di Nasreen in collaborazione con Barbara Risoli
Laura Gay;
Sono nata a Genova il 19 luglio 1970 e vivo tutt’ora in questa città. Mi sono diplomata presso l’Istituto magistrale “A.Manzoni” dopo di che ho frequentato un corso come traduttrice e interprete di lingua inglese all’istituto ALI. Non essendo il diploma rilasciato da questo istituto, riconosciuto a livello internazionale ho conseguito, in seguito, anche il First, rilasciato dall’università di Cambridge. In seguito mi sono impiegata presso un’agenzia marittima, dove attualmente lavoro.
Mi piace molto leggere e scrivere, in particolare romanzi storici. Per ora ne ho scritti quattro: “La rosa di Parigi”, “Edmond e Charlotte” e “La figlia del re di Francia” e l’ultimo “Prigioniera del tempo”.
Un’altra mia passione è la musica. Ho cantato per anni in una corale come soprano. Recentemente ho tuttavia abbandonato il canto per dedicarmi totalmente alla scrittura e a mio marito.
Fonte: Qua
Blog dell’Autrice: http://www.laureen.splinder.com/
Serie “Prigioniera del Tempo”:
1. Prigioniera del tempo (isbn:9788862238540)
2. Ovunque sarai (isbn:9788865812174)
Titolo: Prigioniera del tempo
Autore: Laura Gay
Serie: Serie “Prigioniera del tempo”, vol.1
Edito da: Boopen Editore
Prezzo: 15,00€
Genere: Adult Fantasy, Storico
Pagine: 232 p.
Voto:
Trama: Elisa è una studentessa liceale con tutti i normali problemi delle ragazze della sua età: la famiglia, i ragazzi, la scuola. Ma un giorno si ritrova catapultata in un`altra epoca, la Roma dei Borgia e deve imparare a sopravvivere in un mondo completamente diverso dal suo. Mentre cerca disperatamente una soluzione per tornare nella sua epoca, due giovani si contendono il suo amore: l`affascinante e crudele Cesare Borgia e l`onesto e leale Cristiano. Il primo è disposto ad uccidere pur di possederla, il secondo darebbe la vita per lei. Chi riuscirà a conquistare il suo cuore? In un crescendo di colpi di scena, questa storia vi terrà avvinti dalla prima all`ultima pagina.
Nel frattempo era calata l’oscurità. Non sapeva quanto tempo avesse trascorso a curiosare nei meandri dell’antico castello ma senz’altro era tardi e i suoi genitori le avrebbero fatto una bella ramanzina per il ritardo.
Cercò di orizzontarsi, ma ebbe qualche difficoltà. Il paesaggio circostante pareva diverso da quello a cui era abituata. Eppure conosceva quella parte di Roma come le sue tasche!
Aggirò la fortezza nel tentativo di giungere all’ingresso principale ma, quando l’ebbe raggiunto, rimase sconcertata.
Il lungotevere sembrava diverso da come lo ricordasse. Attorno non era posteggiata nessuna auto, né un motorino e nessun lampione illuminava quella parte della città.
Persino l’aria pareva diversa; più pura, come se l’inquinamento cittadino si fosse dissolto all’improvviso.
Al tempo stesso si sentiva un odore nauseante che non seppe definire. Pareva un misto di escrementi di cavallo e liquame umano.
Arricciò il naso schifata e gettò un’occhiata distratta al cellulare per controllare che ora fosse.
In quel momento si accorse che il suo telefonino non prendeva.
“Cazzo, non c’è campo!” Imprecò sottovoce, quando all’improvviso, alle sue spalle, uno sconosciuto le rivolse la parola facendola trasalire.
“State cercando qualcuno, madonna?”
Elisa si ritrovò a fissare un giovane che doveva avere all’incirca vent’anni, vestito in modo alquanto bizzarro. Forse ne veniva da una festa di carnevale, sebbene martedì grasso fosse passato da un pezzo.
“Stai parlando con me?” Chiese a sua volta, fissandolo incerta.
“E con chi altri? Non vedo nessun’altro a parte voi.” Fu la brusca risposta che ricevette.
“E allora perché parli al plurale, se hai notato che insieme a me non c’è nessuno?”
Il ragazzo assunse un’aria dubbiosa, quasi come se quello che aveva appena detto gli risultasse strano. Poi riprese con circospezione: “In effetti è inconsueto che una fanciulla come voi si aggiri per la città senza scorta e per
giunta di notte. Potrebbe essere pericoloso.”
Elisa strabuzzò gli occhi. “Ma come cazzo parli? Sembri uscito da un film sul medioevo!”
“Un film? Di che diavoleria si tratta?”
“Senti, mi stai prendendo in giro o ti sei fatto una canna?” Perdette la pazienza lei.
Le mancava anche il tossico per completare quella degna giornata!
“Mi rincresce, madonna, ma non riesco proprio a capire quello che dite.” Fece il giovane con aria contrita. Pareva spaesato e, cosa piuttosto strana, non sembrava fingere.
“E si può sapere perché mi chiami madonna? Per chi mi hai presa, per la cantante, forse?”
A quel punto lo sconosciuto fece un passo indietro quasi fosse timoroso. La fissava come avesse visto il diavolo.
“Ok, io devo raggiungere il mio motorino. E’ tardi e i miei genitori mi
aspettano, per cui se non hai altro da aggiungere io me ne andrei.”
“Cos’è un motorino?” Si decise a chiedere il ragazzo. “E voi chi siete? Una strega, forse? Le vostre vesti sono assai curiose!”
Elisa vide che la squadrava da cima a fondo e sbuffò. Quello doveva essere suonato. Il suo abbigliamento non aveva nulla di strano, indossava solo un paio di Jeans, un pullover e scarpe da ginnastica.
“Senti, strega vallo a dire a tua sorella, ok?”
Il giovane sgranò gli occhi. “Conoscete mia sorella, madonna?”
Elisa scosse il capo sconsolata. “No. E se è fuori di testa come te non desidero conoscerla! L’unica cosa che voglio è trovare il mio motorino e andarmene a casa. Ma che cazzo è successo in città stasera? E’ buio pesto. Per caso è in atto un black out che tu sappia?”
Si volse a guardare lo sconosciuto, ma si avvide che continuava a fissarla sbigottito, invece di rispondere alla sua innocua domanda.
Cercando di ignorarlo, si avviò sul lungotevere nella direzione in cui si ricordava di aver lasciato il suo mezzo di trasporto ma, una volta giunta sul posto, non lo trovò.
La città continuava ad apparirle diversa ed Elisa corrugò la fronte impensierita.
Distrattamente lanciò un’occhiata al Tevere che scorreva placidamente sotto di
lei. Anche le sue acque le parvero differenti da come le ricordava; nessuna lattina abbandonata sugli argini del fiume, nessun sacchetto di plastica… eppure le sembrava di aver notato parecchia spazzatura di quel genere quando era arrivata. Adesso era sì insozzato di rifiuti, ma di genere diverso.
All’improvviso lanciò un urlo e si ritrasse.
“Che vi è successo?” Chiese la voce del ragazzo di prima che, evidentemente, l’aveva seguita.
“Guarda laggiù”, rispose lei allarmata, “In acqua, c’è un cadavere che galleggia!”
Il giovane seguì il suo sguardo e scrollò le spalle con noncuranza.
“Sarà l’ennesima vittima dei Borgia. Di questi tempi se ne trovano parecchie da queste parti. Ma voi da dove arrivate, madonna?”
“Senti, smetti di chiamarmi madonna, per favore.” Reagì lei con rabbia. Si sentiva confusa, come se stesse vivendo un incubo. “Il mio nome è Elisa.”
“Un bel nome. Io invece mi chiamo Cristiano. Sono al servizio dei Borgia da
qualche anno e quindi sono avvezzo a situazioni del genere. Non è il primo
cadavere che viene trovato nelle acque del Tevere.”
“I Borgia?” Elisa lo fissò incredula. “Ma che anno è questo?” La domanda le parve assurda solo a pronunciarla, eppure le era scappata istintivamente.
“Siamo nell’anno del signore 1496.”
Per poco lei non ebbe un mancamento. La testa le girava vorticosamente ed era difficile razionalizzare quella situazione incredibile. Cercò di andare indietro con la memoria e ricordò l’attimo in cui aveva pensato che le sarebbe piaciuto vivere in un’altra epoca.
Cavolo, non poteva essersi realizzato il suo desiderio! E poi lei l’aveva pensato così, come per gioco. Non c’era una reale intenzionalità.
“Ok. Voglio tornare nel mio tempo!” Disse, chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio. Ma quando li riaprì il ragazzo dagli abiti cinquecenteschi era sempre innanzi a lei e la guardava attonito.
“Merda! Perché non funziona?”
“Cos’è che non funziona?”
Elisa sospirò affranta. “Non può essere vero. Non può essere sul serio il 1496!”
Cristiano pareva stupito quanto lei. “Perché? Da quale epoca venite voi?”
“Dal 2009.”
“Che cosa? Allora è vero che siete una strega!”
Elisa lo guardò di sbieco, ma non replicò. Era tutto troppo assurdo. Forse quel tipo le stava tirando un brutto scherzo; non poteva essere altrimenti.
Eppure, più si guardava intorno, più tutto sembrava condurla verso quell’unica ipotesi: quella era la Roma del passato. La Roma dei Borgia.
Recensione:
Romanzo decisamente intrigante! Questo lavoro storico di Laura Gay (che ritenevo erroneamente un libro d’esordio) è uno di quei libri che ti catturano e ti tengono incollati all’e pagine fino all’ultima parole. Impossibile separarsene prima!
Benché l’idea del viaggio nel tempo sia piuttosto sfruttata, l’autrice riesce comunque a rendere il “viaggio” nel tempo originale e ambientando il tutto a Castel Sant’Angelo.
Elisa, normalissima ragazza romana del 2009, in cerca di tranquillità dopo una giornata pessima e da dimenticare, si rifugia a Castel Sant’Angelo. La sua speranza è quella di lasciarsi cullare dalle bellezza del luogo e di dimenticarsi, almeno per un po’, dei suoi guai. Inutile dire che le cose non andranno affatto come aveva sperato.
Con un ingegnoso strattagemma l’autrice la spinge violentemente fra le braccia del passato facendola capitare nel 1496, epoca dei Borgia. L’aspetto storico è molto curato, per quanto io non possa sinceramente vantare un’accurata conoscenza storica del periodo posso dire di non aver riscontrato grosse incongruenze ma, anzi, ho apprezzato la capacità di inserire la protagonista nei vari intrighi verificatisi effettivamente nel passato.
Ho inoltre trovato molto appropriata l’idea delle due storie d’amore. Cristiano e Cesare Borgia sono due uomini perfettamente agli antipodi. Il primo è dolce e rispettoso quanto il secondo è crudele, spietato e arrivista.
Incredibilmente, e nessuno se ne spiega il motivo, Elisa riesce davvero a far breccia nel cuore del crudele Cesare Borgia scatenando nel suo cuore un amore malato e possessivo che spinge la ragazza ad aprire gli occhi verso la vera natura di Cesare e permettendosi, finalmente, di guardare oltre la patina di avvenenza che l’avevano inizialmente colpita.
Cesare sembrerà pronto a tutto per la sua Elisa ma lei, ragazza del XXI secolo, come prenderà tutto questo? E come potrà Cristiano avere la meglio sul potente Cesare? Riuscirà ad avere il cuore di Elisa?
Positivo, decisamente positivo quest’evoluzione psicologica della stessa Elisa che passa, in tre anni, da testarda e plagiabile innamorata di Cesare Borgia alla forte e dolce Elisa che rischierà tutto per salvare Cristiano dalle prigioni.
Ci sono stati due unici elementi che mi hanno leggermente infastidita, a dover essere sincera. Prima di tutto non sono riuscita ad apprezzare veramente il primo incontro fra Cristiano e Elisa. Per quanto di ampie vedute e giovane nel 1400 una donna che si rivolge con una certa terminologia ad un uomo, sconosciuto per di più, e abbigliata in quel modo, avrebbe scatenato la diffidenza e non la fiducia.
Non è stato naturale lo scambio fra i due come non lo è stato, in buona parte del romanzo, vedere l’atteggiamento diretto e spesso un tantino volgare di Elisa non scatenare minimamente le ire degli altri. A volte ha scioccato un po’ il prossimo ma niente più. Questo è, a mio avviso, una grossa limitazione del romanzo visto che, nella realtà, se le fosse andata di lusso si sarebbe beccata un’accusa di stregoneria.
Idem il discorso con Cesare Borgia. Anche se il rapporto diretto che Elisa pretende di intraprendere con lui è un tantino impossibile (ricordiamo che è sempre una serva…) quando gli svela di venire dal futuro la situazione è degenerata. Un’altra scena surreale e lontana dalla coerenza storica portata avanti fino a quel momento. Diciamo che a parte queste due scene che proprio, a mio avviso, hanno toccato il culmine in fatto di “irrealtà” il resto del testo scivola via leggero e piacevole.
Un altro elemento che mi ha lasciata un po’ perplessa è stata la parte finale. Non so se l’autrice è stata volutamente tentata a lasciarsi spazio per un seguito, potrebbe essere, ma vedere Cesare Borgia che, dopo essere stato umiliato e fregato da Cristiano, lo lascia libero di vivere mi ha fatta un po’ sorridere.
Finale un po’ tirato velocemente ma non per questo meno piacevole. In conclusione un bel libro che merita di essere letto per chi cerca un po’ di sano romanticismo accompagnato da una buona trama ma non da chi cerca un romanzo storico nel vero senso della parola. Un bel romanzo d’evasione, come la stessa Laura Gay afferma dopotutto.
Dicono di questo libro:
Ancora una volta Laura Gay dà un saggio di quella sua strana capacità di trascinare il lettore in mondi antichi senza tediare con descrizioni maniacali, semplicemente ci si trova lì, ovunque lei voglia portarci. E questa volta saltiamo a piè pari nella Roma dei Borgia, ambientino tutto un programma che, inevitabilmente, porterà la protagonista figlia del ventunesimo secolo ad affrontare una marea di guai. Non sono solita fare spoiler, quindi non dirò nulla di più riguardo questo colossale viaggio nel tempo ove incontriamo i personaggi della Storia, ovviamente quelli meno tranquilli e decisamente pericolosi. Elisa se la giostra bene la rogna che il destino le riserva, ci si adegua ad un tempo nefando e, se vogliamo, pure sozzetto; incontra persone buone e persone cattive… cattive… cattive… OK, non tergiverso, propongo il CESARE BORGIA FAN CLUB, visto che io sono notoriamente fan del cattivo delle storie. Ebbene, sto Cesare sarà stato pure un bastardo, ma nel romanzo è il personaggio più azzeccato, più coinvolgente, più degno di nota, da osservare, studiare, immaginare e… và, visto che ci siamo andiamo ad informarci su questa parte di Storia (ecco un’altra magia della Gay, interessare). Mi si perdoni, ma il fanciullo destinato alla gloria sentimentale a me piace sino ad un certo punto, è il Cesare che mi intriga, mi emoziona e, assurdo lo so, io sto dalla sua parte considerando (e questo bisogna dirlo) il tempo in cui il personaggio è posto. Allora certe nefandezze non erano poi tanto gravi, vigeva la legge del più forte, che ci piaccia o no, perciò, posponendomi nei giorni narrati, io sto con Cesare, mi spiace.
Bene, detto questo, avrei tolto una stellina alla Gay per il finale, ma la perdono, perché non mi imbroglia, probabilmente ci sarà un seguito e io stoica attendo (diciamolo, ormai a questa autrice io sono fedele). Tuttavia… iihhh, niente spoiler! Consiglio di leggerlo, un travel-time interessante e fresco, molto fresco, e scorrevole, veloce, senza strascichi noiosi, la parte sentimentale non è immediata, quindi il romanzo risulta incalzante. Piccola nota: io mi immagino Laura gay tutta piciù piciù, piccina, dolcina, precisina, educatina… ma le parolacce che invede fa dire alla sua protagonista (ha un senso logico questo, si intende) mi hanno divertita e, cosa rara, a lei concedo questa licenziosità, anche quando dice un’oscenità verbale… sembra che ci citi una poesia. Ma come fa?
di Barbara Risoli
Titolo: Ovunque Sarai
Autore: Laura Gay
Serie: Serie “Prigioniera del tempo”, vol.2
Edito da: Boopen Editore
Prezzo: 13,00€
Genere: Adult Fantasy, Storico
Pagine: 174 p.
Voto:
Trama: Elisa, dopo la sua avventura nella Roma dei Borgia, ha fatto ritorno nella sua epoca e deve affrontare l’esame di maturità. Non riesce però a dimenticare Cristiano e il pensiero di lui, rimasto al di là del varco nel tempo, la tormenta. Intanto, Cesare medita la sua vendetta. Riuscirà Elisa a ritrovare il suo amore perduto? E il Valentino su chi sfogherà la sua ira? Un`altra entusiasmante avventura fra presente e passato che non deluderà chi già si è lasciato incantare da “Prigioniera del tempo”.
Recensione:
Spoliers. Attenzione!
Elisa è tornata nel futuro, la sua epoca, da qualche mese e l’esame di maturità è ormai alle porte. Il suo cuore, però, è rimasto nel passato con Cristiano, il suo amore. La sua mente fatica a recuperare gli anni di “fermo” e, in fondo, non è neanche realmente interessata a farlo, lasciare Cristiano è la cosa più difficile che si sia mai trovata ad affrontare. Nel frattempo, nel passato, anche Cristiano è alle prese con il pensiero fisso di Elisa, nulla distoglie la sua mente dal suo ricordo e ritrovarla è ormai la sua unica ragione di vita.
Sarà proprio per questo motivo che alla fine, grazie all’aiuto di un amico, riuscirà a trovare il coraggio, l’occasione e la volontà di partire alla ricerca della sua amata, nella Roma del 2009.
L’arrivo di Cristiano, però, com’era ovvio presupporre, sarà del tutto diverso dal previsto. Felicità, confusione, incapacità di adattamento, incomprensioni… Il rapporto fra Elisa e Cristiano sarà messo a dura prova dalla loro diversa “mentalità” e l’autrice sarà decisamente abile nel mettere in evidenzia questi punti di incompatibilità fra i due. Una donna del 2009 e un uomo dell’epoca dei Borgia? Come far adattare un uomo nel passato nella caotica, distruttiva, irrivente, frenetica e psichedelica Roma del terzo millenio?
Questo romanzo, nel complesso, si è dimostrato, purtroppo, leggermente inferiore al precedente “Prigioniera del tempo” sotto alcuni punti di vista e superiore sotto altri.
Partendo dallo stile della Gay, possiamo dire che questo è migliorato in maniera significativa. E’ un piacere leggere come l’autrice scivola dolcemente fra passato e futuro portando avanti entrambi i filoni con accuratezza ed eleganza. Senza dubbio un passo in avanti e una conferma che tutti noi già ci aspettavamo.
Dal punto di vista della trama, nuovamente, non c’è assolutamente nulla da eccepire. L’intrigo è, per quanto possibile per un fantasy storico, plausibile e narrato con accortezza. Non ci sono inutili deux ex machina che corrono a risolvere le situazioni e ogni personaggio è tratteggiato al meglio.
Il problema che ho riscontrato, e che non avevo trovato invece nel primo, è stata la velocità. Mentre nel primo romanzo assistiamo ad una crescita mentale dei personaggi nell’arco di tre anni, e giustifichiamo l’evoluzione di determinati sentimenti proprio in virtù del tempo trascorso, in “Ovunque sarai” abbiamo invece una successione incredibile di fatti che si rincorrono troppo ansiosamente, soprattutto per quanto riguarda il viaggetto nel presente di Cristiano che, purtroppo, lascia un po’ insoddisfatti.
Comprensibili tutti gli scrupoli mentali di Cristiano riferiti al presente, non sono invece molto ben curate le situazioni all’atto pratico. Un ragazzo di epoca romana, scaraventato nel presente, che viene trovato – guarda il caso – immediatamente dalla sua bella che fra tanti luoghi ovviamente si trovava giusto vicino Castel Sant’Angelo. Ragazzo che finisce a casa della ragazza e viene sgamato dai genitori di lei mentre si cambia in abiti moderni (situazione molto fraintendibile, no?) e questi non lo linciano minimamente, che rimane a cena e a letto – nella stessa stanza della ragazza – (ovviamente, un tizio spuntato dal nulla lo facciamo dormire in casa con la nostra figliola, certo, sicuro) e che dopo quattro giorni trova lavoro – nel quale si ambienta subito – e una casa, in affitto, con un altra ragazza.
Alt, fermi, questo sconvolge leggermente. Il ragazzo non sa usare il cellulare, ha un mezzo infarto a cavallo di un motorino, chiede la mano della ragazza ai genitori la sera stessa (il che evidenzia in maniera cruciale la diversità di mentalità fra passato e presente) che li ha conosciuti e poi? Riesce a non farsi internare lavorando come cameriere in una pizzeria, quando non sa neanche cosa sia una pizza? Riesce a convivere con una ragazza che non sa la sua condizione di viaggiatore nel tempo senza spaventarla a morte? Televisione, forno, lavatrice, ascensori, cellulari, citofoni, fornelli a gas, bollette del telefono, documenti, soldi…? E’ poco plausibile come si è sviluppata la situazione, veramente molto poco plausibile.
Purtroppo l’autrice avrebbe dovuto fare i conti con l’estrema difficoltà di una viaggio di Cristiano nel presente, oggi siamo tutti schedati come animali da laboratorio ed è cosa ben diversa dal passato dove una persona poteva essere fatta passare per il “cugino del fratello di suo padre” o cose del genere. Senza contare che Elisa si è ritrovata scaraventata in un’epoca che, più o meno, conosceva grazie allo studio del passato che si affronta, almeno teoricamente, fin dalle scuole elementari e, oltretutto, ha avuto tre anni per imparare a sopravvivere… Cristiano in tre mesi sembra, almeno apparentemente, perfettamente integrato con il mondo moderno, se non consideriamo l’aspetto psicologico, poveraccio.
Un altro aspetto un po’ incredibile è stato che, una volta sparito Cristiano, Elisa ha impiegato esattamente mezza giornata a decidere di mollare per sempre famiglia, vita, amici e il mondo conosciuto – dopo aver ripetutamente negato e rifiutato un semplice matrimonio – per raggiungerlo. Senza contare la storia dell’evasione. Se fosse così facile far evadere qualcuno da delle segrete probabilmente le suddette sarebbero state continuamente prese d’assalto da amici/compagni dei detenuti.
In conclusione, purtroppo, devo dire che il primo romanzo è, e resta, un bellissimo libro ma che, però, questo “Ovunque Sarai” non riesce ad egualiare cadendo proprio sul punto di forza del primo: la verosimiltà. Resta innegabile l’incredibile destrezza dell’autrice di giocare con il passato ppoichè le vicende vengono narrate con grande maestria.
Quello che resta veramente in sospeso è: sarà, questa, veramente l’ultima avventura di Elisa e Cristiano?
Booktrailer: