obbrobrio che fu La passione di Cristo di Mel Gibson -, ha finito per essere accantonato quasi senza che ce ne si accorgesse dopo la prima manciata di episodi, tendenzialmente sfruttati per conciliare la siesta pomeridiana nei giorni di riposo dal lavoro. Di interesting ho visto davvero poco, in questa proposta.
ONCE UPON A TIME
Ed ecco la vera nota dolente di questa piccola selezione: partita con una buona stagione d'esordio, Once upon a time è stata una delle pietre sulle quali si è costruita la recente moda del riciclo delle fiabe classiche, abile a sfruttare personaggi noti - Biancaneve, Cappuccetto Rosso e quant'altro - e meno noti - Tremotino su tutti - inserendoli in un contesto in grado di appassionare i fan del fantasy così come quelli degli intrighi a più livelli - e di nuovo il discorso torna a Lost -.Peccato soltanto che, dopo un anno uno decisamente soddisfacente e chiuso alla grande, la seconda stagione sia partita cominciando a mescolare charachters che con le fiabe classiche c'entrano poco o nulla - Mulan, Victor Frankenstein - e finendo per rendere più complessa ed al contempo decisamente debole l'ossatura della trama, finendo in più di un'occasione per tracimare nel ridicolo - dall'utilizzo di un Capitan Uncino bello e maledetto all'episodio nella dimora del gigante, uno dei punti più bassi toccati dal piccolo schermo in questa stagione -.In un certo senso, Once upon a time è stata l'altra faccia della moneta di American horror story, che avevo finito per bottigliare selvaggiamente al termine della prima stagione e mi sono ritrovato ad incensare con la seconda: per gli abitanti di Storybrook il destino si è giocato con uno degli episodi centrali dell'annata, se non ricordo male dedicato al Grillo Parlante - già di suo non uno dei favoriti del sottoscritto -.Uno spreco davvero. Peccato.
MrFord
"Do you mean all the things you are?
Are you pleased with the way things are?
Wear that dress to protect this scar,
that only I have seen."
Maroon 5 - "Story" -